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IL REGALO D’ADDIO DI LORENZO ALLA ‘ROSSA’ – LO SPAGNOLO TRIONFA AL MUGELLO E SBATTE LA PORTA: "METÀ DEL MIO CUORE È FELICE PER QUESTO SUCCESSO, L' ALTRA METÀ NON PUÒ ESSERLO PERCHÉ È ARRIVATO TROPPO TARDI PER PENSARE DI CONTINUARE CON DUCATI. HO SEMPRE CREDUTO NEL MIO METODO ANCHE SE DICEVANO CHE SBAGLIAVO" - TORNERÀ IN YAMAHA: AL SUO POSTO…

Matteo Aglio per la Stampa

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Lorenzo ha regalato a Ducati la vittoria al Mugello, la prima per lui sulla Rossa, ma è stato un dono di addio. Un momento di felicità velata di tristezza, una luce non abbastanza intensa per eliminare le ombre accumulate in un anno e mezzo di passione. «Metà del mio cuore è felice per questo successo, l' altra metà non può esserlo perché è arrivato troppo tardi per pensare di continuare con Ducati»: Jorge ha ufficializzato il divorzio dalla Rossa dopo una storica doppietta al Mugello, con Dovizioso alle sue spalle al traguardo. Il futuro del maiorchino sarà di nuovo in Yamaha, il ritorno del figliol prodigo che ricorda quello di Valentino (ieri 3° nella gara di casa).

 

Per realizzare il progetto si è mosso il petroliere Petronas nel ruolo di sponsor, mentre il team Angel Nieto di Jorge Martinez ( in orbita Ducati) è in cima alla lista degli indiziati per la gestione della struttura. Lorenzo avrà tempo per pensare alla nuova scommessa, ieri è stato il momento per togliersi i sassi dagli stivali. «Questa è una delle vittorie più dolci e significative della mia carriera» ripeteva, dopo avere piantato la bandiera davanti alla tribuna Ducati.

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«Mai cercato scuse» Una gara perfetta, in cui è stato al comando dall' inizio alla fine, la specialità della casa Lorenzo.

 

«Ho sempre creduto di potere vincere con questa moto usando il mio metodo, anche se in molti dicevano che sbagliavo - ha detto -. Pensavano cercassi delle scuse, ma una delle mie virtù è la sincerità. Questa vittoria è stata una questione di orgoglio e spero che in futuro nessuno metta più in dubbio le mie parole».

 

Jorge sente di essere stato scaricato troppo presto: era arrivato a Borgo Panigale a suon di milioni (25 per un biennale) per traghettare la Desmosedici nell' Olimpo.

 

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I complimenti di Iannone Invece ha vissuto un viaggio negli inferi mentre Dovizioso, tenuto a prezzo di saldo, incantava i ducatisti. Ieri Andrea si è complimentato con il compagno di squadra, «ha gestito perfettamente la gara», non nascondendo la delusione per essere stato battuto dalla fenice Lorenzo, risorta nel peggiore Gp per un pilota italiano. Si è attaccato alla consolazione di una classifica più corta (è a 29 punti da Marquez), grazie all' errore di Marc dopo una manciata di giri, scivolato per non volersi accontentare. Non un problema per Jorge, che cercava il senso di una giornata dalle molte sfaccettature, scandagliando i bivi del passato.

 

«Se fosse arrivato prima quello che ho sempre chiesto, forse le cose sarebbero andate diversamente», il suo dubbio. E ancora: «In Ducati si sono impegnati, ma da un punto di vista tecnico non si sono fidati di me al cento per cento». Si riferiva all' ingegner Dall' Igna, il direttore generale della Rossa, che lo ha voluto e che non l' avrebbe lasciato andare. I vertici però hanno pensato diversamente e, alla vigilia della gara al Mugello, l' ad Claudio Domenicali parlava di «amarezza per un grande pilota che non è riuscito a trarre il meglio dalla nostra moto». Ieri è stato smentito, ma ormai per Lorenzo non c' è più posto e Petrucci è pronto a ereditare la sua sella. A Jorge rimangono 13 gare per fare altri regali alla Ducati, ma saranno sempre di addio.

petrucci

 

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