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BABY PELLEGRI DA INCANTO – HA 16 ANNI, E’ IL PIU’ GIOVANE AUTORE DI UNA DOPPIETTA IN SERIE A E ORA PER L'ATTACCANTE DEL GENOA SI SCATENA L’ASTA: LO VOGLIONO JUVE, INTER MILAN, CHELSEA E CITY – SCOPERTO MENTRE PALLEGGIAVA IN SPIAGGIA, IL RAGAZZONE OGGI FA PIANGERE IL PAPÀ, TEAM MANAGER DEL "GRIFO", IN PANCHINA - VIDEO

 

 

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Stefano Agresti per il Corriere della Sera

 

Ci sono campioni, ovviamente brasiliani, scoperti da illuminati talent scout mentre facevano magie sulla sabbia di Copacabana: un classico. Ce n' è uno, naturalmente italiano, anzi ligure, che ha colpito gli osservatori palleggiando su un' altra spiaggia molto più nostra e molto meno nota, quella di Pegli. Lo hanno visto, si stava divertendo con gli amici, era un bambino di otto anni, li ha impressionati: vieni al Genoa, gli hanno detto.

 

Ci è andato di corsa, a quel tempo la sua squadra era la Pegliese ma era un grande tifoso rossoblù.

Così è cominciata l' avventura genoana di Pietro Pellegri, il nuovo fenomeno del gol. Le società cercano potenziali campioni in ogni angolo del mondo, lui ha trovato il club dei sogni a 500 metri da casa. Anche meno.

 

Pietro ha stabilito ogni record di precocità: il più giovane a esordire in serie A assieme al romanista Amedeo Amadei, il cui primato (15 anni e 280 giorni) resisteva dal 1937, e il più giovane a segnare una doppietta, la prima di un «millennial».

 

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È successo contro la Lazio, domenica. Quando ha realizzato la seconda rete il papà è scoppiato a piangere e tutto il mondo ha visto. Già, impossibile non accorgersene visto che Marco, 53 anni (il 64 sulla maglia è dedicato a lui), era seduto in panchina, a pochi metri dal figlio che esultava sotto la curva. Lui è il team manager, la sua carriera dirigenziale è cominciata prima di quella calcistica del figlio, per anni ha lavorato con i giovani poi l' allenatore Juric lo ha voluto accanto a sé.

 

«Questo non è un sogno, ma molto di più. Già l' esordio era stato incredibile, stavolta si è andati oltre. Fin da bambino gli dicevo che sarebbe successo, non per scherzare o per incoraggiarlo ma perché ci credevo».

 

Se vedi papà e figlio, se ascolti ciò che dicono, ti sembra che il mondo si sia capovolto: il ragazzino è freddo, serio, quasi professionale; l' adulto si commuove, si scioglie.

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Luca Barabino, che per nove anni e fino a pochi mesi fa ha seguito e sostenuto i giovani del Genoa, sostiene che Pietro sia sempre stato così: «Ha giocato fin da bambino sotto età e non ha mai avuto paura». Un po' per quel fisico da marcantonio che si ritrova (supera il metro e novanta), un po' per una certa beata sfrontatezza da sedicenne. «Visto come ha guardato duro De Vrij, un difensore di livello internazionale? Ecco, lui è questo».

 

C' è chi sostiene che somigli a Vieri, il padre racconta: «Il suo idolo è Ibrahimovic, per il ruolo, ma è un genoano vero e il suo modello indiscusso era e rimane Marco Rossi, l' ultima nostra bandiera». Chissà come la prenderà, il ragazzo, ora che l' Italia che conta - e paga - guarda a lui: la Juve, l' Inter, soprattutto il Milan. Lo convincerà Riso, il suo procuratore (perché un procuratore ovviamente ce l' ha già), a mollare i colori amati?

 

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Pellegri è l' emblema di un settore giovanile che ha scoperto tanti talenti attorno a sé, in Liguria. «Perché qui il bacino di utenza è quello che è e le società che ci lavorano, le concorrenti, sono tante: la Samp, l' Entella. Perciò li prendiamo da bambini», racconta Michele Sbravati, il direttore tecnico.

 

El Shaarawy è stato individuato a Legino, in provincia di Savona, e l' altro millennial d' oro Salcedo a Sestri Ponente. Sotto la gestione Preziosi, in dodici anni, il club rossoblù ha prodotto 96 professionisti, e oggi proprio Pellegri e Salcedo rappresentano un valore aggiunto nella trattativa per la cessione del club. Già: non è Copacabana, ma anche a Pegli si può scoprire un tesoro.

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