Maurizio Costanzo per “La Stampa”
piergiorgio odifreddi a tagada' 2
Ho letto con molto interesse quanto ha scritto ieri Piergiorgio Odifreddi che sulla "Stampa" di ieri ha parlato di calcio, di filosofia, di cose intelligenti, insomma, come è abituato a fare. Voglio dire subito che mi dispiace che Rubbia abbia dovuto attendere trent' anni per diventare Senatore a vita, ma si consoli pensando che Chiellini non lo diventerà mai.
Capisco lo stupore di Odifreddi per quanto è accaduto con il Campionato Europeo di calcio, con la vittoria dell'Italia, con quanto è successo per le strade. Lui, Odifreddi, è un grande matematico e la matematica non è un'opinione, ma il calcio è invece tifo e per molti addirittura una fede. Detto questo, capisco le sue considerazioni e in parte le condivido, ma faccio un altro ragionamento: veniamo da mesi di restrizioni, di impossibilità, di divieti.
Veniamo da titoli calcistici non vinti e quando, sotto la guida del nostro nuovo "Garibaldi", che è Roberto Mancini, abbiamo cominciato a vincere la prima delle sette partite, abbiamo sentito che qualcosa cambiava, che anche per noi cominciava un gioco. Nessuno vuole scendere in campo a giocare, ma tutti vogliono vivere l'entusiasmo del tifo.
Di più: la libertà del tifo. Non mi nascondo dietro i problemi che questo "tana libera tutti" può provocare riguardo alla pandemia. Ho paura dell'aumento dei ricoveri, ho paura di come questo entusiasmo di piazza possa essere fastidiosamente tramutato in contagio. Però, diciamolo: avevamo bisogno di vittorie, avevamo bisogno di far casino per le strade, avevamo bisogno di far finta che tutto andava bene.
C'è una canzone di tanti anni fa cantata da Ombretta Colli, che diceva proprio "Facciamo finta che tutto va ben tutto va ben". Sì, per qualche notte e principalmente per la notte del trionfo, abbiamo fatto finta che tutto andava bene. Io continuo a trarre grande soddisfazione se penso alla faccia del Principe William, che, scuro in volto, non ha nemmeno salutato il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella.
È andato via, il figlio di Carlo d'Inghilterra, convinto che la Corona aveva subito un sopruso con la vittoria di questi italiani, con un portiere che ha il cognome di una soubrette di teatro (Donnarumma) ma che è straordinariamente bravo. Caro Principe William, dovrebbe saperlo: nella vita si può vincere o perdere e in questo caso avete perso. Però, ripeto, il Presidente Mattarella lo poteva salutare. Mi ha fatto piacere che i calciatori italiani, Mancini in testa, siano stati ricevuti prima al Quirinale da Mattarella e poi a Palazzo Chigi da Draghi. Non si è voluto rendere omaggio a calciatori provetti protagonisti di una partita di pallone, ma si è voluto ringraziare chi, dopo tante malinconie, ci aveva riportato il sorriso.
MATTEO BERRETTINI - SERGIO MATTARELLA - VALENTINA VEZZALI - EVELINA CHRISTILLIN nazionale bus scoperto nazionale pullman scoperto la nazionale festeggia sul pullman 9 la nazionale festeggia sul pullman 88 la nazionale festeggia sul pullman 85 la nazionale festeggia sul pullman 87 nazionale pullman scoperto la nazionale festeggia sul pullman 84 PRINCIPE WILLIAM MATTARELLA