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LO CHIAMANO CALCIO - L'INTERISTA SANTON, MINACCIATO DI MORTE DOPO L’ERRORE SUL GOL DI EL SHAARAWY, ABBANDONA I SOCIAL – SPALLETTI LO AVEVA DIFESO: “NON DEVE CHIUDERE SCUSA A NESSUNO. ANZI, SE SI SCUSA CON  ME NON LO FACCIO PIÙ GIOCARE. TROPPO FACILE CRITICARE DAL DIVANO E DAI SALOTTI…

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Da la Verità

 

Non è bastata la difesa del suo allenatore a Davide Santon, il terzino dell' Inter autore dell' errore che ha permesso il gol del romanista Stephan El Shaarawy nel big match di domenica sera, finito 1-1 grazie al pareggio di testa firmato a 4 minuti dal fischio finale dal centrocampista Matías Vecino. Il difensore aveva chiesto scusa ai suoi fan al momento della sostituzione al minuto 77, ma per la frangia più violenta della tifoseria nerazzurra non era sufficiente.

 

Non sono servite a tranquillizzare gli animi dei tifosi neppure le parole dell' allenatore nerazzurro Luciano Spalletti nel post partita: «Non deve chiudere scusa a nessuno. Anzi, se viene a chiedere scusa a me non lo faccio più giocare. Non è facile parlare dal divano e dai salotti, sul campo è tutta un' altra cosa: sono cose che succedono. Noi siamo l' Inter, non dobbiamo avere timore di nessuno. Non dobbiamo chiedere scusa a nessuno. Noi siamo l' Inter e dobbiamo avere il coraggio di lottare contro squadre di grande livello per arrivare nelle prime quattro posizioni».

 

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Ma ai tifosi l' errore non è andato giù. E così hanno deciso di tempestare di offese e minacce il ragazzo sulla Rete, commentando i suoi post sui social network. A quel punto Santon, già finito sotto accusa dopo le leggerezze difensive durante la sfida con l' Udinese di metà dicembre, ha deciso di disattivare il suo account Instagram.

 

Per fortuna però il tifo non è fatto di sola violenza. Molti sostenitori nerazzurri, infatti, hanno scritto al ventiseienne terzino attraverso la sua pagina Facebook (almeno quella è ancora attiva) condannando la becera deriva delle minaccia di morte dopo un errore su un campo di pallone. Proprio le parole del mister sono state le più citate dai tifosi: troppo facile criticare dal divano con i popcorn in mano.

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