RUNE L’OSSESSO, IL FENOMENO DEL TENNIS POLITICAMENTE SCORRETTISSIMO – L’INCREDIBILE ASCESA DEL DANESE HOLGER RUNE, CHE IN UN ANNO È PASSATO DAL NUMERO 103 AL 10 – PRIMO 19ENNE A BATTERE 5 TOP 10 NELLO STESSO TORNEO, SI È RESO PROTAGONISTA DI SCENATE CLAMOROSE IN CAMPO, INVEENDO CONTRO I “FROCI” O SPACCANDO RACCHETTE – È IL PERFETTO OPPOSTO DI ALCAZAR: BUONO E PENITENTE LO SPAGNOLO, IRASCIBILE E INVASATO IL DANESE (MA OCCHIO AL TERZO INCOMODO, SINNER) – VIDEO
Mario Piccirillo per www.ilnapolista.it
L’anno scorso, appena un anno fa, Holger Rune era già un po’ famoso. Aveva da poco passato l’età per cui i giornali sarebbero quasi costretti a pixelarne la foto per deontologia professionale, e inveiva contro i “froci” in danese stretto. Ce l’aveva con se stesso per aver sbagliato un dritto, o forse con l’avversario, tal Thomas Etcheverry. Non s’è mai appurato. Il video fu tradotto, passato alla trafila dell’indignazione sui social, e infine processato dall’Atp. Multa, oblio, amen. Era giugno 2021, e Holger Rune vinse il suo primo Challenger, a Biella.
Ora è numero 10 del mondo, ha appena vinto il suo primo 1000 a Bercy battendo in finale, 7-5 al terzo, Nole Djokovic. All’inizio della settimana parigina, era stato cazziato da nonno Wawrinka che a rete lo congedava dopo essersi visto annullare tre match point, così: “Ti do un consiglio, smetti di comportarti in campo come un bambino”.
Lui ha abbozzato. Poi in finale s’è giocato il primo match point contro Djokovic alla battuta, provando a chiuderlo con un ace di seconda. Ha fatto doppio fallo, ovviamente. Un altro – chiunque altro – avrebbe avuto un’epifania: quello di là è Djokovic! Uno che ha rovinato la leggenda di Roger Federer annullando a Wimbledon i due match point più infami della storia. E si sarebbe sciolto in una crisi di nervi. Rune invece ha annullato 6 palle del controbreak prima di vincere il torneo. I bambini, forse, fanno così. Non tutti, ma i predestinati sì.
Ora è prima riserva per le Finals, per cui snobba le Next Gen e si tiene pronto per Torino gufando uno strappo altrui. La traiettoria di questa parabola, che in un anno l’ha tradotto dal numero 103 del mondo alla Top 10, è puntellata di ulteriori record: è il primo 19enne da quando hanno installato i computer all’Atp capace di battere cinque Top 10 in uno stesso torneo.
Ma più che i numeri bisogna stare a sentire la mamma, per rendersi conto di chi sarà Rune. Chi è stato lo sappiamo, chi è lo vediamo. Il futuro possiamo leggerlo già:
“Vuole diventare il numero 1 fin da piccolissimo. Aveva 7 anni e stava giocando il suo primo torneo vicino a Copenaghen. Era stato battuto in finale e si era rifiutato di alzare il trofeo. Piangeva. Gli ho detto: ‘Mio Dio, accettalo’. Lui ha messo il trofeo in una borsa, quasi di nascosto. E quando siamo tornati a casa, ha strappato tutti i poster di Nadal dalla sua stanza. Nadal all’epoca era il numero 2. Holger ha detto: ‘D’ora in poi, sarò un tifoso di Roger Federer’. Ha cambiato la racchetta, i vestiti. L’unica cosa che desiderava per il suo compleanno era la polo azzurra che Federer indossava quando aveva vinto al Roland-Garros. Non so dove sono andata a trovarla, era una collezione di tre anni fa”.
“Non ci siamo mai detti in famiglia che dovesse essere il migliore. Siamo più gente che ripete di fare bene le cose, ma tutto qui. Forse è bastato questo a rendere Holger così com’è. Quando ha iniziato a giocare a tennis, ne è rimasto ossessionato. In casa, tirava la palla contro il muro. Lo lasciavamo a fare, ci stava per ore e ore.
Quando ci ripenso, Holger ha sempre avuto un’attività in cui provava e riprovava, anche con lo skateboard, memorizzava tutti i trucchi, guardava tutti i video possibili, li copiava e li ripeteva. Quando li ha imparati tutti, ha smesso. Col tennis non finisce mai. Gli avversari sono diversi, anche le superfici. E se sta cercando il tiro perfetto – penso che sia quello che sta cercando – allora ne avrà per tutta la vita! Un perfezionista non è sempre guidato dalla passione”.
“A scuola, Holger aveva un amico i cui genitori erano entrambi medici, eccellevano in matematica. Mio figlio si chiedeva perché non fosse bravo come quel ragazzino. Così abbiamo assunto un insegnante, veniva due volte a settimana, due ore ogni volta. Holger voleva essere bravo come il suo amico e alla fine ci è riuscito. Abbiamo dovuto dirgli che non poteva essere il migliore ovunque. Non potevamo prendere lezioni private in tutte le materie”.
E così il piccolo Rune scelse una cosa facile facile: “Batterò il record di Nadal a Parigi”.
A Parigi ha battuto, in fila, in cinque giorni: Hurkacz, Rublev, Alcaraz, Auger-Aliassime, Djokovic. “Ha aperto il cielo, scrive L’Equipe – ha rotto i cardini del vecchio mondo e si è precipitato nella breccia che Carlos Alcaraz, il più giovane numero 1 del mondo di tutti i tempi, aveva aperto in grande stile poche settimane fa a New York”.
Non si vedevano due Under 20 tra i migliori 10 del mondo dal 14 maggio 2007, e i due erano diciannovenni Novak Djokovic e Andy Murray. Rune è il vero “nuovo” Alcaraz. Per forza – come altro vuoi chiamarla – per aderenza agli schemi di gioco, per cupidigia. Ma è anche il suo contraltare caratteriale: uno, lo spagnolo, buono e penitente al limite del francescano, l’altro, il danese, irascibile e deviante, un invasato senza ritegno. Uno e due, i ruoli sono già assegnati. Resta il terzo incomodo vacante: il tennis potrebbe metterci quell’italiano basculante di Jannik Sinner, hai visto mai.