vialli tumore pancreas

“Il PRIMO SINTOMO DEL TUMORE AL PANCREAS CHE HA COLPITO GIANLUCA VIALLI È STATO UN ITTERO OVVERO L’INGIALLIMENTO DELLA PELLE E DELLA PARTE BIANCA DEGLI OCCHI” – PARLA IL CHIRURGO CHE HA OPERATO L’EX ATTACCANTE DI SAMPDORIA E JUVENTUS - LA MALATTIA CHE HA PORTATO VIA VIALLI COLPISCE CIRCA 14 MILA PAZIENTI ALL’ANNO, CON UNA SOPRAVVIVENZA A 5 ANNI DI APPENA L’8%. I FATTORI DI RISCHIO E COME FUNZIONA L’INTERVENTO...

Da open.online

 

GIANLUCA VIALLI OSPITE DI FAZIO NEL 2018

La malattia che ha portato via Gianluca Vialli è il tumore al pancreas. Si tratta di una patologia che colpisce circa 14 mila pazienti all’anno. Tra le vittime illustri ci sono il tenore Luciano Pavarotti e il fondatore di Apple Steve Jobs. Si localizza nel 70% dei casi sulla testa del pancreas, sul corpo per il 15-20%, sulla coda per il 5-10%.

 

La malattia è attualmente la quarta causa di morte nelle donne e la sesta negli uomini, con una sopravvivenza a 5 anni di appena l’8%. Solo il 3% di chi si ammala riesce a sopravvivere 10 anni. La malattia si manifesta sotto diverse forme. La più comune è l’adenocarcinoma, ma in tutti i casi non si manifesta con sintomi riconoscibili. Per questo motivo uno dei problemi più grandi è la diagnosi, che molto spesso arriva quando il tumore è ormai in una fase avanzata e ha generato metastasi.

ROBERTO MANCINI E GIANLUCA VIALLI A CHE TEMPO CHE FA

 

 

La malattia del campione

Alessandro Zerbi, responsabile dell’unità operativa di chirurgia pancreatica dell’Humanitas di Milano, spiega oggi che il primo sintomo di Vialli è stato un ittero. Ovvero l’ingiallimento della pelle e della parte bianca degli occhi. Ma l’Istituto Superiore di Sanità avverte che qualsiasi malattia che interferisca con il trasporto della bilirubina dal sangue al fegato e con la sua eliminazione può causarlo.

 

Vialli con la moglie Cathryn White-Cooper 2

Altri segni dell’ittero sono le feci chiare e le urine scure. Ce ne sono di tre tipi diversi. L’ittero intra-epatico e l’ittero post-epatico sono più frequenti nelle persone di mezza età e negli anziani rispetto ai giovani. L’ittero pre-epatico può colpire persone di tutte le età, compresi i bambini. Zerbi ha operato Vialli nel 2017. Di tumore del pancreas sono morte anche la prima astronauta americana Sally Ride e le attrici Anna Magnani e Mariangela Melato. Nel mondo del calcio Giacinto Facchetti, Giuseppe Meazza e Omar Sivori.

 

L’intervento

«Quell’intervento di duodenocefalopancreasectomia era andato bene», ricorda oggi il dottore in un’intervista al Giornale. L’intervento consiste «nell’asportazione del duodeno e della testa del pancreas. È estremamente complessa». Perché «può dare infezioni, emorragie e fistole nelle prime settimane dopo l’intervento. La convalescenza non è rapidissima, ci vogliono alcune settimane». I fattori di rischio, spiega Zerbi, sono «il fumo, il sovrappeso, un’alimentazione ricca di grassi e povera di fibre e uno stile di vita sedentario. Anche la familiarità definita come avere due casi di parenti stretti che si sono ammalati di questo tumore». Il dottore sfata anche una leggenda metropolitana molto comune: «Non è vero che il tumore progredisce più lentamente se l’età del malato è più alta. Ogni tumore progredisce più velocemente o più lentamente a seconda di quanto è aggressivo. E quello al pancreas è un tumore molto aggressivo dal punto di vista biologico. Tanto che ha una prognosi mediamente peggiore degli altri».

Vialli con la moglie Cathryn White-Cooper

 

Gli altri sintomi

Oltre all’ittero, gli altri sintomi del tumore al pancreas sono una pancreatite, ovvero un’infiammazione che dà dolori fortissimi. E un diabete improvviso, che di solito è sintomo di uno stadio precoce della malattia. Uno screening «purtroppo non c’è. Solo nel 10% dei casi, ovvero i pazienti che hanno familiarità con la malattia perché hanno avuto due parenti malati.

 

Si possono fare controlli periodici: una risonanza magnetica all’anno per tenere sotto controllo la situazione. Solo nel 20-30% dei casi i pazienti se ne accorgono in tempo». In questi casi l’intervento più comune è «l’asportazione del pancreas. Altrimenti si ricorre a chemioterapia o altre cure e radioterapia. Dopo 5 anni dall’intervento sopravvive il 20/30 per cento dei pazienti poiché c’è un alto rischio di metastasi o recidiva: purtroppo è quello che è successo a Vialli».

 

gianluca vialli

L’oncologo e il tumore al pancreas

In un colloquio con l’agenzia di stampa Dire Michele Reni, professore associato di Oncologia dell’Università Vita e Salute e coordinatore dell’area oncologica Irccs San Raffaele di Milano, spiega che «l’unica terapia a bersaglio che era stato dimostrato avesse un certo vantaggio nel controllare la malattia più a lungo era il farmaco Olaparib, indicato per i pazienti Brca mutati. Ma l’Aifa non ha concesso la rimborsabilità e quindi ci impedisce di usarlo».

 

Il tumore del pancreas, nota l’oncologo, «purtroppo non fa distinzioni. Colpisce un po’ tutti. Ed è una neoplasia in crescita dal punto di vista numerico. Di fatto noi abbiamo in cura pazienti di ogni età, dai 20 ai 100 anni. È vero che l’incidenza è maggiore nelle persone al di sopra dei 65 anni ma, in effetti, il cancro del pancreas colpisce tanti. Non c’è una categoria particolare di persone a rischio e questo rappresenta una delle difficoltà che incontriamo di fronte a questa malattia, perché non potendo identificare con precisione la popolazione a rischio, di fatto non possiamo fare screening».

abbraccio mancini vialli

Ultimi Dagoreport

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...