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IL CREPUSCOLO DEL PUPONE - BECCANTINI: “SPALLETTI HA EREDITATO UNA SQUADRA BOLLITA E L'HA FATTA RINASCERE. È COMINCIATA LA ROMA DEL DOPO TOTTI. SENZA DI LUI, LA ROMA VOLA. SI CHIAMA LEGGE DEL TEMPO”

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Roberto Beccantini per il “Fatto Quotidiano”

 

L' insostenibile leggerezza dell' essere (una bandiera). Quando Alessandro Del Piero comunicò che, con la Juventus e per la Juventus, avrebbe giocato anche gratis, Andrea Agnelli gli rispose dall' assemblea degli azionisti: "Invito tutti i presenti a tributare un caloroso applauso al nostro capitano che a fine stagione ci lascerà".

 

Era l' ottobre del 2011 e la Juventus veniva da due settimi posti. Agnelli l' aveva appena consegnata al martello di Antonio Conte. In rapida sequenza, arrivarono quattro scudetti: e solo il primo con gli spiccioli di Del Piero.
 

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Anche Francesco Totti, sotto contratto fino al 30 giugno, ha buttato lì che, per la Roma, giocherebbe gratis. James Pallotta, da Boston, gli ha fatto capire che, insomma, lo preferirebbe dirigente. Il 27 settembre, tra parentesi, ne compie quaranta.
 

Qual è il problema? Senza Totti, la Roma vola. La Roma di Luciano Spalletti, la squadra che, anarchica e bollita, l' allenatore toscano aveva ereditato da un Rudi Garcia in disarmo e, con calma, ha ricostruito.

 

Un punto in due partite, e poi il filotto di nove vittorie e un pareggio. Ultimo scalpo, la Lazio. Il 4-1 del derby è costato la panchina a Stefano Pioli. Tocca a Simone Inzaghi, fratello di quel Pippo che Silvio Berlusconi aveva voluto al Milan per poi sostituirlo con Sinisa Mihajlovic.
 

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Un classico. Gli allenatori sono pagati per pagare. Claudio Lotito frigge: dopo Carpi e Frosinone, "rischia" di salire in A il Crotone. Il destino si sta leccando i baffi.


Senza Totti. E senza Daniele De Rossi, il capitan Futuro, 33 anni a luglio, il più pagato di tutta la Serie A (6,5 milioni netti a stagione). Non gioca titolare, De Rossi, dalla trasferta di Reggio Emilia con il Sassuolo. Vaghi scampoli e stop.
Nel caso di Totti, la scelta è stata esclusivamente tecnica.
 

La domenica di Roma-Palermo, Spalletti lo mise addirittura fuori rosa. Motivo scatenante, un' intervista non gradita. Avrebbe dovuto giocare dall' inizio, Francesco. Saltò tutto per aria.
 

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Nel caso di De Rossi, viceversa, è stato un infortunio a orientare le nuove gerarchie.
E così, tagli netti. Impopolari, spericolati ma netti. E, dettaglio non trascurabile, confortati dai risultati. Se Del Piero poteva contare su una folla di devoti, Totti ha sempre avuto, dalla sua, un esercito di genitori. Una bella differenza. Titillato dai tesori del mercato invernale - Stephan El Shaarawy, Diego Perotti, Ervin Zukanovic - e coperto dalla società, Spalletti si è dedicato a riportare quell' ordine che il sergente francese non aveva più saputo imporre.
 

Il popolo romanista ha atteso, perplesso. È successo che con Perotti alla Totti la Roma ha cambiato marcia, e con Keita alla De Rossi ha continuato a vincere. È successo che la Roma si è messa a giocare un signor calcio, tanto da insidiare la piazza d' onore del Napoli: meno quattro, e il confronto diretto all' Olimpico (lunedì 25 aprile).

PJANICPJANIC

 

E occhio alle scosse tattiche del mister: Radja Nainggolan liberato dalla selva del centrocampo; Miralem Pjanic più dentro al gioco; falso nueve o vero nove a seconda delle esigenze; le lune di Edin Dzeko e Mohamed Salah sotto controllo. E zero alibi. La guerra che Spalletti ha dichiarato a tutte le armi di distrazione di massa che, per decenni, i bar sport si passavano di complotto in complotto, ecco, questa guerra rappresenta la svolta più straordinaria, l' atto più educativo.
 

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Nella mia griglia estiva la Roma (di Garcia, allora) figurava subito dietro la Juventus. E il 28 ottobre era prima. Per carità, Totti è Totti, così come Del Piero era Del Piero fino a quando non decise di fare il Buffalo Bill in Australia e India. Il ritiro costituisce sempre un confine delicato, complicato. Più hai dato, più ritieni di dover ricevere. E così persino una chiarezza chirurgica come quella di Spalletti può sembrare mancanza di rispetto, di gratitudine. Invece no.

 

CONTECONTE

Si chiama legge del tempo. È cominciata, ufficialmente, la Roma del dopo Totti. Piano con i voli pindarici: di sicuro, è una notizia. Come è notizia di ieri la firma di Conte al Chelsea: 20 milioni fino al 2019. Arrosto di Londra, altro che fumo. Gli Europei con la Nazionale e poi la Premier. Nel blu dipinto di blu. Felice di stare lassù.

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