roma bate borisov

DOTTO! - IL CALCIO A ROMA È FINITO. SIPARIO. SULLA CAROGNA RESIDUA SVOLAZZANO A BANCHETTARE DECINE DI AVVOLTOI SOTTO SPOGLIE DIVERSE - STADI, RADIO, BAR, SALOTTI TV, TRASFORMATI IN TRIBUNALI DEL CALCIO, FORCHE E GOGNE. L’ISIS DEL TIFO È A ROMA

roma bate borisov 96roma bate borisov 96

Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia

 

Il pallone che rotola con la sua incorporata e magnifica ottusità resta l’unica cosa vitale. Ragionando serenamente su quello che sta accadendo di questi tempi tra Olimpico, Trigoria e Formello, la conclusione è solo una: il calcio a Roma è finito. Sipario.

 

roma bate borisov 56roma bate borisov 56

Sulla carogna residua svolazzano a banchettare decine di avvoltoi sotto spoglie diverse, le gole smaniose dei Microfonati, l’esercito sempre più famelico degli Opinionisti della domenica, ma anche del sabato, del lunedì, del martedì e di tutta la settimana, incluse le feste comandate, piccoli, famelici mostri generati dall’insulsa democrazia dei vecchi e nuovi media.

 

Stadi, radio, televisioni, bar, salotti, trasformati in tribunali del calcio, forche e gogne. L’Isis del tifo uguale boia che molla è a Roma. Il grottesco tocca il suo apice e diventa ridicolo alias sublime nella cosiddetta protesta delle curve.

roma bate borisov 7roma bate borisov 7

 

La Sud e la Nord accomunate nell’allucinazione di credersi “padrone” di uno spazio che probabilmente non esiste più, un simulacro da ciarpame ideologico, da farci al massimo un poster da appendere nella cameretta e smemorare in fretta.

 

PALLOTTAPALLOTTA

“La Roma siamo noi”, delirano le curve mentre la Roma si estingue per mancanza di curve, agonia piatta, e non sa più chi è. L’idolatria della squadra del cuore soppiantata dall’idolatria di se stessi. Se un tempo la fede calcistica era devozione genuflessa, qua e là attraversata da scariche feroci, contrappassi del troppo amore, oggi è rimasto solo il rumore sordo, il basso continuo dei predatori che beccano la carogna e delle onnipotenze curvaiole. Il calcio a Roma oggi è uno spettacolo ai confini del macabro.

 

PALLOTTA SABATINIPALLOTTA SABATINI

Per i pochi o tanti coglioni che credono ancora nel calcio come festa collettiva, partecipazione, fenomeno surrettizio di fede e di passione, qui, nella sempre più degradata capitale, siamo all’opposto. Una pornografica, aberrante e ammorbante ricerca del tutti contro tutti. Il livore come motore.

 

Daniele De Rossi, mangiato dalla tensione, che incita i suoi a sparire nel tunnel a fine partita è l’immagine. Sparire. Non resta altro. Non si può giudicare le desolante non partita della Roma contro i modestissimi bielorussi senza tener conto del deserto ostile che ha fatto da cornice.

progetto nuovo stadioprogetto nuovo stadio

 

Dentro la cornice, i movimenti meccanici, impauriti, di dieci ragazzi più un portiere, sufficientemente straniero per fottersene e regalare miracoli. I danni collaterali di questa che anche Rudi Garcia ha chiamato la “negatività” di Roma (ma vedi anche la recente intervista di Astori, ex giallorosso, “il male della Roma è la negatività che filtra nello spogliatoio”) sono incalcolabili. Presto nessuno vorrà più venire in questa città a farsi insultare dalla mattina alla sera da qualunque sfigato. Roma calcistica si è avvitata in una spirale suicida, di cui non si vede la via d’uscita.

 

JAMES PALLOTTA CONTESTATO DAI TIFOSI DELLA ROMAJAMES PALLOTTA CONTESTATO DAI TIFOSI DELLA ROMA

Il paradosso è che, in un contesto del genere, si stia pensando a uno stadio nuovo. James Pallotta. Un uomo verticale. A volte sono i paradossi dotati di genio a trasformare la merda in oro. Gli auguriamo sia questo il caso. Di certo, la strada è un Everest. Nel frattempo l’Amerikano Fumantino arriva ogni tanto da Boston e cade nella trappola del “tutti contro tutti”.

 

Si becca insulti e striscioni da chiunque, del “porco” e del “cane”, persino dal prefetto (la scelta dell’ “iperbole”, piuttosto che un’altra, caro prefetto, confessa il subliminale molto aggressivo del messaggio), molla la sua ruvida replica e se ne torna a Boston, metterà un oceano tra sé e il problema, lasciando sul selciato di Roma morti e feriti, tra impotenti dipendenti e stravaganti controfigure, incapaci e non autorizzati a governare tanto bordello.

 

pallotta garciapallotta garcia

Pallotta è uomo fegatoso. Ha lo sfogo in canna. Sfanculare pubblicamente i media ha un suo perché, lo si può capire, ma farlo così serve solo ad alimentare il disastro, oltre che a fornire pericolosi alibi a se stessi. Vie d’uscita? Vederne una oggi è dura. Occorrerebbe l’ottimismo dell’idiozia.

 

Il consiglio a Pallotta e a Lotito è d’infilarsi l’elmetto, mettersi la sordina e investire tutto quello che hanno e non hanno nel tirare su una squadra davvero vincente. E a Roma, più che altrove, per vincere ci vogliono draghi che sputano fuoco. Solo a partire dalla vittoria si può riaccendere, forse, un’inversione di tendenza e immaginare stadi nuovi.

PALLOTTA GARCIAPALLOTTA GARCIA

 

L’errore pacchiano è stato ieri spacciare la qualificazione come un successo. Negare l’evidenza, nel contesto di una tifoseria, quel che resta, umiliata e ferita, aiuta solo a moltiplicare il malessere. Appellarsi alla ventina di tiri in porta, di cui due terzi tremolanti, flaccidi e scentrati, non prendere atto che si è apparentemente vivi solo per le imprese di un polacco a Roma e di un tedesco a Leverkusen, significa nascondere a se stessi che questa Roma, da qui a tre giorni, a Napoli, rischia l’ennesima vergogna. Essere malati è un problema serio, non prenderne atto è la fine.

 

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…