GAS! GAS! GAS! IL RITORNO DEL ‘DOTTOR’ ROSSI – IN QATAR VALENTINO È SECONDO DIETRO AL CAMPIONE DEL MONDO MARQUEZ: ‘GRANDE RIMONTA, HO PENSATO ANCHE DI VINCERE. E DIRE CHE MI DICEVANO DI SMETTERE... ORA GLI SORRIDO DAL PODIO’

Benny Casadei Lucchi per ‘Il Giornale'

Il mondiale delle ingiustizie regolamentari ha reso giustizia al grande campione troppo spesso criticato, troppo spesso sbrigativamente archiviato, anche stavolta, anche in questa lunga vigilia mondiale.

Valentino Rossi ha risposto alle critiche alla sua maniera e la sfida con Marquez prodigio e campione del mondo parla chiaro per lui. E sa di poesia e grandi storie. Perché sono quattordici e sono tanti e non sono i secondi di distacco finali, né i decimi e centesimi perché era incollato allo spagnolo, sono bensì le stagioni che separano il Vale Rossi di 35 anni da Marc di 21.

Non un padre con un figlio, ma due mondi, due età, due fisici separati da tanto e troppo scorrere di acqua lungo il fiume del motomondiale. Non foss'altro perché il giovane è ancora fatto di gomma e il vecchio è soprattutto porcellana, e a trecento all'ora se sei un polimero fresco e talentuoso pensi delle cose e se sei un vaso delicato e vecchio ne pensi altre. Onore dunque al grande campione.

Bello così, bello comunque, anche se alla fine Marc è primo e Vale ancora secondo come un anno fa in Qatar. Sarà però lo stesso Marquez a mettere i puntini sulle"i" all'enorme differenza fra quel secondo e questo: «Che battaglia con Rossi, come qui nel 2013 anche se adesso si vede che Valentino è più competitivo e ci teneva a far bene, per cui lottare è stato più divertente...».

Bello così, dunque, perché ad intrigare ed emozionare sono stati quei giri meravigliosi di duello e di controllo iniziati a metà gara con Valentino che aveva rimontato dalla decima posizione e non si fermava lì, non mollava mentre gli altri cadevano, mentre Lorenzo scattato a missile era già finito a terra rovinosamente. Bello così quando è andato al comando, quando Marquez l'ha passato, quando ha iniziato a controllare il ragazzo prodigioso per poi tentare di azzannarlo, inutilmente, ma assaporando a sprazzi la vetta in quelle tre tornate finali. «Dai, non è stata male questa gara, eh?» dirà il Dottore dopo aver medicato il proprio umore e molti dubbi, anche suoi.

«Sono contentissimo, felice, e ringrazio tutti, la Yamaha, e soprattutto Galbusera, il mio nuovo tecnico, che ha esordito così e il cuore gli deve essere andato alto alto. Che rimonta, ho anche rischiato però non ho sbagliato nulla... purtroppo all'ultimo tentativo ero troppo lontano. Ora devo essere un po' più sveglio nelle prove, nel giro secco, forse sarà l'età, i ragazzini mi danno quei decimi. E adesso, adesso devo essere così forte sempre... Sì, stavolta ho pensato che avrei potuto vincere. Quanto al Vale ritrovato? Potrei rispondere male, però mi è dispiaciuto sentire gente dire che avrei fatto bene a smettere...
Facile dire così e dal podio, adesso, sorrido... Ma ieri, decimo, sorridevo meno».

Bello così. Semmai il brutto è questa categoria falsata nell'anima con gli aiutini regolamentari (vedi Ducati 5ª e 6ª con Dovizioso e Crutchlow e vedi le Open). Qualcuno ora dirà che gran spettacolo con le moto più vicine. Mica vero. Non è bello guardare le corse sapendo che c'è in pista chi viene spinto a norma di legge. E meno male che poi il Vale ci ha ricordato qual è l'anima di questo sport.

 

 

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