enzo bearzot e la figlia cinzia

“PRIMA DI SPAGNA ’82 LO ACCUSARONO DI ESSERE IGNORANTE E STUPIDO. UNA CRITICA PARADOSSALE CHE NON SI MERITAVA. AMAVA LA POESIA, ERA ESPERTO DI ARTE” - ENZO BEARZOT RACCONTATO DALLA FIGLIA CINZIA (DOCENTE UNIVERSITARIA): “ERA MOLTO INTRANSIGENTE: PER UN 7 IN MATEMATICA VENNE GIÙ IL SOFFITTO” – IL BACIO CON ZOFF, IL RAPPORTO CON ROSSI, L’INCHIESTA DEL 1984 SULLE PRESUNTE COMBINE NELLA PRIMA FASE DEL MUNDIAL – “FU UN MOMENTO DIFFICILE, CI RIPETEVA CHE GLI DISPIACEVA CHE CI DOVESSIMO VERGOGNARE DI FRONTE ALL’OPINIONE PUBBLICA. GLI DISSI CHE NON CI PENSAVO NEMMENO A VERGOGNARMI – LA POLITICA? AVEVA AVUTO DELLE PROPOSTE, MA NON AVEVA ACCETTATO PER…”

Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

Professoressa Bearzot, le piace il calcio?

cinzia enzo bearzot

«Sì, da sempre. Non ho particolari competenze, ma se c’è una bella partita la guardo. Sono interista per la Grande Inter degli anni 60: anche papà, pur avendo il cuore profondamente granata, aveva molta simpatia per l’Inter».

 

I suoi studenti universitari sono ancora sensibili al cognome del c.t. campione del mondo nel 1982?

«Solo i grandissimi appassionati colgono subito il rapporto. In passato chiaramente era più immediato, ma il bombardamento di informazioni rende difficile stratificare una memoria solida».

 

(...)

 

Qual è il primo flash della sua infanzia con lui?

«Alla sera, quando andavamo a dormire, faceva il buffone sulla porta. Era molto divertente: quando c’era, ci faceva ridere molto».

 

Gli pesava stare spesso lontano da casa?

enzo bearzot dino zoff

«Aveva dei sensi di colpa, ma ho sempre cercato di dirgli che non doveva averne. Io non ho mai sentito la mancanza di un padre, anzi: a volte era anche troppo presente, perché era molto attento, sempre interessato a quello che facevo e a come lo facevo.

Era un vero educatore».

 

Se i muri della vostra casa di Milano potessero raccontare la sua adolescenza cosa direbbero?

«A me piaceva molto studiare e a scuola ero brava, ma lui era molto intransigente: per un 7 in matematica venne giù il soffitto. Si rifaceva alla parabola dei talenti, che sono da far fruttare, per non offendere il creatore».

 

Era religioso?

«Era credente: faceva spesso riferimento al Vangelo».

 

Raccontava mai degli anni della guerra?

«Sì, ma è sempre rimasto in collegio dai salesiani a Gorizia e sapeva che era una situazione di grande privilegio».

cinzia bearzot

 

Era di famiglia agiata?

«Mio nonno era direttore di banca, che agli inizi del 900 non era una cosa da poco».

 

 

(...)

Il grande Gian Paolo Ormezzano raccontava che il c.t. citava spesso un poeta turco: di chi si trattava?

«Nazim Hikmet: la poesia era una delle sue numerose passioni. Molti dei suoi libri, come quelli d’arte, li ho regalati all’Università, ma alcuni li ho tenuti. E fra questi ci sono quelli di poesia e di letteratura americana».

 

Parlavate molto di libri?

«Sì, gli devo molto dal punto di vista culturale: Steinbeck ad esempio l’ho conosciuto attraverso di lui. Bruno Pizzul diceva che papà era un esperto di arte fiamminga: con lui si poteva parlare di tutto».

 

Il libro della vita qual era?

«Mi citava sempre “Il piccolo campo” di Caldwell. Lo conservo religiosamente».

 

Cultura e calcio oggi sembrano abbastanza distanti.

«Una volta era anche peggio e la differenza culturale non credo che l’abbia aiutato nelle relazioni. Tra gli attacchi prima di Spagna ’82 c’era anche l’accusa di essere ignorante e stupido, che davvero non si meritava. Era paradossale e io ho sofferto molto».

ENZO BEARZOT E PAOLO ROSSI

 

È vero che era sua madre Luisa a fare da filtro alle telefonate per il c.t.?

«Sì, mia mamma era terribile! E partecipava molto alla vita professionale di papà: secondo me anche troppo, perché le intenzioni di mio padre erano quelle di tenere separate la famiglia e la professione, per proteggerci».

 

Che coppia formavano?

«Si sono conosciuti sul tram e sono stati assieme cinquanta anni. Però erano molto diversi: ogni tanto facevano scintille».

 

Guardando la foto del suo matrimonio, all’altare accanto a suo padre non si capisce chi fosse più teso.

«Lui quel giorno era intrattabile e aveva una faccia patibolare: sembrava fosse al mio funerale e mi comunicava una certa angoscia. Mi sono sposata al pomeriggio e al mattino eravamo a casa solo io e lui: è rimasto sul divano per tutto il tempo. Eravamo molto legati e l’idea che andassi via non gli piaceva, anche se avevo già 26 anni».

 

ZOFF CAUSIO PERTINI BEARZOT

Lei insegna storia greca: il calcio è (o è stato) una mitologia contemporanea?

«Un pochino direi di sì. Il trionfo del 1982 è stato qualcosa di epico e in questi termini viene ricordato. Penso che sia così per tutti quelli che l’hanno vissuto».

 

Suo padre era un moralista, nel senso nobile, e seppe leggere dentro Rossi reduce dalla squalifica.

«Questa è una cosa molto importante: non restare alla superficie dell’immagine mediologica. Rossi era in un momento molto difficile, umano e atletico, ma la volontà di papà nel recuperarlo è stata tenace. Con altri, che avevano trasgredito le regole del ritiro, non tornò mai sui suoi passi: aveva capito di non potersi fidare. E io gli dicevo che era un po’ troppo intransigente».

 

Al Mundial aveva 56 anni eppure era già «il Vecio».

CICCIO GRAZIANI BEARZOT

«Merito di Giovanni Arpino, che lo definì così. Ma anche della sua espressione, quasi da eroe antico. E della sua concezione dello sport, che era antica anche quella».

 

È stata mai gelosa del rapporto di papà coi giocatori?

«Al contrario, quando tanti hanno detto che per loro era come un padre, mi ha fatto molto piacere: significa che nel lavoro era come a casa».

 

Dell’offerta dell’Arsenal nel 1978 ne parlava?

«Sì e anche di altre. Ma lui era del tutto indifferente al denaro, faceva solo quello che si sentiva di fare. E diceva anche di non reggere lo stress della partita settimanale».

beppe viola bearzot

 

La notte dell’11 luglio 1982 lei festeggiò in strada?

«No, ma sbattevo pentole e coperchi dalla finestra per fare un po’ di cagnara».

 

Vi siete parlati subito?

«Solo quando siamo andati a prenderlo all’aeroporto, con due stampe del mondo da regalargli: per l’impresa del Mondiale ci sembrava una bella idea».

 

Quando vide Zoff baciarlo sulla guancia cosa pensò?

«Si davano del lei in pubblico: la trovai una cosa profondamente commovente».

 

L’inchiesta del 1984 sulle presunte combine nella prima fase del Mundial lo ferì?

enzo bearzot la partita by trellini

«Fu un momento difficile, ci ripeteva che gli dispiaceva che ci dovessimo vergognare di fronte all’opinione pubblica. Gli dissi che non ci pensavo nemmeno a vergognarmi».

 

Fu tentato dalla politica?

«Aveva avuto delle proposte, ma non aveva accettato. Per la sua assoluta incapacità di scendere a compromessi».

 

Gli anni della malattia come sono stati?

«Fino a un certo punto l’ha vissuta con una certa volontà di combattere. Negli ultimi mesi ci fu l’incontro con Paolo Rossi in montagna. E mentre parlavano, mio padre gli disse “Stavolta siamo al dunque”. Lui lo chiamava il redde rationem , con consapevolezza».

enzo bearzot

 

Lo stadio Enzo Bearzot è solo a Gorizia. Un po’ poco?

«In realtà altri piccoli paesi gli hanno intitolato un impianto sportivo e questo è molto bello, perché papà era convinto del valore formativo dello sport. A Milano o in altre grandi città invece non c’è stata mai alcuna iniziativa».

ZOFF ROSSI BEARZOTgiacca di enzo bearzot al mondiale spagna 1982dino zoff enzo bearzot 2cinzia bearzotenzo bearzot e paolo rossidino zoff enzo bearzot 1lippi bearzotbearzotbearzot

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….