ARTSPIA- DA DOMANI TUTTA LONDRA SARA' IN PREDA ALL'ART ATTACK. L'OFFERTA SUPERA LE FACOLTA' DEI PIEDI UMANI. ECCO DUNQUE LA NOSTRA SCELTA DI POCHI MA BUONI, DAVVERO DA NON PERDERE
Alessandra Mammì per Dago-art
Londra è grande e minaccia anche uno sciopero di metro, quindi nell'art week appena cominciata, al di là della Frieze art fair che naturalmente è tappa d'obbligo, è bene risparmiare energie e non disperdersi tra le troppe inaugurazioni.Ecco la nostra scelta drastica e faziosa con le due o tre cose che davvero bisogna evitare di perdere.
Gerard Richter da Marian Goodman, gallerista mitica che a 86 anni non ha alcuna intenzione di andare in pensione. Anzi sbarca a Londra, apre una grande galleria in Golden Square e mostra i muscoli con un supermostra del più grande pittore vivente. La classe americana non è acqua.
Mario Merz. Orgoglio patrio.Piccola ma intensa retrospettiva alla Pace Gallery, tanto per confermare il perenne fascino dell'Arte Povera
David Hammons. Da non perdere mai. Difficile restare delusi da questo grandissimo e magico poeta visivo, filosofo delle periferie del mondo. Tutti al White Cube Mason's Yard.
Nathalie Djuberg e Hans Berg. Sempre più astratti e mistici e sempre più inquietanti. Quella bionda ragazza che cominciò come una versione horror di Pippi Calzelunghe dell'arte contemporanea è ora artista matura e un filo mistica. Compagna di vita e di lavoro del suo musicista di riferimento costruiscono insieme esperienze complesse per il visitatore. Qualcuno la preferiva da piccola, ma è sempre una bella testa.Alla Lisson Gallery
Mirrorcity. Anche se Southbank Centre è lontano da tutto, vale il viaggio questa carrellata di esperimenti e giovani menti creative che immaginano la città futura tutta fasci muscolari di fibre ottiche e un mondo in bilico fra reale e virtuale
Marathon. Appuntamento d'obbligo. La leggendaria maratona per insonni art addicted di Hans Ulrich Obrist alla Serpentine, Si può scegliere tra la notte del venerdì 18 e quella del sabato 19. Nessun dorma.
Steve MacQueen. Chi lo perde? Se non altro per capire che farà da grande. Continuerà nel tentativo di educare Hollywood con i suoi film difficili, potenti nella forma, complessi nella simbologia (indigesti alle major, quindi) o tornerà a far l'artista e il grande costruttore di immagini qual è? La risposta forse alla Thomas Dane Gallery.
Tracey Emin. Al White Cube di Bermondsey. Una nuova messa in scena intima dell'ex young british artist che ora
sul filo dei cinquanta s'interroga di nuovo a base di neon, disegni, ricami, su di sé, sulla sua sessualità e sul copro che è inevitabilmente cambiato.
Pierre Huygue. Il più interessante artista sulla scena europea non si perde per principio. Non deluderà di sicuro neanche stavolta dove annuncia distopiche immagini dedicate a Fukushina, insetti imprigionati nell'ambra, viaggi attraverso il tempo. Hauser & Wirth, W1.
Pierre-Huyghe-This-is Not-a-Time-for-Dreaming
Matthew Barney: “ Crown Zinc”. Il tramonto dell'era moderna americana raccontato come il libro dei morti. Non sarà una mostra tanto allegra ma anche questa è da vedere(Sadie Coles W1)
1:54 Africa oggi. A Somerset House, ben ventisette accreditate gallerie africane mettono in mostra e in vendita l'ultima produzione del continente in una contro-fiera che già desta l'interesse del mercato come ha dimostrato la grande mostra di Saatchi della scorsa primavera.(Somerset House, WC2)