VIENI AVANTI, EZIOLINO! - VITA, GAFFE E SCLERATE DI CAPUANO: “AVESSI ALLENATO AL NORD AVREI FATTO UN’ALTRA CARRIERA MA HO IMPARATO A FRIGGERE IL PESCE CON L’ACQUA MINERALE" - A MOURINHO DISSE: "SE LEI E’ SPECIAL ONE IO SONO MINI ONE"
Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”
Il popolo del web scopre cosa può accadere nello spogliatoio di una squadra di calcio. Vi entra con l’immaginazione, tra stupore e curiosità: e ascolta le urla di un allenatore infuriato per un’amichevole persa malamente. Di sottofondo, il ticchettìo delle scarpette dei calciatori.
Uno di loro ha acceso il telefono cellulare. E registra.
La voce di Eziolino Capuano, tecnico dell’Arezzo, è finita su tutti i siti. Nicolò Sperotto, terzino sinistro in prestito dal Carpi, è finito fuori squadra.
Una storia con dentro tanto calcio, non solo minore (l’Arezzo milita in Lega Pro). E con personaggi strepitosi (poi magari c’è chi continua a preferire comunque le sopracciglia disegnate di Cristiano Ronaldo).
Per dire: intanto, vi siete persi questa.
Vigilia di Arezzo-Pisa, due settimane fa.
Conferenza stampa.
Lui, Capuano, si presenta indossando un abito color turchese, trama Principe di Galles. Il corpo di Danny De Vito con il volto di Peppino Gagliardi.
Francesca Muzzi, Corriere di Arezzo , domanda: «Mister, che squadra vorrebbe vedere in campo?». Risposta: «L’Arezzo è una squadra di maiali che stanno crescendo... tra poco diventeranno scrofe, perché le scrofe sono più cattive, lo sapete, no? Le scrofe sono le mogli dei maiali... Per adesso però i miei sono dei maialetti... che piano piano stanno crescendo... Scroff! Scroff!».
Dice proprio così, arriccia il naso, mima pure le zampe che arrancano.
È nato a Salerno e ha 50 anni: ne aveva 17 quando un infortunio gli spezza il talento, costringendolo a cercarsene un altro. Due anni dopo diventa osservatore per l’Empoli (qui conosce Vincenzo Montella, e gli resterà amico): poi, inizia la carriera di allenatore.
Esordio con l’Ebolitana, in Interregionale. Quindi, il lungo giro del Sud: Sora, Taranto, Trapani, Altamura, Cava de’ Tirreni, Juve Stabia, Puteolana, Messina, Paganese.
Campi senza erba, spogliatoi con sola acqua fredda, odore di olio canforato, tè bollente, la foto di Padre Pio alla parete.
I tifosi che se perdi ti aspettano al parcheggio.
I tifosi che di uno come Capuano s’innamorano sempre.
Da allenatore della Casertana, un giorno, durante un’intervista, s’innervosisce e si strappa la camicia. Ci mette passione e mestiere. Quando gli fanno i complimenti per gli schemi, ripete: «Avessi allenato al Nord, avrei fatto un’altra carriera. Ma ormai ho imparato a friggere il pesce con l’acqua minerale». A Coverciano, va da Mourinho e gli spiega: «Io gioco un 5-3-1-1 aggressivo... Lo faceva anche lei al Chelsea, no?». Mourinho osserva quest’uomo tarchiato e sfrontato — «Se lei è Special One, io, considerata anche la statura, sono Mini One» — s’incuriosisce e diventa uno dei 100mila visitatori dei suoi video su YouTube.
Quando arriva ad Arezzo, si presenta così: «L’Arezzo nei dilettanti, è come se Belen facesse la barista».
In città, lo adorano.
Anche quando dice frasi tipo: «In campo devono andare uomini con le palle, non un branco di checche», e la federazione gli infligge una multa di 5 mila euro. E anche in queste ore, di frullatore mediatico.
Quelli di «Striscia la notizia» sono andati a consegnargli un «Tapiro d’oro»: lui però non ha dimostrato eccessivo pentimento per quella sfuriata negli spogliatoi e, anzi, ha subito telefonato alla moglie Maria, che vive a Pescopagano, Caserta, con due figli: Michele di 12 anni e Giuseppe di 13.
Del resto, alla famiglia pensava anche mercoledì scorso.
Perché è iniziato tutto giusto una settimana fa. Nel tardo pomeriggio. Nello stanzone del Lucignano, squadra di Promozione della Val di Chiana.
La partita di allenamento è finita 1 a 0 per i padroni di casa e a Capuano sembra un risultato inaccettabile. I suoi calciatori rientrano, si siedono sulle panche e lui già urla.
«Voi siete una banda di pezzi di merda! È chiaro, o no? Contro una squadra di Promozione... Siete vergognosi, scandalosi... Ma se voi avete deciso di giocare contro la mia famiglia, io vi squarto!».
Su Facebook è subito nato il gruppo: «Funerali dei giocatori scannati da Eziolino».
Lui, a mente fredda (diciamo così): «Posso anche fare a cazzotti con un mio calciatore, però è una cosa che non si dovrà mai sapere...» (e in effetti quando si sa, anche nel grande calcio, si sa dopo molto: Nils Liedholm, da allenatore della Roma, attaccò al muro della doccia Ramon Turone; Marcello Lippi, nello spogliatoio della Juve, prese al collo Bobo Vieri).
Questa storia di calcio finisce qui.
Ma se volete vedervi immagini che non ci sono, prendetevi il dvd de «L’uomo in più» di Paolo Sorrentino.
Perché c’è una scena di spogliatoio assai realistica (e ispirata, dicono, ad un grande allenatore: Bruno Pesaola).
E poi, in generale, perché è il più bel film di Sorrentino.