“IL CASO DOPING CHE HA COINVOLTO SINNER? NON È SOLO COLPA MIA” – PARLA GIACOMO NALDI, IL FISIOTERAPISTA LICENZIATO DAL TENNISTA AZZURRO DOPO IL CASO CLOSTEBOL: "SONO DISPIACIUTO COME TUTTI, MA NON POSSO DIRE ALTRO PERCHÉ PURTROPPO NON È ANCORA FINITA. HA SENTITO SINNER DALLA FINE DI AGOSTO? È STATO MOLTO GENTILE: QUANDO È NATA MIA FIGLIA, MI HA SCRITTO. SUI SOCIAL, INVECE, SONO STATO INSULTATO..."
Estratti dell'articolo di Stefano Scacchi per lastampa.it
Sono passati meno di due mesi dal licenziamento deciso da Jannik Sinner in seguito al caso Clostebol, ancora al centro dell’inchiesta della Wada. Giacomo Naldi sta cercando di ritrovare un equilibrio dopo essere finito sotto i riflettori come il fisioterapista che ha determinato la positività del tennista numero 1 del mondo, a causa di un massaggio effettuato senza le dovute precauzioni. Naldi non sembra serbare rancore, ma ha voglia di fare chiarezza quando sarà possibile.
Il 33enne fisioterapista bolognese, diventato papà dieci giorni fa, parla al termine della prima vera uscita pubblica da quando ha dovuto lasciare lo staff del campione di Sesto Pusteria: la presentazione del progetto Open Food Factory del Gruppo Felsineo al Club Canottieri Olona lungo il Naviglio Grande a Milano.
Naldi, come sta dopo tanto clamore?
«Sono dispiaciuto come tutti, ma non posso dire altro perché purtroppo non è ancora finita», spiega riferendosi all’appello della Wada contro l’assoluzione di Sinner da parte dell’International Tennis Integrity Agency.
Sarà così fino al verdetto?
«Spero, prima o poi, di poter raccontare anch’io cosa è successo per dare un quadro generale. Perché, da come è stata interpretata questa vicenda dal grande pubblico, sembra che sia stata solo colpa mia. Ma non è così, come peraltro sa anche chi ha letto la sentenza. Mi rendo conto che non tutti hanno fatto questo sforzo».
Ha sentito Sinner dalla fine di agosto?
«È stato molto gentile: quando è nata Letizia, mi ha scritto. Come tutto il team. Ho un rapporto cordiale con Jannik. In generale ho ricevuto dimostrazioni di affetto soprattutto da chi mi conosce di persona. Sui social, invece, ho letto brutti messaggi e sono stato insultato. Perché quello che è passato, nel racconto di questa storia, è passato un po’ male».
Tornerà nello sport professionistico?
«Ricevo tanti sportivi dilettanti nel mio studio di Casalecchio di Reno. In questi anni in giro per il mondo, per seguire Jannik nel circuito, mi hanno aiutato i miei colleghi a mandare avanti l’attività. Adesso sono tornato con i miei tempi e i miei ritmi. Va benissimo così in questo periodo».
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