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IL PIZZINO DELLA SHARAPOVA (A NADAL?): “NON HO MAI FINTO UN INFORTUNIO PER MASCHERARE UN TEST ANTI-DOPING” - SE PER SALVARE SE STESSA “MASHA” FACESSE NOMI E COGNOMI, SI SALVI CHI PUÒ

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Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera”

 

Ha incassato un ace. Al centro, imprendibile. Positiva al meldonio a gennaio, dopo il quarto dell' Australian Open con Serena Williams. 6-0, 5-0, 40-0 per l' accusa, ma la partita non è ancora finita. Maria Sharapova carica il braccio, e va all' attacco.

 

Su Facebook, in attesa di presentare la strategia davanti al panel che deciderà la sua squalifica per doping (rischia dai 2 ai 4 anni), lancia l' offensiva: «Sono determinata a combattere, la mia carriera non finirà così». Cari fan, senza cercare alibi ecco la mia verità.

 

NADAL NADAL

«Non è vero che sono stata avvisata ben cinque volte che la lista dei prodotti vietati dalla Wada stava per essere aggiornata».

 

Come a dire: può essere stata leggera una volta sola, trascurando di aprire il link della mail che l' avvertiva che il meldonio sarebbe stato bandito dal 1° gennaio 2016. Spiega: «Il 18 dicembre 2015 ho ricevuto una mail con l' oggetto: Players News. Conteneva tonnellate di informazioni su tornei, trasferte, ranking, statistiche e, certo, antidoping».

 

Arrivare alle novità sui prodotti illegali, però, secondo Maria era un percorso ad ostacoli: «Dovevi trovare il link Player Zone, entrare con user name e password, scovare l' allegato giusto, aprirlo, scorrere una marea di informazioni e, finalmente, arrivare alla lista aggiornata dei prodotti vietati...».

 

In altre parole, è la tesi della Sharapova, scoprire che il meldonio sarebbe diventato doping era un percorso ad ostacoli in grado di far inciampare chiunque, anche una super professionista. «L' oggetto della mail era fuorviante: un generico Players News».

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Ma non finisce qui. Da gennaio, ai tornei ha cominciato a circolare un bollettino contenente le novità introdotte dalla Wada. «Migliaia di parole, scritte in caratteri minuscoli, con terminologia tecnica». E qui Maria allega al post su Facebook la foto del depliant: un ginepraio, sotto forma di pieghevole.

 

E poi: «Ho letto interviste a dottori che si sono affrettati a dire che il ciclo di assunzione del meldonio va dalle quattro alle sei settimane. Io non ho preso meldonio tutti i giorni per dieci anni: dal 2006 l' ho assunto a cicli, e nelle dosi raccomandate, su indicazione del mio medico».

 

Scampare alla squalifica è un match dentro cui la Sharapova si è tuffata con la consueta furia agonistica. La prima lettera ai fans, le foto della partita a racchettoni sulla spiaggia e ora le precisazioni su Facebook.
 

Nulla di ciò che Maria Sharapova ha fatto e detto dalla sera in cui ha fatto outing sul doping («Ho commesso un grave errore e me ne assumo la responsabilità») è casuale. La strategia è non dare di sé l' impressione di una looser . E mandare un messaggio in bottiglia ai naviganti.

 

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«Se non altro io non ho mai finto un infortunio per mascherare un test» scrive, glaciale. L' allusione è alla mononucleosi di Soderling, al lunghissimo infortunio al ginocchio di Cilic e, forse, all' intemerata di Roselyne Bachelot, ex ministro dello Sport francese, che in un' intervista ha accusato Rafa Nadal («Tutti sanno che il famoso infortunio che l' ha tenuto sette mesi fuori dal circuito tra il 2012 e il 2013 era dovuto a una positività»), beccandosi una querela. Se per salvare se stessa Maria facesse nomi e cognomi, si salvi chi può.
 

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