ATTENTI ALLA LUPA! LA TV IRANIANA CENSURA LE MAMMELLE DEL SIMBOLO DI ROMA – IL PRECEDENTE DEL 2016 AI MUSEI CAPITOLINI PER LA VISITA DI ROHANI – "PIGI" BATTISTA: “A TEHERAN L' OSCURANTISMO DILAGA PURE NEL REGNO ANIMALE. MA L' ISTINTO CENSORIO NON CONOSCE NEMMENO IL SENSO DEL RIDICOLO. UNA RISATA LI SEPPELLIRÀ: MAGARI FOSSE VERO”
Fabio Rossi per il Messaggero
iata dai social, non è passata inosservata tra i tifosi della Roma: la tv iraniana, durante la sfida di Champions League tra il Barcellona e i giallorossi di mercoledì scorso, ha offuscato le mammelle della lupa capitolina. A sollevare il caso è stata la Bbc, raccontando che mentre al Camp Nou si giocava l’andata dei quarti di finale della coppa dei Campioni, il terzo canale satellitare della televisione della Repubblica islamica andava in onda con un dettaglio sfocato del simbolo della Città eterna, evidentemente ritenuto troppo scabroso per il proprio pubblico. E la censura alla lupa - che è, sì, il simbolo della città ma che campeggia anche sullo stemma del club giallorosso - si è poi sommata a un parziale oscuramento dei volti di Romolo e Remo.
STATUE COPERTE AI MUSEI CAPITOLINI PER LA VISITA DI ROHANI
NESSUNA SORPRESA La decisione del broadcast di Teheran, in realtà, non rappresenta una sorpresa: la produzione iraniana deve aver ritenuto che tali “nudità” potessero offendere i propri telespettatori. Due anni fa, in occasione della visita romana del presidente iraniano Hassan Rohani, la statua di Marco Aurelio a cavallo e quelle delle Veneri, nei Musei Capitolini, erano state coperte con pannelli bianchi. Una misura decisa come forma di rispetto nei confronti della cultura e della sensibilità iraniana, evidentemente diversa da quella italiana e occidentale. Tanto che in quella stessa occasione, durante le cerimonie istituzionali, non era stato servito nemmeno il vino: il consumo di alcolici nell’ex Persia è severamente vietato.
STATUE COPERTE AI MUSEI CAPITOLINI PER LA VISITA DI ROHANI
I COMMENTI La decisione del canale satellitare ha comunque scatenato l’ironia sul web. «In 3000 anni, Romolo e Remo erano stati privati solo del latte materno. Ma la tv iraniana ha tolto loro persino il latte della lupa», ha commentato Mehdi Rostampour, giornalista sportivo iraniano che vive in Danimarca, sul suo canale Telegram. Sull’account Twitter in lingua inglese della società giallorossa la risposta è stata affidata a un “meme” che mette a confronto i due loghi, censurato e non: «If you don’t love me at my... then you can still love me at my», ossia «Se non mi ami al mio peggio, non amarmi al mio meglio», è il senso del messaggio. «Siamo fieri del simbolo che rappresenta la nostra città», dicono invece dal Campidoglio.
STATUE COPERTE AI MUSEI CAPITOLINI PER LA VISITA DI ROHANI
2. L'IRAN E LA TV
Pierluigi Battista per il Corriere della Sera
Concentrati da un po' di tempo sull' ondata neocensoria ispirata ai dettami del politicamente corretto, rischiavamo di dimenticarci dell' oscurantismo brutale e spietato, quello di conio antico, dettato dal fondamentalismo religioso e dall' istinto repressivo degli Stati intolleranti. Da Teheran giunge però l' esortazione a non dimenticare.
Un canale di Stato iraniano ha appena cancellato, commentando nientemeno che i risultati della partita di Champions tra Barcellona e Roma, le mammelle con cui la lupa capitolina allatta Romolo e Remo, il simbolo per antonomasia della città e da qualche anno anche simbolo della società sportiva giallorossa. Le mammelle di una lupa che fanno scandalo: sembra satira. Invece è la normalità oppressiva e oscurantista in senso classico di un mondo in cui la censura è onnipotente e pervasiva.
Ce lo ricordiamo soltanto quando un pezzo della nostra società viene coinvolto. Altrimenti l' oppressione quotidiana che permea gli Stati dominati dall' integralismo islamista ci sfuggirebbe del tutto. Ancora abbiamo nella memoria lo zelo ridicolo ma scoraggiante con cui qualche funzionario dei Musei Capitolini a Roma decise di coprire con appositi scatoloni i nudi delle statue antiche per non offendere il presidente iraniano in visita ufficiale. Ma insieme alla lupa capitolina la censura ottusa cancella ogni frammento del corpo umano, e ovviamente di quello femminile in particolare, percepito come fonte di ogni peccaminosità e depravazione. Si cancella il seno.
Si cancellano le gambe. Si cancellano i volti. In quel libro straordinario che è «Leggere Lolita a Teheran», Azar Nafisi racconta come le donne, rinserrate nelle loro case per evitare la sopraffazione violenta dei pasdaran barbuti, gli energumeni del regime, assaporino un pezzetto di libertà usando i cosmetici proibiti e i prodotti di bellezza vietati dal proibizionismo di Stato. Chissà cosa sarà passato nella testa del funzionario della tv di Stato iraniana quando, in una trasmissione dedicata allo sport, ha visto quelle mammelle della lupa che nutrivano Romolo e Remo.
Avrà pensato di oscurare tutto per non passare dei guai. Il ridicolo diventa tragico, le mammelle di una lupa censurate diventano affare di Stato. A Teheran l' oscurantismo dilaga pure nel regno animale, nel mondo dei simboli che noi pensavamo innocenti da tempo immemorabile. Ma l' istinto censorio non conosce confini. E Non conosce nemmeno il senso del ridicolo. Una risata li seppellirà: magari fosse vero.
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