Massimiliano Jattoni Dall’Asén per www.corriere.it
Morto a 82 anni l’artefice della più grande frode finanziaria nella storia degli Stati Uniti.
Questo il “saluto” che i media di tutto il mondo riserveranno oggi a Bernard Madoff, detto «Bernie», deceduto il 14 aprile 2021 nella prigione federale di Butner, in North Carolina, dove stava scontando una condanna a 150 anni per una frode durata 40 anni e che riguardò oltre 37 mila persone in 136 Paesi diversi.
L’arresto nel 2009
Madoff era finito in carcere nel 2009, quando si dichiarò colpevole di undici diversi reati finanziari. Furono i giudici a definirlo «il più grande truffatore» finanziario della Storia, anche se per Forbes quella architettata da Madoff fu sì una truffa gigantesca, ma seconda a quella del gigante dell’energia Enron.
la prigione di butner, north carolina, dove e' morto bernie madoff
Con o senza il primato, Madoff fece perdere a chi affidò a lui i propri risparmi circa 65 miliardi di dollari. Tra le sue vittime, anche personaggi famosi come il regista Steven Spielberg, l’attore Kevin Bacon e il premio Nobel per la Pace Elie Wiesel. Tra le banche italiane, UniCredit e il Banco Popolare.
Lo «schema Ponzi»
Di fatto, Madoff, ex presidente del Nasdaq e uomo molto noto nell’ambiente di Wall Street, applicò, riportandolo alla ribalta internazionale, il cosiddetto schema Ponzi, una tecnica truffaldina che prende il nome da Carlo “Charles” Ponzi, un immigrato italiano che divenne famigerato negli Stati Uniti per aver escogitato nel 1918 una sorta di catena finanziaria a danno dei suoi connazionali e che prometteva forti guadagni ai primi investitori coinvolti, a discapito dei nuovi e successivi “investitori”, comunque alla fine tutti vittime della truffa.
Lo schema è piuttosto semplice: inizialmente al potenziale cliente viene promesso un investimento con rendimenti superiori ai tassi di mercato e in tempi ravvicinati.
Dopodiché viene restituita parte della somma investita, facendo credere che il sistema funzioni veramente. E’ a questo punto che il truffatore confida nel passaparola, attirando così nuovi clienti nella rete.
Nel frattempo, gli investitori continuano a pagare gli interessi con i soldi via via incassati (la finanziaria ha capitale sociale zero, ma gli investitori non lo sanno) fino a quando lo schema si interrompe perché le richieste di rimborso superano i versamenti.
Tutto ha inizio con i soldi guadagnati come bagnino
In buona sostanza è ciò che ha fatto Madoff, che il giorno prima di essere arrestato (era l’11 dicembre del 2008) confessò ai figli Mark e Andrew che la sua società di brokeraggio e consulenza, la Bernard L. Madoff Investment Securities LLC, fondata nel 1960, era una scatola vuota che si basava proprio su un gigantesco “schema Ponzi”.
robert deniro e michelle pfeiffer come bernie e ruth madoff
Come fece l’italo-americano esattamente 90 anni prima, anche Madoff scelse le sue vittime tra i membri della sua stessa comunità, nel suo caso quella ebraica. Madoff però non puntò a chi non sapeva nulla di finanza. Se voleva attirare molto denaro doveva rivolgersi a chi aveva grandi ambizioni.
Il capitale iniziale era costituito dai risparmi che l’uomo aveva messo da parte facendo il bagnino. A quel denaro si aggiunse poi quello prestato dal padre di sua moglie.
Tra i primi clienti ci furono proprio gli amici del suocero ai quali la società di Madoff offriva liquidità per comprare titoli e obbligazioni a Wall Steet.
I rendimenti proposti erano garantiti tra il 10 e il 12 percento, cifre alte ma credibili (Ponzi alle sue vittime proponeva il 400 percento!), cosa che rassicurava gli investitori.
Madoff ha un cancro e ha avuto un infarto il mese scorso
Ma a rendere il tutto ancora più attraente era la convinzione che senza una presentazione di qualcuno vicino a Madoff, difficilmente si sarebbe riusciti ad affidargli il proprio denaro. Nonostante l’uomo avesse migliaia di clienti, l’idea era che essere seguiti dalla sua società fosse qualcosa di molto esclusivo.
Una storia che ha ispirato il cinema
Ruth Madoff ha tagliato i ponti con il marito
Secondo gli investigatori, le attività illegali cominciarono negli anni Settanta, anche se il tribunale riuscì a dimostrare le truffe solo a partire dagli anni Novanta. Fin da subito, comunque, il rituale con cui Madoff ammaliava i propri clienti era degno della sceneggiatura di un film.
E non è un caso che la sua vicenda sia diventata prima una pièce teatrale, poi abbia ispirato varie pellicole, da Blue Jasmine di Woody Allen a Those People, fino alla miniserie televisiva Madoff, in cui a interpretarlo è Richard Dreyfuss, e il film per la televisione The Wizard of Lies, con Robert De Niro e Michelle Pfeiffer.
Andrew Madoff sta facendo chemioterapia
Madoff aveva una serie di agenti che giravano nei club più esclusivi alla caccia di potenziali clienti, trovata una nuova vittima, questa veniva invitata al diciassettesimo piano del Lipstick Building, il lussuoso palazzo al centro di Manhattan dove Madoff spiegava nei dettagli la rendita sicura che era capace di assicurare.
Così, finirono nelle sue maglie molti attori di Hollywood e decine di associazioni benefiche ebraiche, che diedero il denaro a Madoff convinti sarebbe stato investito, mentre finiva direttamente su un conto che l’uomo aveva aperto alla Chase Manhattan Bank.
La fine
Wall Street non fece mai affari con Madoff e, nonostante in tanti pensassero che ci fosse qualcosa di losco dietro a tutta questa storia, la sua società passò sempre indenne i controlli delle autorità. Fino a quel fatidico dicembre 2008, quando come sempre accade con lo schema Ponzi, anche la truffa ideata da Madoff arrivò al capolinea: gli interessi da pagare ai primi clienti erano maggiori dei soldi che gli erano stati affidati. Madoff aveva le ore contate. Ma prima di essere arrestato, volle pagare un bonus a sé e a tutti i familiari coinvolti nella società. Poi, l’annuncio ai figli: «la società non ha più nemmeno un centesimo».
bernie e ruth madoff ruth madoff bernie madoff andrew e mark madoff new york 1990