ORA I NO-VAX NON POTRANNO PIÙ USARE LA SCUSA DEL “VACCINO SPERIMENTALE” - DA GENNAIO DOVREBBE ARRIVARE IL “NOVAVAX”, CHE UTILIZZA NANO-PARTICELLE DI VIRUS ADDIZIONATE A UNA MOLECOLA PER STIMOLARE LA PRODUZIONE DI ANTICORPI, UNA TECNOLOGIA SPERIMENTATA DA DECENNI SU ALTRE MALATTIE – IL VACCINO SARÀ SOPRATTUTTO SOMMINISTRATO PER LE TERZE DOSI E CONSENTIRÀ DI AMPLIARE LA POSSIBILITÀ DI IMMUNIZZAZIONI ETEROLOGHE…
Diodato Pirone per “il Messaggero”
Da gennaio contro il Covid dovrebbe arrivare un vaccino nuovo che usa una tecnologia vecchia, sperimentata da decenni contro malattie come la pertosse e la meningite. Si tratta del farmaco prodotto dall'americana Novavax che lancerà un vaccino contro il quale i no vax non potranno spargere il dubbio della sperimentalità del prodotto.
Non solo. Poiché il Novavax sarà utilizzato soprattutto per le Terze Dosi consentirà di ampliare la possibilità di somministrazioni eterologhe, cioè fatte con vaccini diversi da quelli usati per le prime somministrazioni. E, l'eterologa, non è un segreto, è la combinazione consigliata da molti immunologi. C'è poi un terzo aspetto che bisognerà misurare sul campo ovvero la sua efficacia contro le ultime varianti.
LE NANOPARTICELLE
Già, ma quali sono le caratteristiche del nuovo vaccino? Quella più importante è che utilizza una tecnologia che gli addetti ai lavori chiamano proteine ricombinanti. Che cosa significa? In parole povere nel Novavax sono presenti nano-particelle di virus che vengono addizionate a una molecola che stimola la produzione di anticorpi.
Si tratta di un vaccino ultra-classico. Diverso sia da quelli di Pfizer-BionTech e di Moderna che si basano sulla tecnica mRna la quale - semplificando - fornisce alle cellule del nostro organismo informazioni sul virus Sars CoV-2 e dunque fa scattare la reazione protettiva. Novavax è diverso anche da AstraZeneca e Johnson&Johnson che si basano sui cosiddetti adeno virus, ovvero organismi morti ma innocui per l'uomo la cui funzione è quella di simulare nel nostro corpo la presenza del Covid.
Il fatto che il nuovo vaccino, che dovrebbe chiamarsi Nuvaxovid, utilizzi una tecnologia vecchia non deve far pensare che la società produttrice sia un'azienda arretrata. Tutt' altro. Novavax è una public company (la proprietà è di molti fondi di investimento) fondata in America nel 1987 non lontano da New York che oggi vale in Borsa una quindicina di miliardi.
Si occupa di biotecnologie e ha un grosso centro di ricerca in Svezia. Il suo prodotto di classico ha solo la formula dell'uso delle nano-particelle ma per il resto si tratta di una soluzione avanzatissima.
Il vaccino Novavax, infatti, è figlio di una ricerca decollata col maxi-finanziamento pubblico da 1,6 miliardi di dollari ottenuto durante l'amministrazione Trump nell'ambito dell'Operation Warp Speed destinata a garantire agli Usa alcune centinaia di milioni di dosi vaccinali. Diodato Pirone