allegri galeone

GALEONE FA 80 - ''SESSO PRIMA DELLA PARTITA? NON SONO MAI STATO IN GRADO DI ORGANIZZARE IL MIO, FIGURIAMOCI QUELLO DEGLI ALTRI'' – L’ALLENATORE-MITO SI RACCONTA: DA MARADONA CHE LO VOLEVA NEL SUO NAPOLI A MESSI CHE PREFERISCE A CR7 (“TROPPO COSTRUITO”) – "GATTUSO? LO STIMO. HA FATTO LA GAVETTA. NON COME PIRLO"- IL FIGLIOCCIO ALLEGRI, GLI ALLIEVI GASPERINI E GIAMPAOLO (“UN TESTONE, PEGGIO DI SARRI”), IL CT MANCINI "ARRIVATO IN PANCHINA CON UN SOTTERFUGIO" - LA "BELLA MOGLIE" DI JARDEL- VIDEO

 

https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/39-39-sesso-prima-partita-non-sono-mai-stato-grado-206640.htm

 

BRUNO MAJORANO per il Mattino

 

«Buonasera Galeone, la disturbo?».

«Ora no, ma senza andare troppo per le lunghe, perché alle 18 devo vedere Udinese-Inter».

 

MARCO GIAMPAOLO - MASSIMILIANO ALLEGRI - GIOVANNI GALEONE

Domani Giovanni Galeone compie 80 anni, ma la testa è ancora quella di un ragazzino. Pensa al calcio, guarda il calcio e vive di calcio. Festeggerà a Udine, dopo 35 anni senza tornare nella Pescara dove lo ricordano per quella squadra spettacolare che negli anni 80 incantava e divertiva. Tra gol fatti e gol subiti, ogni domenica era una festa: di sicuro non si correva il rischio di annoiarsi.

 

E oggi questo calcio che tanto segue cosa le dice?

«Questa moda di dover partire a tutti i costi da dietro, alle volte mi fa ridere. Stanno ore a passarsi la palla nell'area piccola e mi chiedo: cosa ci fanno? Non esiste. Non riesco a concepire il fatto che il portiere tocchi più palloni del centrocampista. Mi viene il latte alle ginocchia».

 

Quando allenava lei, però, non ci dica che non esistevano le mode...

giovanni galeone

«Certo. C'era quella del Milan di Sacchi. Tutti provavano a copiarlo con il 4-4-2 e facendo pressing».

 

E poi?

«Dopo si è passati alla moda del possesso palla di Guardiola al Barcellona. Ma già al Bayern non è riuscito più a replicarlo. Perché quel Barcellona è irripetibile».

 

E allora ok le mode che non le vanno giù, ma c'è una squadra di serie A che le piace?

«L'Atalanta del mio allievo Gasperini».

Ma la sua filosofia di gioco non era un'altra?

«Sì, infatti, questa è più aggressiva rispetto a quello che volevo io. Gian Piero ha snaturato il mio 4-3-3 soprattutto con i tre in difesa, cosa che io non ho mai fatto. Come me, però, predica un bel gioco facendo affidamento sulla tecnica. E poi non ha paura di buttare dentro i giovani».

 

A proposito di giovani: nel suo Pescara lei ha fatto crescere anche Allegri, il suo figlioccio.

giovanni galeone

«Max privilegia la tecnica alla grinta e alla tattica. E poi è molto bravo a leggere le partite. Vede dove può colpire l'avversario e lo colpisce».

 

Chi invece tra i suoi discepoli ha fallito con il Torino è Giampaolo: se lo aspettava?

«Più che altro mi aspettavo che avrebbe avuto difficoltà. E infatti glielo dissi subiti».

 

Davvero?

«Ha preso la squadra che nel girone di ritorno dell'anno scorso giocava il peggior calcio d'Europa. Erano inguardabili, rimetterli in piedi non era semplice. E poi Marco ha una testa peggio di Sarri».

 

In che senso?

«Sono testoni. Si mettono in testa un certo tipo di gioco e non cambiano».

 

Non è stato un suo allievo, ma Gattuso le piace?

«Ho visto giocare il Napoli a Cagliari e mi è piaciuto tantissimo, anche se Gattuso è uno di quelli che insiste troppo con le giocate da dietro che non mi piacciono. Però lo stimo. Ha fatto la gavetta. Non come Pirlo che invece si è ritrovato sulla panchina della Juve dalla sera alla mattina».

giovanni galeone

 

Ma restiamo sul Napoli, anzi sul suo Napoli, quello della stagione 1997-98.

«È stata l'unica scelta che non rifarei in tutta la mia carriera. Lo definisco un errore di presunzione. Andare in una squadra dalla quale Mazzone era scappato era una follia».

 

E lei a Napoli è nato: che ricordi ha di quei tempi?

«Mio padre era ingegnere all'Italsider e io sono nato a Bagnoli: un paradiso. Ho vissuto lì per 7 anni. Era il periodo della seconda guerra mondiale e sopra casa nostra c'era il comando delle forze americane dei Campi Flegrei. Il mio passatempo preferito era il cinema: andavo a vedere quasi un film al giorno».

 

E Napoli per lei vuol dire anche Maradona...

«Lo incontrai a cena alla Sacrestia l'anno dopo il primo scudetto. Mi disse: Deve essere il mio prossimo allenatore.»

 

E poi come andò?

giovanni galeone massimiliano allegri

«Avevo parlato con Moggi e sembrava tutto fatto. Avrebbero dovuto mandar via Bianchi, e invece mandarono via i giocatori. Ovviamente ci sono rimasto molto male, ma il rapporto personale era con Diego. Quando lo affrontavo con le mie squadre non lo facevo marcare. Mi dicevo: ho la possibilità di vederlo dal vivo, non posso perdermi lo spettacolo. Quando ho saputo della sua morte è stato un dolore immenso».

giovanni galeone

 

Oggi si parla tanto di Messi e Ronaldo: lei chi avrebbe voluto allenare?

«Senza dubbio Messi. Ronaldo è un grandissimo giocatore, molto costruito. Messi, invece, è un vero fuoriclasse: è il calcio».

 

Chiudiamo il cerchio tornando all'inizio: la filosofia del calcio di oggi. Quella della Nazionale le piace?

«Molto e il merito è di Mancini. È cambiato completamente da quando ha iniziato. È diventato internazionale. All'inizio ammetto che non gli volevo molto bene, perché era arrivato in panchina con un sotterfugio. Da calciatore lo rispettavo perché a mio avviso aveva ricevuto meno di quel che avrebbe meritato. Ora da allenatore mi piace perché riesce a tirare fuori il meglio da giocatori che non sono fenomeni».

giovanni galeone massimiliano allegriallegri galeoneSLISKOVIC GALEONE JUNIORGALEONESLISKOVIC GALEONEGIOVANNI GALEONE allegri galeonegasperiniGATTUSO PIRLO 1MARADONA 5roberto mancini ospite di ti sento 3roberto mancini ospite di ti sentoallegri galeonemario jardelmario jardelmario jardelgiovanni galeone massimiliano allegri

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…