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NAPOLI MEJO DE’ RIO DE JANEIRO! – TRA NAVI, CARRI, AUTO DIPINTE E COSTUMI DI OGNI GENERE, AI FESTEGGIAMENTI PER IL TERZO SCUDETTO DEI PARTENOPEI, I NAPOLETANI OFFRONO UNO SPETTACOLO DEGNO DEI MIGLIORI CARNEVALI BRASILIANI – DALLA BARCA CHE SI AGGIRA PER LE STRADE DELLA CITTÀ, AUTO STRACOLME DI TIFOSI IN FESTA, BONAZZE VARIOPINTE E PERSINO UNA REPLICA DEL VESUVIO SULL’ASFALTO, I TIFOSI PARTENOPEI NE STANNO COMBINANDO DI TUTTI I COLORI... - VIDEO

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Estratto del’articolo di Angelo Carotenuto per “la Repubblica”

 

Da che nave è nave, scorgerne un profilo nei paraggi di queste coste ha sempre diffuso un certo stato d’ansia. […] Ora, scoprire che uno scudetto ha il potere di ribaltare l’ultimo incubo presente nell’inconscio collettivo cittadino, fa una certa impressione. […] c’è questa nave che a Mugnano va, e cantano a bordo i napoletani […] 

 

Senza la banda larga forse non l’avremmo mai saputo, oppure sarebbe stata tramandata ai posteri come uno dei leggendari eccessi dei napoletani, […] Nella notte che pareva un Capodanno moltiplicato per trentatré, anche stavolta sono sbucati nel buio i carri allegorici. Il primo scudetto ne fece arrivare uno in piazza Mercato, dove abitava e arringava la folla Masaniello, lo stesso posto in cui alla fine lo trafissero con gli archibugi e gli tagliarono la testa. Quella del drago, di testa, aveva i riccioli di Maradona, era lungo 20 metri e si muoveva con le gambe di un centinaio di persone, giurano gli archivi.

 

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Una volta che a Udine tutto era compiuto, nel rione di Cavalleggeri - a una fermata di metro dallo stadio - è apparso invece un cavallo alato che trainava una pedana, sulla quale in trono sedeva il fantoccio di Maradona e, a fargli da guardia poco davanti, stava un manichino nero di sospetta provenienza da grande magazzino, spettinato e vestito alla Osimhen. 

 

Qui il mito della leggendaria fantasia sfuma in declinazione di spending review, aggiornamento dell’arrangiarsi: hanno adattato uno dei carri di solito usato dai fujenti nei riti per la Madonna dell’Arco. Niente, in confronto alla nave che attraversa l’asfalto (titolisti in agguato: il mare non bagna Mugnano), descritta come surreale, perfetta parte per il tutto della scenografia-scudetto.

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Surreale sta per onirica, e nel giro di tre gradi di separazione, per felliniana. Giusto 40 anni fa, E la nave va vedeva salpare il piroscafo Gloria N dal molo n. 10 di un porto vagamente napoletano, avendo a bordo le ceneri della cantante lirica Edmea Tetua. La crociera avrebbe dovuto spargerle nel Mar Egeo. A Napoli Fellini veniva a cercare facce per i suoi film, come mostra Sorrentino in È stata la mano di Dio . Finirà per bocciare il povero fratello di Fabietto, gli pare un cameriere di Anacapri. Le cose surreali vanno così. Falso e vero si confondono. […]

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