NIENTE SESSO, TOCCATEVI! – MELANIA RIZZOLI: “COME AI TEMPI DELL'AIDS, OGGI I CONTATTI INTERPERSONALI DURANTE IL SESSO COMPORTANO UN RISCHIO SOSTANZIALE PER LA TRASMISSIONE DEL COVID, AL PUNTO CHE VIENE CONSIGLIATA, PER CHI NON RIESCE A FARNE A MENO, LA MASTURBAZIONE, CHE ESCLUDE IL RISCHIO DI INFEZIONE DA SARS-COV-2 PURCHÉ ESEGUITA IN SOLITUDINE DOPO IL LAVAGGIO DELLE MANI, COME PURE L'ATTIVITÀ SESSUALE A DISTANZA..."
Melania Rizzoli per “Libero quotidiano”
L'espressione sessuale, pur essendo un aspetto centrale della salute umana, sia fisica che psicologica, comportamentale e mentale, non è mai stata tanto mortificata e considerata insidiosa dalla scienza come in questi mesi di pandemia, la quale dottrina afferma senza ombra di dubbio che il "rischio zero" di contagio sessuale dal coronavirus durante un rapporto amoroso al tempo attuale non esiste, perché tale indice è legato esclusivamente all' astinenza totale - peraltro, chiedere di astenersi dal sesso in un momento di grande disagio psicologico come questo è repressivo e frustrante, e secondo la maggioranza degli psichiatri potrebbe essere destabilizzante, depressivo e comportare ulteriori problemi di salute mentale rispetto a quelli che già produce.
Abbiamo tutti imparato che il SARS-CoV-2 è un virus respiratorio che invade la saliva e le secrezioni mucose, che viaggia nelle goccioline e negli aerosol espulsi quando parliamo, tossiamo, ridiamo, starnutiamo, fumiamo e soprattutto quando baciamo, ed è altrettanto chiaro che se ci si bacia e si respira a stretto contatto, come avviene durante un rapporto sessuale, il rischio di contagiarsi, qualora uno dei partner fosse positivo, è assai elevato per non dire inevitabile.
Anche il sesso con chi abita nella stessa casa è considerato ad alto rischio, perché uscendo di casa uno dei partner potrebbe contrarre il virus e diventare inconsapevolmente contagioso, mentre il rischio massimo è quello legato al sesso con persone al di fuori del focolaio domestico delle quali non sono note le frequentazioni.
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Uno studio del Massachusetts General Hospital, coordinato con il McLean Hospital e i professori dell' Università di Harvard, indica come approccio più sicuro per non ammalarsi quello di fare sesso con le persone con le quali si è in quarantena, con coloro cioè con cui si è rinchiusi in casa, e a stretto contatto per almeno due settimane, anche se ovviamente il rischio ritorna nel momento in cui l' isolamento cessa e si mette piede fuori dalla porta d' ingresso, aggiungendo consigli, cito testualmente, come quelli di "ridurre i partner sessuali" ed evitare coloro che manifestino evidenti sintomi, si trattasse anche di un semplice raffreddore o di un febbrile ardore, oltre ad eliminare totalmente i baci, con o senza lingua, insieme ai comportamenti sessuali che comportino rischio di contaminazione.
PROTEGGERSI E SANIFICARE E poi la raccomandazione di pulire e sanificare lo spazio fisico dell' alcova, indossando sempre la mascherina durante tali operazioni di igiene locale, poiché è noto che il Corona è in grado di resistere sulle superfici per giorni, non dimenticando la doccia dopo il rapporto sessuale, strigliando la pelle con i detergenti indicati, poiché sull' epidermide possono restare appiccicate, oltre al profumo del partner, le secrezioni respiratorie infette emesse durante l' atto. Inoltre, dal momento che in questa seconda ondata virale la maggioranza delle persone affette dal virus sono asintomatiche o paucisintomatiche, gli operatori sanitari hanno ben poco da offrire come guida sicura ai pazienti per fornificare, se non quella di astenersi da qualsiasi attività sessuale in presenza.
In realtà le ricerche scientifiche sulle vie di trasmissione sessuale del Covid19 sono ancora poco chiare e contraddittorie, non essendo stata rilevata con certezza la presenza del virus nelle secrezioni vaginali, mentre nel 16% degli uomini il Corona è stato individuato nello sperma e nei testicoli, per cui il secreto spermatico di un soggetto positivo per prudenza viene considerato "potenzialmente infetto" a prescindere, come anche l' urina, definita anch' essa "potenzialmente infettiva", e le feci, le quali in molti casi hanno confermato la presenza del virus ancora attivo (ai pazienti in terapia intensiva viene introdotta una sonda rettale per evitare contaminazioni con il personale sanitario) il quale si propaga dall' orofaringe (attraverso il sesso orale) e dal tratto respiratorio (attraverso il sangue) a tutti gli organi fino ai genitali e alla parte finale del tubo digerente.
Come ai tempi dell' Aids dunque, oggi i contatti interpersonali durante il sesso comportano un rischio sostanziale per la trasmissione della malattia, al punto che viene consigliata, come ulteriore "raccomandazione" per chi non riesce a farne a meno, la masturbazione, che esclude il rischio di infezione da Sars-CoV-2 purché eseguita in solitudine dopo il lavaggio delle mani, come pure l' attività sessuale a distanza (attraverso telefono, chat, video o piattaforme digitali), con buona pace di chi non ha accesso ad internet.
Lo studio succitato indica inoltre, tra le strade percorribili alla ricerca del piacere, quella della "sierodiscriminazione", ovvero quella di fare sesso, sempre con estrema prudenza, con coloro che sono risultati positivi agli anticorpi anti-Covid, con coloro cioè che hanno il test sierologico positivo, i quali si presume siano stati esposti al virus almeno tre mesi prima ed abbiano quindi sviluppato le specifiche difese, un azzardo per il quale però sono necessarie ulteriori ricerche per sapere se si tratti di una strategia efficace.
DEVIARE L' ENERGIA È un dato di fatto, inoltre, che in ogni rapporto sessuale che si definisca tale vengono regolarmente infranti e dimenticati tutti e tre i cardini necessari ormai noti per evitare il contagio, ovvero il distanziamento, la protezione di naso e bocca e l' igiene delle mani che arrivano a toccare tutte le zone critiche del corpo, e se si aggiunge il tempo di 15 minuti, quello critico oltre il quale la contaminazioni è probabile, non c' è scampo per nessuno nemmeno per una "sveltina", anche perché lo studio sottolinea che non esistono soggetti trasmettitori del tutto asintomatici, considerati sempre potenziali eliminatori di particelle infette. Dunque per i single o per chi non ha un partner fisso ed è abituato a rapporti occasionali, l' amore al tempo del Covid è molto difficile se non impossibile, ma anche per tutte le altre categorie degli amanti delle arti erotiche lo studio suggerisce di "deviare" l' energia sessuale repressa o dispersa verso altre pratiche.
Dimenticando però che, pur reinventando l' intimità durante gli interminabili lockdown ai quali siamo sottoposti, anche affettivamente ci troviamo di fronte ad un paradosso: se il bacio è un miraggio, se la trasmissione virale avviene più frequentemente in prossimità tra i corpi che per via sessuale, se un abbraccio stretto, un alito di desiderio, un sospiro o una carezza potrebbero essere più pericolosi di un sano rapporto sessuale, allora per assicurare il rischio zero nessuna linea guida potrebbe funzionare, nessuna potrebbe bastare, e soprattutto ogni regola imposta potrebbe far emergere una paura, quella della vicinanza umana, che spinge ad allontanarsi, a sospettare, a guardare il partner con crescente diffidenza, ad evitarlo come fosse una minaccia e un pericolo mortale, a meno che per raggiungere l' agognata soddisfazione fisica e morale e far trionfare l' amore non ci si armi di tanta, ma tanta fantasia per tenere viva la sessualità, anche in modo semplice, per esempio chiudendo gli occhi, lasciandosi andare e sfidando la sorte.