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COME UNA FINALE, PIU’ DI UNA FINALE - STASERA BAYERN-REAL, LA PARTITISSIMA TRA GIGANTI DEL CALCIO EUROPEO – I DUE CLUB SOMMANO PIU’ DI UN MILIARDO DI FATTURATO E CON IL BARCELLONA HANNO DOMINATO IL NUOVO MILLENNIO – LA SFIDA NELLA SFIDA: IL “MAESTRO” ANCELOTTI CONTRO “L’ALLIEVO” ZIDANE - VIDEO
Jacopo D’Orsi per la Stampa
Come una finale, più di una finale. Bayern-Real è semplicemente il massimo. È l'«altra» finale, dopo Juve-Barcellona, sistemata per caso nei quarti dal capriccio del sorteggio, anche se il vero classico d' Europa - con questo siamo ai rendez-vous numero 23 e 24 - finora non è mai valso il trofeo. Neanche stavolta lo mette in palio, eppure la sensazione è che tra Allianz Arena (stasera) e Bernabeu (martedì) si scriverà parecchia della storia di questa Champions.
Oltre un miliardo Bastano i numeri per misurare la sfida tra giganti che sommano più di un miliardo di fatturato. Sempre in semifinale nelle ultime cinque edizioni, Bayern e Real insieme con il Barça (in totale 10 coppe su 16) hanno dominato il nuovo millennio. Eppure in mezzo a tanta opulenza, a questo groviglio di campioni, l' orchestra bavarese contro l' all-star di Florentino Perez, spicca una questione di cuore in panchina, perché la partitissima sarà soprattutto la sfida fra maestro e allievo, fra padre e figlio (calcistico), fra Carlo Ancelotti e Zinedine Zidane.
Insieme alla Juve quasi vent' anni fa da allenatore e giocatore, mai amati fino in fondo anche per via di quei due scudetti solo sfiorati, si sono rifatti nel 2014 - da tecnico e vice - alzando la storica «Decima» del club più ricco e più potente del mondo.
Dopo l' anno sabbatico di Ancelotti, cacciato da Perez e sostituito da Benitez poi a sua volta rimpiazzato da Zizou, il destino li mette subito di fronte. Nel frattempo il francese ha bruciato le tappe: gli sono bastati 12 mesi di panchina per diventare campione d' Europa e del mondo, raggiungendo il maestro tra i quattro che hanno saputo farlo sia in campo sia in panchina. «È già un grande allenatore - dice di lui Ancelotti - ho sempre saputo che aveva tutte le qualità per diventare bravo, ma non basta essere stato giocatore: devi aggiornarti, studiare e fare esperienza, l' ha fatto partendo dal basso. Da lui ho anche imparato: ad esempio, ai tempi della Juve, quanto è importante avere buoni rapporti con i giocatori».
Allo specchio Giocarsi la semifinale - sarebbe la settima di fila per il Real o la sesta per il Bayern, in ogni caso un record - sarà un po' come guardarsi allo specchio. Se il Bayern è in ansia per Lewandowski (spalla destra ammaccata, «giocherà se non sentirà dolore») dopo aver perso Hummels ma recuperato Neuer e Müller, il carrozzone Real arriva in Baviera scortato dai dubbi sulla BBC - Bale è nel mirino della critica da quando è rientrato dopo l' infortunio, Ronaldo in blanco non ha mai segnato così poco - e con l' emergenza in difesa.
A Zidane restano solo Nacho e il totem Sergio Ramos, diffidato, che qui con una doppietta tre anni fa decise l' ultimo incrocio (0-4). Era il Real di Ancelotti, che adesso sta dall' altra parte.
«Non sarà un vantaggio conoscersi bene ma nemmeno uno svantaggio - così Zizou -. Io penso che il mio Madrid sia meglio del suo, ma dobbiamo dimostrarlo in campo». «Sono molto contento per quel che sta facendo lui, ma se voglio dormire bene stanotte devo pensare che il mio Real fosse migliore», risponde Ancelotti. Palla al centro.