Estratto dell'articolo di Daniela Polizzi per www.corriere.it
C’è accordo pieno tra i cugini Alberto e Gianluca Vacchi sul futuro assetto della Ima, radici a Ozzano in provincia di Bologna che con i suoi 2 miliardi di ricavi, è diventata tra i player mondiali dell’industria del packaging per l’alimentare e che nelle macchine automatiche per la farmaceutica si è guadagnata la posizione di numero uno globale.
Ieri i due esponenti della famiglia emiliana che ha fondato la Ima hanno voluto metterlo per iscritto in una nota: «Qualunque possibile operazione avente ad oggetto azioni Sofima di proprietà di Gianluca Vacchi sarà effettuata di concerto con Alberto Vacchi allo scopo di garantire a quest’ultimo, unitamente ad investitori a questi facenti capo, il mantenimento del controllo del gruppo Ima nonché la piena ed indisturbata continuità gestionale».
[...] Nel caso in cui Gianluca volesse davvero cedere la sua partecipazione saranno il presidente Alberto e i suoi alleati della Sofima a rilevare la quota, in base ai suoi diritti di prelazione, in modo da mantenere la maggioranza in mano alla famiglia e la guida dell’azienda affidata ad Alberto. Come sottolineano fonti vicine al dossier, sono insomma state scritte regole per governare gli addii.
[...] Dalle comunicazioni congiunte rese pubbliche ieri dai due cugini ora emerge anche qualche dettaglio in più sui valori di riferimento in base ai quali Gianluca potrebbe vendere. «Tale possibile operazione non potrà che avere quale valore di riferimento la transazione recentemente annunciata con la quale il fondo Bdt & Msd Partners si è impegnato a subentrare all’attuale socio Bc Partners, che ha realizzato un’importante plusvalenza rispetto al valore investito nel 2020/21».
La nuova campagna di crescita
Nell’ambito dell’operazione di agosto che ha visto entrare il fondo americano attraverso Sofima, la Ima è stata valorizzata 6,5 miliardi (ha debiti sotto i 2 miliardi), circa il doppio del valore di impresa sulla base del quale Bc partners aveva investito tre anni fa, quando un’azione Ima valeva 68 euro: gli americani l’hanno pagata circa 150. Al netto del debito in capo a Ima, pari a meno di 2 miliardi (attorno a 1,8 miliardi), il valore della quota di Gianluca potrebbe anche superare i 600 milioni. In attesa di sviluppi il quadro è pronto. [...]
ALBERTO VACCHI CONFINDUSTRIA alberto vacchi gianluca vacchi gianluca vacchi 2 gianluca vacchi kebhouze gianluca vacchi in costa smeralda gianluca vacchi in costa smeralda alberto vacchi