“QUESTA È LA MIA VASCA PIÙ COMPLICATA, MA VA AFFRONTATA FINO ALL'ULTIMA BRACCIATA, SENZA MOLLARE MAI” – LA LOTTA CONTRO IL COVID DELL’EX CAMPIONE DI NUOTO GIORGIO LAMBERTI RICOVERATO NEL REPARTO DI TERAPIA SUBINTENSIVA DELL'OSPEDALE DI BRESCIA – A CORTINA FOCOLAIO ALL’HOTEL DEI CINEPANETTONI EMERSO DOPO CHE LA PERLA DELLE DOLOMITI HA OSPITATO UN EVENTO DI POLO E IL PREMIO “CAR OF THE YEAR” – VIDEO
L’ex campione di nuoto Giorgio Lamberti, dal letto del reparto di terapia subintensiva dell'ospedale di Brescia dove è ricoverato per Covid-19, parla della sua lotta contro il virus. "Questa è la mia vasca più complicata, ma va affrontata fino all'ultima bracciata, senza mollare mai”, dice l'atleta togliendo la mascherina solo un momento per raccontare al Tg1 la difficoltà di convivere con questa malattia che gli sta togliendo l'ossigeno.
SCOPPIA IL FOCOLAIO NELL’HOTEL DELLE STAR
Andrea Priante per il "Corriere della Sera"
L' hotel de la Poste - probabilmente il più famoso albergo di Cortina, set di cinepanettoni e luogo di appostamento per paparazzi a caccia di personaggi - riaprirà a fine maggio. Chiuso in seguito a un focolaio di coronavirus, strascico dei Mondiali di sci di febbraio ed emerso dopo che la Regina delle Dolomiti ha ospitato un evento di Polo e il premio «Car of the Year».
Una beffa, considerato che il sistema delle «bolle», studiato per impedire la diffusione del Covid-19 tra gli sciatori, pare aver funzionato alla perfezione: oltre ventimila tamponi eseguiti su staff, atleti e personale delle strutture ricettive, e appena 22 positivi.
Diversa la sorte toccata al De la Poste. Stando a quanto ricostruito dall' Usl di Belluno, la prima notizia del focolaio risale al 2 marzo, quando all' imbarco dell' aeroporto di Venezia si presenta un atleta straniero di ritorno dall' evento equestre. I test non lasciano dubbi: positivo alla variante inglese. Emerge che l' uomo ha alloggiato nell' albergo ampezzano e scattano i controlli al personale, che portano a scoprire altri dodici contagiati. Non è escluso che l' atleta si sia ammalato proprio in hotel e che la catena dell' infezione sia antecedente a quel 2 marzo.
Durante i Mondiali, infatti, il De la Poste ospitava «Casa Veneto», uno spazio promozionale della Regione in cui era stato allestito anche un set televisivo. Lì alloggiavano gli inviati di quotidiani e tv. E proprio una decina di quei giornalisti, che hanno lasciato Cortina poco prima della cerimonia di chiusura (il 21 febbraio) o nei primi giorni della settimana successiva, si sono scoperti positivi alla variante inglese del Covid-19.
Il titolare del De la Poste, Gherardo Manaigo, allarga le braccia: «Abbiamo seguito i protocolli dell' Oms e del ministero. Il contagio succede perché si lavora senza vaccino, e questa vicenda dimostra l' importanza di immunizzare al più presto chi, come il personale alberghiero, opera a contatto con il pubblico. Non solo. Chi viaggia dovrebbe essere munito di un "passaporto sanitario", in modo da poter esibire il risultato dei tamponi già al check-in: gli alberghi non possono diventare degli ospedali con il pre-triage fuori dalla porta...».