dopamina

CERCATE LA FELICITÀ? DOVETE RIDURRE LA DOPAMINA - SEMBRA UN PARADOSSO MA NON LO E': IN UNA SOCIETÀ OSSESSIONATA DAL BENESSERE, SONO AUMENTATI A DISMISURA I COMPORTAMENTI E LE ESPERIENZE CHE CREANO PICCHI POSITIVI DI DOPAMINA (DAI SOCIAL MEDIA ALL'ECCESSO DI SPORT) - MA QUESTO INDUCE ASSUEFAZIONE E DIPENDENZA, MANDANDO IN TILT IL DELICATO EQUILIBRO CEREBRALE "INVENTATO" PER NOI DALL'EVOLUZIONE - UN EFFETTO FUNESTO? LO SMARTPHONE "GRATIFICA" A OGNI NOTIFICA E ALLA FINE...

Giuliano Aluffi per “il Venerdì di Repubblica”

 

ANNA LEMBKE - L'era della dopamina

Studi e sondaggi mostrano che in Occidente siamo, in media, meno felici rispetto a vent' anni fa, e ansia e depressione sono più diffuse nelle nazioni ricche che in quelle povere. Come si spiega il fatto che l'insoddisfazione sia cresciuta proprio dove c'è più benessere e abbondanza? «La risposta è nella nostra biologia, e in particolare nel modo in cui il nostro cervello gestisce il piacere e il dolore» spiega Anna Lembke, psichiatra e direttrice del centro per la cura delle dipendenze della Stanford University School of Medicine, autrice del saggio L'era della dopamina. Come mantenere l'equilibrio nella società del "tutto e subito" (ROI edizioni, pp. 288, euro 24,90).

 

«Il piacere e il dolore sono regolati nella stessa parte del cervello, ed è come se occupassero i due lati opposti di un'altalena che il cervello si sforza, di continuo, di mantenere in equilibrio» spiega Lembke.

ANNA LEMBKE

 

La chiave di tutto è la dopamina, che è un neurotrasmettitore, ovvero una sostanza chimica che agisce da messaggero tra i neuroni, permettendo loro di scambiarsi i messaggi chimici utili a coordinarsi e a lavorare insieme. Ogni esperienza gratificante, come il mangiare un biscotto o vedere una notifica WhatsApp dalla persona amata, provoca un picco di dopamina rilasciata in una parte del cervello detta "circuito della ricompensa" (che collega l'area tegmentale ventrale, il nucleo accumbens e la corteccia prefrontale, ndr). E l'altalena piacere-dolore si inclina sul lato del piacere.

 

«Oggi sappiamo che quanto più, e quanto più rapidamente, una sostanza o un'esperienza provoca rilascio di dopamina in questo circuito, tanto più crea dipendenza» spiega Lembke. «Perché una volta che l'altalena è inclinata sul lato del piacere, il cervello per ripristinare l'equilibrio produce uno stimolo uguale ed opposto - e quindi doloroso - alla sensazione provata: questo stimolo è il senso di privazione che subentra al piacere del primo biscotto e ci fa desiderare di mangiarne un altro.

 

MOLECOLA DI DOPAMINA IN 3D

È un meccanismo che si è radicato in noi con l'evoluzione, utile a far sì che lo stato di euforia indotto da un'esperienza piacevole si esaurisca presto, così che si rimanga sempre motivati a fare ciò che favorisce la sopravvivenza della specie: cercare altro cibo, accoppiarsi, fare gruppo con gli altri per essere protetti».

 

Il problema è che con l'esposizione ripetuta ad un certo stimolo piacevole, ad esempio mangiando biscotti tutti i giorni, il piacere provato per il singolo biscotto diventa via via più debole e breve, mentre la reazione "dolorosa" del cervello diventa più forte e duratura. Così quell'esperienza, col tempo, diventa meno piacevole, e l'altalena rimane sbilanciata sul lato del dolore.

 

Per avere lo stesso effetto di prima dobbiamo aumentare la dose, altrimenti diventiamo irritabili e ansiosi: ormai, insomma, siamo dipendenti. «Oggi è molto più facile cadere in una qualsiasi dipendenza - dal gioco d'azzardo, al cibo, dalla pornografia alle droghe - rispetto al passato, perché si sono moltiplicati i canali di accesso a queste esperienze» spiega Lembke.

 

DOPAMINA

«Così quello stesso meccanismo cerebrale di equilibrio tra piacere e dolore che ha garantito alla nostra specie la sopravvivenza in un mondo di scarsità come quello preistorico, nella moderna società dell'abbondanza è dirottato di continuo dalla miriade di stimoli che ci tempestano».

 

Stimoli studiati apposta per inondare di dopamina il circuito della ricompensa. «Pensiamo ai social media: il loro uso provoca quel rilascio di dopamina che l'evoluzione ha previsto per motivarci a cercare il contatto con gli altri e vivere in comunità, impulso salvifico nel mondo brutale del Pleistocene» spiega Lembke. diabolici social media «Ma sui social media il rilascio di dopamina è amplificato. Innanzitutto perché Facebook e Instagram sono disponibili 24 ore su 24.

 

anna lembke

Poi perché trasformano i contatti in superstimoli: le foto che scegliamo di pubblicare sono solo quelle dove appariamo più belli. E nei post diamo il massimo per risultare interessanti. Affrancate dalle parti più noiose o sgradevoli - se un argomento ci annoia basta smettere di rispondere o chiudere l'app, mentre nella vita reale è più complicato accomiatarsi da qualcuno - le relazioni sui social media, per quanto effimere, ci gratificano di più delle quattro chiacchiere che scambiamo in ufficio o alla fermata del tram». Inoltre le app più popolari sono progettate per fare leva sulla nostra psicologia.

 

il sesso in hotel aumenta la dopamina

«Come il meccanismo che usiamo per vedere se ci sono novità nell'email facendo scorrere lo schermo» spiega Lembke. «Quando si fa lo scrolling e la pagina si aggiorna, non sappiamo se vedremo un nuovo messaggio: a volte ci sarà, altre no. Questa incertezza fa sì che quando il nuovo messaggio si materializza davvero, abbiamo un picco di dopamina: è lo stesso principio, detto dagli psicologi "rinforzo intermittente positivo", con cui le slot machine inducono la ludopatia».

 

Ma non è detto che a intervenire sull'equilibrio piacere-dolore debbano essere soltanto i geniacci della Silicon Valley spinti dal desiderio di profitto: conoscere questi meccanismi può permetterci di dirottarli a nostro favore. «Se spingiamo l'altalena, almeno un pochetto, sul lato del dolore, il cervello compenserà aumentando la produzione di neurotrasmettitori che migliorano l'umore: non solo dopamina ma anche serotonina ed endocannabinoidi» spiega Lembke.

la dopamina rende la esperienza sessuale piacevole

 

«Questo è il motivo per cui molte persone accettano di patire per qualche minuto sotto una doccia d'acqua gelida per poi provare un senso di euforia che dura per qualche ora. Ed è anche per questo che l'esercizio fisico, ovvero una forma sopportabile di dolore, produce, sull'umore, l'ansia e la cognizione, effetti positivi più profondi e duraturi di qualsiasi pillola».

 

Purché docce gelate ed esercizio fisico, a loro volta, non diventino una dipendenza. In ogni caso il sistema più efficace per liberarsi dalle dipendenze, per la psichiatra, è ripristinare il corretto equilibrio dell'altalena. un mese di astinenza «Io consiglio un mese di astinenza dalla sostanza o dal comportamento che dà dipendenza» spiega Lembke. «Per le dipendenze che non hanno una base fisica - come quella dai farmaci oppiacei - un mese è in genere sufficiente per il "reset" dell'altalena.

 

rachmanikov scatena dopamina

E comunque il mese di astinenza è utile per capire di avere un problema: molte persone, infatti, non si rendono conto della serietà della loro dipendenza, e il malessere che si prova durante l'astinenza è un utilissimo bagno di realtà». Naturalmente, se ci si può astenere con facilità per un mese dai biscotti o dal Superenalotto, molto più difficile è rinunciare a qualcosa di essenziale per la quotidianità come lo smartphone, che pure è definito dalla Lembke "l'ago ipodermico" della modernità.

 

«Non c'è bisogno di farne a meno, basta renderlo meno attraente. Ad esempio disinstallando i giochi, eliminando le notifiche delle app, e quindi i picchi di dopamina che provocano, e togliendo colore allo schermo, usando invece una più sobria scala di grigi» spiega la psichiatra.

 

«Il trucco è rimuovere dal proprio ambiente gli stimoli che possono innescare la ricaduta: non si può contare solo sulla forza di volontà. Un'altra cosa da capire, abbracciata la verità della propria condizione di dipendenza, è che bisogna rifuggire dalle giustificazioni. Molti pazienti mi dicevano: sono ansioso e depresso, e per sentirmi meglio ho bisogno di svapare o di ingozzarmi. Li ho aiutati a capire che in realtà era il contrario: erano le loro dipendenze ad abbattere il loro umore». Inclinando l'altalena verso il lato sbagliato.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…