nicola pietrangeli

"PANATTA? IO NON L'HO MAI INSULTATO. LUI INVECE IN PASSATO L'HA FATTO, ANCHE PESANTEMENTE" - I 90 ANNI DEL LEGGENDARIO EX TENNISTA NICOLA PIETRANGELI, TRA TROFEI, GRANDI TROMBATE E QUALCHE SCAZZO: "ERO AMICO DEL PROPRIETARIO DEL CRAZY HORSE DI PARIGI, UNA VOLTA MI BUTTÒ IN UNA STANZA CON OTTO RAGAZZE NUDE" - L'AMICIZIA CON MASTROIANNI: "RIFIUTAVA TUTTI I RUOLI IN INGLESE. ANCHE SE IL CACHET ERA IMPORTANTE" (AVVISATE FAVINO!), LA COPPA DAVIS DEL '76 E LA BATTUTA SUL FUNERALE: "SARÀ FRA MILLE ANNI E SI FARÀ ALLO STADIO PIETRANGELI. NEL CASO PIOVESSE, POTREMMO RIMANDARE..."

PIETRANGELI

Estratto dell'articolo di Giacomo Rossetti per il Messaggero

 

[…] Novant'anni sulla carta d'identità, ma in realtà sono venticinque, per sempre. Nicola Pietrangeli ieri ci ha fatto visita al Messaggero, tre quarti d'ora a ruota libera tra racconti e segreti, svelati con ironia e brillantezza. […]

 

Lei ha sempre risposto, a chi le diceva che con un allenamento migliore avrebbe potuto vincere di più, che si sarebbe divertito molto di meno.

pietrangeli foto liverani

«Se ci fossero stati i premi attuali, sarei andato a dormire alle 10 di sera. Ma io all'epoca "abitavo" al Crazy Horse (celebre locale di cabaret parigino, ndr). Ero diventato amico del proprietario, […]Mi fece conoscere la bellissima Candida, che sotto la pelliccia non indossava niente, e sempre lui una volta mi buttò in una stanza con otto ragazze nude! Ma non ero ancora sposato. Alla Capannina, invece, avevo un conto aperto al bar: privilegio riservato solo a me, all'avvocato Agnelli e all'industriale Marzotto. Vagliela a spiegare a Federer, una roba del genere!».

 

Come ha vissuto l'essere protagonista delle cronache mondane dell'epoca?

«Mi dicevano che facevo la dolce vita, ma non è vero, io a via Veneto non sono mai stato, perché d'estate giocavo. […] Ho sempre preferito una donna bella che mi diceva di no a una brutta che mi diceva di sì. Ma le donne amano le uniformi: se sei presentabile, giochi bene a tennis, sei vestito di bianco su di un campo rosso, qualche vantaggio ce l'hai».

 

PIETRANGELI

Che rapporto ha avuto con il grande cinema?

«Per tre anni ho frequentato Marcello Mastroianni. L'uomo più simpatico e meno divo del mondo. Ero a casa sua, e rispondevo al telefono quando lo chiamavano da Los Angeles per offrirgli ruoli in film in cui serviva parlare inglese. Lui rifiutava sempre, anche se il cachet era importante. Una volta gli offrirono 500mila dollari, una cifra spropositata all'epoca: Marcello rifiutò, "non me ne frega niente", disse. Il film era "Il Dottor Zivago", per cui Omar Sharif, di cui divenni amico, prese 200mila dollari».

panatta pietrangeli

 

 Si è riaccesa la polemica con Adriano Panatta dopo le vostre interviste nei giorni scorsi.

«Io non l'ho mai insultato, mai. Lui invece in passato l'ha fatto, anche pesantemente. Adriano io l'ho visto nascere, insieme abbiamo vinto la coppa Davis del '76. […] Io non ho mai detto di essere più forte di lui, ma se gli va possiamo aprire un libro e leggere insieme i nostri risultati».

 

pietrangeli bertolucci panatta 2

[…]

Cosa può dire della Coppa Davis in Cile e della maglia rossa?

«Che lì la nostra squadra giocò in rosso perché alcuni volevano far credere di fare così un dispetto a Pinochet, ma pochi sanno che in realtà Panatta aveva vinto a Parigi con una maglia rossa Tanto che nessuno si è mai chiesto perché chiudemmo il torneo in maglia blu!».

nicola pietrangeli foto di bacco

 

[…]

Perché il suo libro si chiama "Se piove, rimandiamo"?

«Parto col dire che il mio funerale, fra mille anni, si farà allo stadio Pietrangeli. Innanzitutto, perché c'è parcheggio, poi perché ci sono tremila posti seduti. Mi dispiace che non potrò assistere, per vedere chi viene e chi non viene. In caso piovesse, appunto, potremmo rimandare, mettendo la bara nel sottopassaggio. La musica la sto ancora decidendo, anche se "My way" all'uscita non sarebbe male».

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