“LEWIS HAMILTON IN FERRARI È UN’OPPORTUNITÀ” – LECLERC OSTENTA SICUREZZA IN VISTA DELL'ARRIVO A MARANELLO DEL PILOTA INGLESE: “PER ME È UN’OCCASIONE PER IMPARARE E PER CONFRONTARMI CON LUI SULLA STESSA MACCHINA. PERCHÉ NON SAI MAI SE SONO I LIMITI DELL’AUTO A NON PERMETTERTI DI FARE CERTE CURVE OPPURE IL FATTO CHE LUI SIA BRAVO. L’ANNO PROSSIMO AVRÒ LA RISPOSTA. MA PRIMA VOGLIO FINIRE IN BELLEZZA CON CARLOS SAINZ E VINCERE IL TITOLO COSTRUTTORI” – L’OBIETTIVO MONDIALE: “ALL’INIZIO ERAVAMO INDIETRO RISPETTO ALLA MCLAREN, OGGI SIAMO MOLTO VICINI. LO STESSO CON LA RED BULL…”
Alessandra Retico per repubblica.it -Estratti
Staccando l’ombra da terra. Charles Leclerc in versione aviatore e sognatore: “Il titolo Costruttori? Dobbiamo crederci tutti. Io ci credo”. Il pilota della Ferrari atterra a Las Vegas per la terzultima gara della stagione. L’anno scorso sulla Strip Charles fece faville con pole e podio (2°). Stavolta in palio c’è di più: la Scuderia è seconda in classifica (a -36 punti dalla McLaren prima) con la Red Bull dietro a 13 lunghezze ma con un Max Verstappen che può già prendersi la quarta corona di fila.
Lei ha guidato un aereo da caccia supersonico per un documentario di Canal Plus: com’è il mondo visto da lassù?
“Calmo e silenzioso, nonostante sia estremo. È molto diverso dalla F1 dove stai attaccato alla terra e senti ogni cosa, vibrazioni e dossi. Lassù c’è meno rumore, è tutto più dolce. All’inizio ero io il mio limite, non l’aereo: quando arrivi anche fino a 9 G, nove volte la forza di gravità, la senti eccome la velocità in compressione, ma è meno aggressiva che su una macchina. Bellissimo. Incredibile che esistano mezzi capaci di sostenere queste forze”.
Ha detto parolacce?
“No, soprattutto perché sapevo di essere registrato quindi mi sono trattenuto, anche se forse le ho pensate”.
Lei è stato multato per linguaggio scurrile, Verstappen condannato ai servizi sociali, tutti voi piloti avete scritto alla Federazione per non essere trattati da bimbi.
“Siamo delle persone abbastanza ragionevoli per capire quando oltrepassiamo le regole. In pista è importante avere un giudice che valuti le situazioni in modo imparziale, ma essere multati per parole che peraltro non sono contro qualcuno, ma astratte e in circostanze di gara, è assurdo. C’è un limite a tutto. Non stiamo chiedendo chissà cosa, un po’ di buon senso, oltre a un po’ più di trasparenza su dove vanno a finire i soldi raccolti con le sanzioni: finora non abbiamo avuto risposte”.
Quanto punta sul titolo che alla Ferrari manca dal 2008?
“Abbiamo fatto passi avanti e se la McLaren è costantemente un po’ più forte di noi e ha un vantaggio, abbiamo il dovere di lottare fino alla fine”.
Las Vegas è l’ultima occasione?
“Non credo, tutte e tre le prossime gare saranno importanti. Sulla carta, Vegas ci vede competitivi. L’unico punto interrogativo è: sapremo “accendere” le gomme alle temperature basse che troveremo? Quest’anno abbiamo una macchina meno aggressiva sugli pneumatici rispetto al 2023. Il Qatar invece sembra difficile per noi, ma ci sarà una sola prova libera prima della qualifica sprint, tutto può succedere. Abu Dhabi è più neutra, anche se potrebbe volgere al positivo. È una stagione imprevedibile, i margini sono così sottili che tanto può cambiare a seconda di come ci prepariamo. C’è l’opportunità di fare molto bene ovunque e ci proveremo fino alla fine per questo titolo”.
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Preoccupato dall'arrivo di Hamilton a Maranello?
“Assolutamente no, io la vedo molto più come un’opportunità. Lewis è il più vincente, per me non solo è un’occasione per imparare da uno dei migliori di sempre ma anche di confrontarmi con lui sulla stessa macchina. Perché non sai mai se sono i limiti dell’auto a non permetterti di fare certe curve o lui è particolarmente bravo. L’anno prossimo avrò la risposta. Ma prima voglio finire in bellezza con Carlos, con il titolo costruttori”.
Cosa le mancherà di Sainz? Sorpreso dal suo licenziamento?
“Siamo tutti cresciuti in questo mondo, lo conosciamo bene, da quando ho sei anni vedo i miei amici partire, tornare, fa parte della nostra vita da sempre. Quindi no, nessuna sorpresa, c’è una scadenza per tutti anche se non sai quando arriva. E poi sapevo da Fred Vasseur del possibile arrivo di Hamilton.
Di Carlos mi mancherà la persona, lo sport è uno dei modi migliori per avvicinarsi perché le emozioni sono sempre molto forti, ci sono tanti momenti difficili da affrontare come squadra e questo rafforza i legami. Abbiamo condiviso tanto e ora che lui si è trasferito a Monaco continueremo a vederci. Come nel paddock: anche se il colore della tuta sarà diverso, non cambierà il rapporto che abbiamo costruito”.
A oggi che voto si dà per questo campionato?
“Preferisco non dare voti. Abbiamo ottenuto il meglio con i nostri mezzi e recuperato dai favoriti a inizio anno. Detto questo, la performance non è quella a cui puntiamo. Vogliamo di più. L’obiettivo è dominare il campionato ed essere primi in entrambe le classifiche, e quest’anno la macchina non era ancora a quel livello. Da parte mia, riguardandomi indietro, sono felice. Poche le occasioni sprecate, forse in un paio di gp, a cominciare da Montreal, abbiamo faticato con gli sviluppi che non hanno funzionato. Eppure nelle gare più difficili abbiamo portato punti a casa”.
Se non un voto, un titolo ai suoi tre successi 2024?
“Monaco: i sogni si avverano. E finalmente: dopo tre o quattro anni dove era sempre andato storto qualcosa, tutto ha funzionato. Monza: i sogni si possono rivivere, non è vero che succede una volta sola. Austin: non mollare mai, continuare a crederci. Perché venivamo da Singapore dove la McLaren era stata estremamente forte e aveva vinto con un grandissimo vantaggio. Era super importante reagire a Austin per dimostrare la validità degli sviluppi e rilanciare la gara Costruttori”.
Com’è cresciuta la Ferrari?
“All’inizio eravamo piuttosto indietro rispetto alla McLaren, oggi siamo secondi e molto vicini. Lo stesso con la Red Bull che dominava nella prima parte mentre adesso gli stiamo più spesso davanti che dietro. La prova che abbiamo lavorato benissimo come squadra ma soprattutto che abbiamo ottenuto il meglio anche quando non eravamo la macchina più veloce. Anzi, ci sono state poche gare dove eravamo i più forti ma tante in cui abbiamo ottenuto il massimo da quello che avevamo. Ne parliamo spesso: mettere a frutto il nostro potenziale. E questo ha pagato e sta pagando”.
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