LUPI A TOR DI VALLE, PALLOTTA IN CAMPIDOGLIO - E’ DURA PER L’AMERICANO CAPIRE CHE, SE VUOLE LO STADIO, DOVRA’ FARSI CARICO DELLE SPESE PER L’URBANIZZAZIONE

Foto di Stasi-GMT
Matteo Pinci per la "Repubblica"

Il progetto in tasca, il sogno in testa, in attesa di un impegno a snellire l'iter burocratico che ne potrebbe ostacolare il cammino. James Pallotta incontra, per la prima volta, il sindaco Ignazio Marino: appuntamento nella mattinata in Campidoglio, con lui l'intera squadra di governo nella Roma, dal dg Baldissoni all'a. d. Zanzi, oltre ai "raptor" Barror e Pannes, deus ex machina del piano per far sorgere a Tor di Valle il nuovo stadio della Roma.

Già perché l'incontro serve soprattutto per portare sul tavolo del primo cittadino della capitale gli aggiornamenti al progetto-stadio già consegnato qualche settimana fa ai vertici dell'amministrazione comunale, ma ancora incompleto. ''Abbiamo preso un caffè con Marino e abbiamo parlato dello stadio. Siamo sulla strada giusta, c'è tanto lavoro da fare. Siamo tutti ottimisti, è un progetto estremamente eccitante", ha detto Pallotta uscendo dal Campidoglio.

Per il sindaco Marino il progetto per il nuovo stadio della Roma "è davvero avveniristico: si tratta di un impianto con una capienza che varia dai 52 mila ai 60 mila posti a sedere. E' un impianto straordinariamente organizzato come accessi e come disegno architettonico, mentre dal punto di vista tecnologico è certamente lo stadio più avanzato che possa essere immaginato nel nostro continente. Sono al lavoro i tecnici indicati da James Pallotta con i nostri assessori alla rigenerazione urbana e alla qualità della vita; Giovanni Caudo e Luca Pancalli, e nei prossimi mesi dovremmo arrivare a una decisione sulla realizzabilità dello stadio".

"PROGETTO ENTUSIASMANTE, MA C'E' DA LAVORARE" - Pallotta si aspetta da questo primo faccia a faccia istituzionale con il Sindaco, durato un'ora e mezza circa, un impegno ad agevolare la realizzazione dello stadio. In fondo, qualche dubbio da parte dei tecnici esiste riguardo quel terreno, in cui sorge l'ippodromo del trotto ormai dismesso e a pochi metri dall'ansa del fiume Tevere (anche se la zona non è considerata alluvionale).

Anche per questo il progetto finirà anche sul tavolo dell'assessore allo Sport Luca Pancalli, e soprattutto dell'assessore all'urbanistica Giovanni Caudo. È il loro il parere più atteso, per rivedere magari alcuni dettagli del progetto condotto a braccetto dall'architetto Usa Dan Meis e dal project manager Luca Parnasi, costruttore in ottimi rapporti con Unicredit. Entrambi hanno affiancato Pallotta nell'appuntamento istituzionale in Campidoglio. Un appuntamento ancora conoscitivo, formale, da cui è prematuro attendersi novità sostanziali.

SPERANZE E QUESTIONI: A CHI GLI ONERI DI URBANIZZAZIONE? - Ma il fronte è aperto, e la collaborazione tra la Roma e la giunta Marino per portare a dama il discorso stadio è ufficialmente avviata. Sul tavolo però restano ancora delle questioni irrisolte: perché uno stadio non è soltanto posti a sedere, struttura, cubatura, indotto economico. Uno stadio, soprattutto così distante dal centro della città, ha bisogno di infrastrutture all'altezza, su gomma e su rotaia.

E l'attuale via del Mare, o l'autostrada Roma-Fiumicino, non bastano certo a sostenere e smaltire il traffico di 50 mila persone che cercano di raggiungere un impianto. E proprio gli oneri di urbanizzazione sarebbero uno dei temi su cui le parti dovranno continuare a discutere: difficile spiegare agli americani che debba essere il committente, come da leggi italiane, a sostenere la quasi totalità della spesa per le infrastrutture. "Lo stadio si deve costruire. ma senza finanziamenti pubblici, è uno stadio privato", promette Parnasi. Quasi autoreferenziale l'architetto Meis: "Sarà il miglior stadio al mondo. E il progetto verrà presentato molto presto". Roma lo aspetta.

 

 

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