MPS È (QUASI) PRONTA PER ESSERE VENDUTA - LA FONDAZIONE E LA BANCA HANNO RAGGIUNTO UN INTESA PRELIMINARE PER RISOLVERE IL MAXI-CONTENZIOSO DA 3,8 MILIARDI DI EURO, CHE È UNO DEI MOTIVI PRINCIPALI CHE FRENA QUALSIASI PRETENDENTE A FARSI AVANTI PER LA BANCA SENESE - L’ACCORDO PREVEDE CHE MPS SOTTOPONGA AL CDA UNA TRANSAZIONE DI 150 MILIONI DI EURO PER ACCONTENTARE LA FONDAZIONE: IN QUESTO MODO I RISCHI LEGALI DELLA BANCA PASSANO DA 10 E 6 MILIARDI…
Francesco Spini per “La Stampa”
La strada del Tesoro per vendere il Monte dei Paschi resta in salita. Ma qualche ostacolo comincia a cadere. E altri ne cadranno nei prossimi giorni. La Fondazione Mps e l'omonima banca hanno raggiunto un accordo preliminare per risolvere il maxi-contenzioso da 3,8 miliardi di euro, un terzo del totale che grava su Rocca Salimbeni.
La richiesta di risarcimento si riferiva all'acquisizione Antonveneta e agli aumenti di capitale del 2011, del 2014 e del 2015. L'intesa, spiegano dalla banca, prevede che Mps sottoponga al cda del 5 agosto - dedicato ai conti - una transazione che definisce in maniera conclusiva il contenzioso a fronte del pagamento «di 150 milioni di euro» e di «impegni sulla valorizzazione del patrimonio artistico della banca».
In questo modo i rischi legali della banca, dai 10 miliardi originari passano a circa 6 miliardi. Una riduzione del fardello legale che «offre un contributo rilevate alla soluzione del principale elemento di incertezza ce grava sul bilancio della banca», scrivono dall'istituto. Ora la soluzione trovata con la fondazione potrebbe portare ad altri accordi transattivi.
Il presidente della Fondazione Mps, Carlo Rossi, definisce l'intesa raggiunta «un buon accordo per la Fondazione e per far crescere il suo patrimonio: la cifra sarà contabilizzata già nel 2021». «Penso e spero - aggiunge - che gli effetti positivi siano anche per la banca». Nei prossimi giorni, secondo fonti accreditate, si dovrebbe assistere all'accelerazione nella soluzione anche di altri nodi di Siena, per lo più contrattuali, che finora hanno reso meno appetibile la banca.
Tutto per preparare la sposa all'altare, senza che ci sia stato alcun fidanzamento. Il candidato numero uno resta Unicredit che dovrebbe girare parte degli attivi ad altri istituti (gli sportelli del Sud, per esempio, andrebbero a Mcc), ma al momento l'ad Andrea Orcel appare concentrato sul rilancio della banca e sul piano strategico che segnerà la sua impronta sulla banca di piazza Gae Aulenti. In ogni caso Unicredit ricercherebbe garanzie sulla neutralità patrimoniale dell'eventuale acquisizione.
A Siena, a valle dell'accordo tra banca e fondazione, vogliono a loro volta assicurazioni. Il sindaco Luigi De Mossi richiede che «non venga fatta una vendita al ribasso e che vengano tutelate l'occupazione e i diritti dei dipendenti, il rapporto con il territorio, la tutela del marchio, il patrimonio artistico» oltre che «la permanenza degli uffici direzionali nel luogo ove la Banca è nata».