leonardo mostra al louvre

BISOGNA ESSERE PROPRIO FRANCESI DENTRO PER INTITOLARE LA GRANDE MOSTRA SUI 500 ANNI DALLA MORTE DI LEONARDO “LÉONARD DE VINCI” – I CURATORI DEL LOUVRE, VINCENT DELIEUVIN E LOUIS FRANK (CIOÈ VINCENZO E LUIGI FRANCO) SPIEGANO I MOTIVI. MA UNA SPIEGAZIONE CE L’ABBIAMO ANCHE NOI. I DUE NON HANNO UNA SERIE DI PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE SU LEONARDO MOLTO VASTA. ANZI, SOLO PUBBLICAZIONI… MOLTO FRANCESI!

DAGOREPORT

LEONARD DE VINCI

Bisogna essere proprio francesi dentro per intitolare la grande mostra sui 500 anni dalla morte di Leonardo al Louvre che si inaugura oggi “Léonard de Vinci” (pronuncia con accento sulla i, Vincì, Vensì), come se alla National Gallery nel 2011 avessero intitolato la mostra su Leonardo “Leonard from Vincy” oppure a Berlino “Leonhard von Vinci” o qualcosa del genere. Soprattutto, cosa diremmo noi all’apparire di mostre intitolate “Eugenio della Croce”, anziché Eugène Delacroix oppure Guglielmo da Stratfor sull’Avon anziché William Shakespeare

 

Ci fu un tempo in cui lo si faceva anche da noi questo giochetto di nazionalizzare i nomi altrui: era quel tempo, il tempo autarchico, il tempo innominabile per l’intellighenzia italica sempre pronta a incensare la Francia, a voler imitare la Francia a vedere nella Francia il modello culturale per eccellenza. Sì negli anni Trenta anche da noi c’erano Riccardo Wagner e la “Carmencita” a teatro, ma non pensiamo certo di ritrovarli adesso nei cartelloni della Scala (se uno adesso dice: “Vado a vedere Tristano e Isotta” lo guardano come un poveretto).

louvre

 

Ma una spiegazione sul perché hanno dato questo titolo, i due curatori della mostra del Louvre, Vincent Delieuvin e Luois Frank (cioè Vincenzo e Luigi Franco), ce l’hanno: “Leonardo è diventato internazionale quando ha assunto il nome francese”. Cioè, finché si chiamava al magister Lionardo era un pirla a caso; poi, quando Francesco I lo ha invitato ad Ambosa - dove è morto dopo una “minestra che si fredda” (le sue ultime parole sono in italiano) – è diventato Léonard il genio universale.

 

Vincent Delieuvin e Louis Frank

Così, in mostra, è tutto un fiorire di “Michel -Ange”, “Homme de Vitruve” e via dicendo, loin de dire. In mostra ci sono i preziosi e quasi mai esposti taccuini di Leonardo dell’Institut de France, che sono diventati importanti dopo che Napoleone – a seguito del Trattato di Tolentino – li ha portati da Milano alla Francia e mai più restituiti; prima erano scarabocchi. Sono piccolissimi, mica enorme come “Le nozze di Cana” del Veronese, un tempo nel refettorio palladiano dell’Isola di San Giorgio e ora di fronte alla “Gioconda”... Ma ça va…

Salvator Mundi de Ganay

 

Tuttavia, una spiegazione ce l’abbiamo anche noi. Non è che i due giovani curatori (che, per altro, firmano quasi tutti i saggi del catalogo senza coinvolgere altri studiosi inglesi, italiani, americani…) abbiano una serie di pubblicazioni scientifiche su Leonardo molto vasta! Anzi, solo pubblicazioni… molto francesi! Vincenzo ha pubblicato alcuni studi, ma praticamente tutti per Louvre editions; Luigi Franco ha curato (insieme a una studiosa italiana) una edizione critica della “Vita” che l’italiano Vasari dedica a Leonardo, sempre Louvre editions. C’est tout.

 

 

 

 

Vincent DelieuvinLEONARD DE VINCI

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