imperial war museum london

L’ARTE DELLA GUERRA – ALL’IMPERIAL WAR MUSEUM, A LONDRA, È ESPOSTA UNA NUOVA COLLEZIONE DI 500 OPERE SUL TEMA DELLA GUERRA, DALLA PRIMA GUERRA MONDIALE AL CONFLITTO PER LE FALKLAND – ANTONIO RIELLO: “QUESTA MOSTRA È L'OCCASIONE PER UNA RIFLESSIONE COLLETTIVA SUI CONTRADDITTORI (MA INEVITABILI) RAPPORTI TRA ARTE E POTERE, SOPRATTUTTO IN QUESTI ULTIMI ANNI. QUALI SONO I LIMITI (SE CI SONO DEI LIMITI...) CHE L'ESPRESSIONE ARTISTICA HA NELL'ILLUSTRARE LE VICENDE BELLICHE?”

Antonio Riello per Dagospia

 

imperial war museum (2)

Il 10 Novembre si è inaugurata una nuova parte dell'IWM di Londra: le Blavatnik Galleries che espongono, finalmente, la bellezza di 500 opere. Una collezione che prima era parcheggiata nei capienti archivi dell'istituzione (e solo in qualche rara occasione - parzialmente - poteva essere ammirata dal pubblico).

 

L'Imperial War Museum è un museo che nasce nel 1917 per celebrare le glorie militari dell'Impero Britannico. L'edificio, che si trova nella parte Sud di Londra, è decisamente molto particolare (sia all'interno che all'esterno, dove si possono vedere due giganteschi e spaventosi cannoni navali con i loro proiettili). Un museo non "facile" insomma.

 

imperial war museum (4)

Con il tempo comunque matura in una "neutra" (e comunque spettacolare) vetrina/raccolta storica di vicende belliche lontane e vicine. Nell'ultimo decennio si adatta ai cambiamenti voluti dall'elite culturale britannica e diventa una voce critica del passato coloniale del paese e del corollario di performance belliche che l'ha accompagnato. Il pubblico attuale è composto principalmente da scolaresche e appassionati di Storia.

 

imperial war museum bill woodrow

Le opere in mostra - pitture, disegni, fotografie e video/film - hanno tutte un tema che li accomuna: sono espressioni artistiche sul tema della Guerra (vista dalle più svariate angolazioni).

 

Alcuni artisti - in gran parte associati ufficialmente all'Esercito di Sua Maestà con lo scopo appunto di testimoniare gli avvenimenti - hanno visto con i propri occhi lo svolgersi dei combattimenti e la sofferenza dei caduti. Altri invece sono stai al fronte per diretto incarico del IWM. Altri ancora hanno visitato i luoghi per conto proprio ("a proprio rischio e pericolo" come si dice nei comunicati), oppure si sono basati su immagini/racconti fatti da veterani o giornalisti che, a loro volta, erano stati presenti.

 

Il periodo della Prima Guerra Mondiale, in particolare per ciò che riguarda il cosiddetto "Fronte Occidentale", è molto ben rappresentata. Frank Hurley mostra le trincee della famigerata battaglia di Passchendale del 1917. Paul Nash descrive con "Menin Road" (1919) la desolazione della "terra di nessuno" martoriata da migliaia di granate di cannone. Il fratello, John Nash, dipinge nel 1918 un assalto alla baionetta in piena regola.

 

imperial war museum julian travelyan

Percy Wyndham Lewis dipinge nel 1919 una postazione di artiglieria, "A Battery Shelled", con tratti in stile modernista. L'anglo-americano John Singer Sargent crea uno dei suoi capolavori, "Gassed", nel 1919 (era stato personalmente sul fronte ad Ypres associato alla Royal Army). L'opera, potente e di grandi dimensioni (231 x 611 cm), è diventata un simbolo universale degli orrori della guerra chimica: un folto gruppo di soldati, resi ciechi dal gas iprite, cerca di raggiungere a tentoni una infermeria da campo, aiutati da un compagno che ancora ci vede. "An Advanced Dressing Station in France 1918" di Henry Tonks nel 1922 fa vedere il caos senza fine un ospedale in prima linea.

 

iwm sargent, john singer gassed 01

C'è spazio anche per le retrovie e il ruolo femminile. Randolph Schwabe ritrae le volontarie che si occupavano dei lavori nei campi in assenza degli uomini richiamati al fronte. E anche per le (poche) artiste donne. Olive Mudie Cooke racconta la guerra vista da una infermiera. Clare Atwood realizza nel 1920 il bellissimo "Christmas Day in the London Bridge YMCA Canteen" e Flora Lion, nel 1918, il suo - quasi impressionista - "Women's Canteen at Phoenix Works".

 

La Seconda Guerra Mondiale vede numerosi e straordinari disegni - questa volta in stile espressionista - di Henry Moore che ritraggono i civili rifugiati nella metropolitana per sfuggire ai bombardamenti tedeschi su Londra (il "Blitz"). Sullo stesso tema anche dei drammatici disegni di Joseph Gary e di Edward Ardizzone. Toccanti i lavori di Mary Kessel sugli Ebrei imprigionati nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Impressionanti sono poi le visionarie pitture di Julian Trevelyan che immaginano quello che avverrà nel 1940 con settimane di anticipo.

 

imperial war museum steve mcqueen

Si va fino alle ultime avventure militari britanniche in Afghanistan, passando per le Falkland (Jock McFayden con i suoi sardonici ritratti) e per la sanguinosa e infelice spedizione in Iraq. Il tormentato paese medio orientale è il tema/bersaglio delle eccezionali foto di paesaggio di Paul Seawright e dell'installazione di Bill Woodrow.

 

Ma soprattutto dell'opera "Queen and Country", del geniale Steve McQueen, dove i ritratti di 160 soldati caduti in servizio laggiù diventano dei veri e propri francobolli, raccolti in uno speciale archivio che li omaggia e custodisce. Un omaggio sui generis: critico rispetto alle politiche nazionali e al contempo sincero ed affettuoso nei riguardi dei caduti. 

ANTONIO RIELLO - ENGAGED

 

Oggi il vero focus di questa mostra non sta tanto nell'indubbio valore documentario, decisamente unico. Piuttosto viene naturale pensarla come l'occasione per una riflessione collettiva sui contraddittori (ma inevitabili) rapporti tra Arte e Potere, soprattutto in questi ultimi anni. Quali sono i limiti (se ci sono dei limiti...) che l'espressione artistica ha nell'illustrare le vicende belliche? Quali sono le maggiori difficoltà intrinseche che l'Arte ha nel misurarsi con la Cronaca e con la Storia? (L'Arte ambisce alla Storia ma spesso si fa tentare dalla Cronaca...).

 

imperial war museum jock mcfayden

L'attivismo e le opinioni politiche di chi fa Arte possono essere tanto un elemento di generoso impegno quanto una fonte di inconscio pregiudizio. Gli Tsunami emotivi generata ed alimentati dai social complicano ancora di più questo complessa dinamica: la banalità, l'omologazione, la propaganda, la retorica non sono mai trappole facili da evitare in certi contesti.

 

Con certezza si può solo affermare che la narrazione artistica è - da sempre - una forma effettiva e riconosciuta di "Soft Power". Non è affatto vero, come spesso si sente dire, che l'Arte Contemporanea è socialmente inutile (ovvero: solo un trastullo per ricchi acculturati). Le immagini create dagli artisti con la loro sintesi iconica riescono ancora(!) a catalizzare, su grande scala, genuine e serie riflessioni.

 

Imperial War Museum London

BLAVATNIK GALLERIES

Lambeth Road SE1 6HZ Londra

imperial war museum randolph schwabe

Imperial War Museum - Paul NashImperial War Museum - Randolph SchwabeImperial War Museum (5)Imperial War Museum (11)Imperial War Museum Eric KenningtonImperial War Museum - Julian Travelyan

imperial war museum paul seawrightimperial war museum 17imperial war museum 19imperial war museum edward ardizzoneimperial war museum 2imperial war museum 21imperial war museum clare atwoodimperial war museum (5)imperial war museum henry moore (1)imperial war museum flora lionimperial war museum henry tonksimperial war museum henry mooreimperial war museum john grayimperial war museumimperial war museum mary kesselimperial war museum paul nashimperial war museum olive mudieimperial war museum sargent john singer gassed 02

Ultimi Dagoreport

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…