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Francesco Malfetano per “il Messaggero”
Entro metà luglio i fragili e i loro accompagnatori saranno vaccinati. Poi toccherà ai 70enni (entro fine giugno), quindi ai 60enni pensionati ma senza patologie e poi al resto degli italiani. Il tutto mentre over80, personale sanitario, scolastico e delle forze dell' ordine continuano a ricevere prima e seconda dose.
E, si spera, mentre iniziano ad essere vaccinati anche i lavoratori direttamente in azienda.
Le nuove priorità per la somministrazione dei vaccini stabilite dal ministero della Salute e, parte integrante del piano che verrà presentato dal commissario per l' emergenza Francesco Figliuolo tra pochi giorni, permettono di abbozzare nuovamente un calendario delle inoculazioni.
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Una stima di quando le diverse fasce di popolazione potrebbero ricevere il vaccino a partire dall' inizio del secondo trimestre. O quantomeno quando possono sperare di farlo.
RITMO
Il punto di partenza è ovviamente la disponibilità di congruo numero di dosi. Queste però, in base ai contratti stipulati e alle consegne che sembrerebbero essere tornate regolari, non dovrebbero mancare.
CORONAVIRUS - VACCINAZIONI A ROMA
Considerando solo i vaccini approvati (AstraZeneca, Pfizer-BioNTech, Johnson&Johnson e Moderna) in base all' ultimo aggiornamento disponibile dal ministero della Salute risalente al 3 marzo, a partire dal 1 aprile ed entro il 31 dicembre 2021 in Italia dovrebbero arrivare circa 156 milioni di dosi.
In abbondanza, anche se quasi tutte (eccetto le circa 26 milioni di J&J) hanno bisogno di una doppia inoculazione. Superato questo scoglio, per stimare quando gli italiani non over80 o impiegati in determinate professioni possano ricevere il vaccino, bisogna stabilire una cadenza delle inoculazioni.
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Al momento il tasso di somministrazione prevede circa 170mila dosi inoculate ogni giorno. Ponendo che la nuova organizzazione varata dalla struttura commissariale funzioni, un' accelerazione realistica potrebbe far salire il ritmo a circa 300mila dosi in 24 ore.
Il traguardo non è impossibile da raggiungere (il picco massimo finora toccato, lo scorso 5 marzo, è stato di 214mila dosi somministrate) e consentirebbe di vaccinare più o meno tutti gli italiani, il 70% della popolazione (soglia definita minima per l' immunità di gregge), entro la fine di dicembre 2021.
IL CALENDARIO
I primi ad iniziare sarebbero i circa 2milioni di fragili (stima elaborata sui dati del ministero della Salute inclusi nel piano vaccinale dello scorso febbraio) che oggi vivono in Italia. Vale a dire persone con disabilità o patologie particolari che li espone maggiormente a pericoli in caso di contagio.
A loro vanno aggiunti, novità della strategia vaccinale che sta per essere varata, anche i caregiver, ovvero circa 800mila tra badanti e parenti che se ne prendono cura. Considerando la maggiore difficoltà nel compiere per loro la vaccinazione, si può immaginare un ritmo di 40mila inoculazioni al giorno, e ciò vorrebbe dire che l' intera categoria potrebbe ricevere tutte le prime dosi entro il 15 giugno, mentre le seconde entro il 15 luglio.
A seguire, il piano coinvolge i 70enni. Circa 6milioni di anziani che - con una media stavolta di 100mila al giorno - anche iniziando dopo la categoria dei fragili potrebbero essere coperti dalla prima dose entro il 30 maggio (dalla seconda a fine giugno). Successivamente le cose si complicano. La categoria interessata sono infatti i 60enni, ma una grandissima fetta di questi è un lavoratore e quindi potrebbe ricevere il vaccino direttamente in azienda.
Un fattore che al momento non è ancora stimabile. I primi sono però 7 milioni in Italia, e se non verranno immunizzati sul posto di lavoro, inizieranno a ricevere la proprio prima dose a partire da metà giugno. Terminando (con un ritmo di 160mila inoculazioni al giorno) attorno alla fine di luglio.
Discorso differente per i 50enni e gli italiani ancora più giovani (da 16 anni in su). Se non soggetti a particolari patologie saranno infatti gli ultimi ad essere vaccinati in ordine anagrafico.
Se un over50 senza patologie e non immunizzato sul posto di lavoro, dovrebbe iniziare a ricevere il vaccino a partire da luglio (con seconda dose ad agosto), un 40enne con le medesime caratteristiche slitterà invece a settembre. In autunno invece sarà il turno dei più giovani. Con la speranza che non sia necessaria una terza dose per contrastare le mutazioni del virus.
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