DAGONEWS
Per una volta Marco De Benedetti ha ascoltato il padre Carlo e messo in freezer le trattative con Stefano Marsaglia del fondo Peninsula, dietro al quale si muoveva anche uno degli investitori italiani del fondo, ovvero Flavio Cattaneo. Il presidente di GEDI (Repubblica-Espresso-Stampa-Il Secolo XIX), è pur sempre managing director del fondo Carlyle in Europa, dunque la sua rubrica di fondi e investitori internazionali non si ferma alla P di Peninsula, e ne ha pronto un altro interessato ad acquisire il gruppo editoriale.
RODOLFO CARLO EDOARDO E MARCO DE BENEDETTI
Pare però che al momento anche su quest'altro fronte i negoziati siano fermi. Per due motivi. Il primo è di trasparenza: l'altro fondo non ha investitori così ''in chiaro'' come Peninsula, e c'è quindi un problema di trasparenza del controllo, soprattutto per testate come ''Repubblica'' ed ''Espresso'' che fanno spesso le pulci a imprese dal controllo opaco.
L'altro ostacolo è rappresentato da John Elkann. L'erede Agnelli, che ha una piccola ma rilevante quota in GEDI, non è d'accordo a vendere tutto il cucuzzaro a investitori stranieri e senza volto perché danneggerebbe la sua sua immagine e quella della dinastia Agnelli.
Il giovane ''Kaky'' da anni cerca di ridare lustro all'immagine della famiglia, dopo i pasticci legati all'eredità del nonno (con la madre Margherita che ha svelato al mondo l'evasione fiscale dell'Avvocato), alle spericolatezze di Marchionne e al trasferimento della sede fiscale e legale della Fiat all'estero.
Anche in vista della fusione con un gruppo straniero, ha spinto molto sulle attività filantropiche della Fondazione Agnelli, vedi l'accordo con Google sui progetti nelle scuole italiane, per far parlare di sé e dei suoi parenti in chiave positiva e non solo speculativa.
Insomma, mentre cerca di schivare le critiche legate a un'uscita del gruppo automobilistico dall'Italia, ci manca solo un'operazione simile e parallela con uno dei gruppi editoriali più noti (e con lettori rumorosi e fidelizzati).
carlo d asaro biondo di google e john elkann fondazione agnelli
I De Benedetti gli hanno detto chiaro e tondo che la seconda generazione non ha la fissa dei giornali come il vecchio Carlo, che è interessata ad altri business e che quello della stampa è residuale. A quel punto Elkann avrebbe detto che ci deve pensare, che deve valutare le sue mosse e proporrà entro l'estate una soluzione.
Quando ha portato in dote ''Stampa'' e ''Secolo XIX'' nella nuova entità, i patti tra lui e l'Ingegnere erano diversi: l'obiettivo era rafforzare il controllo e la presenza nel mercato italiano. Ora si ritrova alla ricerca di altri investitori finanziari (italiani!) per rilevare una parte della quota dei De Benedetti, visto che non intende prendersi lui tutte le azioni.
In tutto questo, cosa stanno facendo i tre caballeros (Marsaglia, Cattaneo, Montezemolo) che avevano avvicinato i De Benedetti con il loro malloppone di liquidità? Rumors milanesi dicono che avrebbero puntato lo sguardo su via Solferino, dove però a presidiare il fortino non c'è solo Urbanetto Cairo, ma anche Banca Intesa…
FLAVIO CATTANEO LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO