christian panucci

UCCI, UCCI SENTO ODOR DI CHRISTIAN PANUCCI – "CASSANO? SAREBBE UN DISCORSO TROPPO LUNGO. PREFERISCO NON SPENDERE PAROLE SU DI LUI - IL MIO RAPPORTO CON LA NAZIONALE? MI E' MANCATO IL MONDIALE DEL 2006, MA AVEVO DEI TRASCORSI CON LIPPI…” – L’EX TERZINO DI MILAN, REAL E ROMA A "RADIO 2": "ERO IL PUPILLO DI CAPELLO? SÌ, MI VOLEVA IN TUTTE LE SQUADRE, PERCHÉ..." - "BERLUSCONI PRESIDENTE? UN FUORICLASSE" - "RICORDO CHE PRIMA DI UNA FINALE DI CHAMPIONS LEAGUE, HIERRO AL REAL MADRID, MI INSULTÒ". ECCO IL MOTIVO – LE SCLERATE: VIDEO

 

Da I Lunatici Radio2  https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici/

 

christian panucci

Christian Panucci è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle sei del mattino.

 

L'ex difensore di Milan, Real Madrid, Genoa, Chelsea, Inter, Monaco e Roma ha parlato un po' di se: "Il mio rapporto con la notte? La notte l'ho vista poco. Quando facevo il calciatore raramente uscivo la notte, sono stato molto professionale sotto questo punto di vista. Ora ancora di più. Poi tra lockdown e coprifuoco bisogna stare a casa, quindi si va a dormire molto presto.

 

christian panucci

Una notte prima di una partita in cui non ho dormito? Io ero abbastanza tranquillo, dormivo. Ricordo che prima di una finale di Champions League, Hierro al Real Madrid, mi insultò. Condividevamo la stanza, lui non ha dormito tutta la notte, quando mi sono svegliato mi ha insultato, scherzando, chiedendomi come avessi fatto a dormire. Come inizia la mia carriera? Mio padre è stato un calciatore, sono cresciuto con il pallone, prima andando a vedere lui agli allenamenti, poi iniziando ad esordire nei settori giovanili. Fino a quando sono andato a Genova e sono diventato calciatore".

christian panucci

 

Sul Milan: "Se è vero che ero un pupillo di Capello? Sì, mi voleva in tutte le squadre, mi ha portato ovunque. Ma perché sono stato una persona vera, lui non amava i ruffiani. Io e lui abbiamo avuto dei confronti, ma sempre molto leali. Con lui c'è sempre stato un rapporto particolare, ma è uno che non ti regala niente. Il mio Milan? Incredibile, irripetibile. C'erano i migliori del mondo. Avevamo Jean Pierre Papin, pallone d'oro, che andava in tribuna. Era una squadra fantastica, abbiamo fatto 58 partite senza perdere, quasi due campionati. Quel Milan era troppo forte. Fatto di grandi uomini e grandi professionisti. E la società, con Berlusconi, Galliani e Braida, era al top.

 

Una delle squadre più forti della storia. Com'era Berlusconi come presidente? Veniva negli spogliatoi a salutare la squadra, era sempre molto positivo, un assoluto fuoriclasse, vedeva dove gli altri non vedevamo, gli sarò sempre riconoscente.

christian panucci

 

Anche per quello il Milan vinse tutto. Il podio dei più forti con cui ho giocato al Milan? Van Basten, Franco Baresi e Paolo Maldini. La leggenda di Baresi e il fuorigioco? Non è vero che bastava alzasse il braccio e gli chiamavo il fuorigioco. Facevamo dei movimenti talmente veloci che era divertente mandare in fuorigioco gli attaccanti avversari. Era un godimento".

 

CASSANO

Sul rapporto con la Nazionale: "Ho fatto sessanta partite con l'Italia, sono contento, mi è mancato il mondiale del 2006, ma non avevo rapporto con Lippi. Sono molto fatalista, accetto quello che mi dà la vita, credo di essere fortunato, la vita mi ha dato tanto. Tra me e Lippi c'è stato un trascorso, ma ormai è leggenda, sono cose che succedono. Succede a molti giocatori di aver problemi con l'allenatore, a me è capitato con lui".

 

christian panucci

Sul Real Madrid: "Per farvi capire, quando andai via dal Milan in cui avevo vinto tutto, venne il presidente Sanz a prendermi e mi disse che sì, avevo vinto tutto con il Milan, ma che il Real Madrid era un altro mondo. Ed in effetti è così. E' l'Hollywood del calcio, giochi al Bernabeu, non puoi mai calciare la palla lunga, quella maglia ha un peso mondiale. Io sono stato il primo italiano a giocare nel Real Madrid e l'unico ad aver vinto la Champions con il Real come giocatore. E' un orgoglio che mi porto dentro. I più forti con cui ho giocato? Raul, Redondo, Hierro e Roberto Carlos".

 

PANUCCI SPALLETTI

Sugli anni della Roma: "Sono arrivato quasi in sordina, era l'11 settembre del 2001. Vedevo in tv l'attentato alle torri gemelle mentre facevo la valigia. Capello mi chiese in un giorno e dopo poco ero a Roma. E' successo tutto all'improvviso. Io sono completamente innamorato di Roma, effettivamente c'è una pressione delle radio notevole, sanno tutti tutto, la gente è parte in causa, le radio hanno un peso notevole, si è vinto poco anche perché da altre parti ci sono squadre forti,

 

LIPPI MANCINI

ma la Roma, come la Lazio, rimane una squadra importante del campionato italiano. Io comunque ho vinto due Coppe Italia e una Supercoppa. Cassano? Sarebbe un discorso troppo lungo parlare di lui. Meglio lasciar stare Cassano. Preferisco non spendere parole per Cassano".

 

Sul calcio italiano: "Il campionato italiano ormai è terza o quarta fascia. Si lavora poco sui settori giovanili, si cerca subito il business, non vengono fatti crescere i giocatori, si trascurano i settori giovanili, il resto soffre, i risultati sono quelli".

 

Christian Panucci

Sul futuro: "Io sto aspettando una panchina, ho avuto offerte, ma non le ho prese in considerazione, sto aspettando la cosa giusta".

 

Curiosità: "Mi piace studiare la fiscalità nel mondo, sapere le tassazioni che ci sono, mi piace sapere se uno fa un investimento in un posto o nell'altro quanto paga, quanto paga quando vende, mi piace curiosare nei numeri".

 

capellochristian panucci samanta tognihierrochristian panucci samanta togni

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