barelli consolo

BARELLI SBARELLA DOPO LA DENUNCIA - IL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE ITALIANA NUOTO DENUNCIATO DAL SUO PREDECESSORE CONSOLO, PER FATTURE E CONTRATTI A SOCIETÀ CHE NON AVREBBERO EROGATO I SERVIZI DESCRITTI. SULLA FACCENDA INDAGA UN CONSORZIO DI GIORNALI INTERNAZIONALI VISTO CHE BARELLI, SENATORE DI FORZA ITALIA, è ANCHE A CAPO DELLA FEDERAZIONE EUROPEA

 

Paolo Rossi per www.repubblica.it

 

PAOLO BARELLI

La Len, la federazione europea di nuoto, è nel mirino della magistratura. Per fatture e contratti firmati dal presidente, Paolo Barelli, a delle società italiane che non avrebbero erogato i servizi descritti negli accordi, sottoscritti direttamente da Barelli, che è il n. 1 del nuoto in Italia oltre che senatore di Forza Italia. Il presidente della Fin giusto nei giorni scorsi è stato criticato per il suo modus operandi: ha chiesto la cassa integrazione per gli 85 dipendenti, nonostante i soldi ricevuti da Sport e Salute proprio per evitare una situazione del genere e nonostante il bilancio della Federnuoto goda di ottima salute.

 

Ora Barelli subisce un attacco dai media internazionali: un consorzio investigativo di tre grandi quotidiani (Frankfurter Allgemeine Zeitung, Sunday Times e Daily Telegraph) parla di un'inchiesta su cui lavorano una procura italiana e una svizzera. Indagine nata dalla denuncia di Bartolo Consolo, presidente onorario della Len, che ora parla a Repubblica.

 

Presidente Consolo, quali sono le basi della denuncia?

BARTOLO CONSOLO

“La storia comincia a novembre, quando mi viene inviata una lettera anonima”.

 

Il cui contenuto era?

“Che tre Società di Roma avevano ricevuto pagamenti dalla Len per prestazioni effettivamente mai eseguite”.

 

E quindi cosa ha fatto?

“Cosa avrei dovuto fare? Ho effettuato delle verifiche su Elevan srl, Cir.Aur srl ed Eurozona srl, le tre società”.

 

Con quale risultato?

“Nella Cir.Aur è coinvolto – per il 75% - il presidente della Len, Paolo Barelli”.

 

Quali sono le prestazioni dei contratti?

“Aiuti vari, dalle trattative dei diritti televisivi tra Len e Ebu, ente europeo di radiodiffusione, ad accordi con sponsor”.

 

Di che cifre parliamo?

“Difficile quantificare, ma diciamo: fino al 2016, per Cir.Aur, 74 mila euro. Per i diritti tv siamo oltre i 100 mila”.

 

Perché i contratti non sarebbero veri?

“La Cir. Aur si occupa di “locazione di beni immobili propri, sviluppo progetti immobiliari senza costruzione”. Eurozona “gestione immobiliare”, Elevan è una “agenzia di assicurazioni". Io ho chiesto spiegazioni a Marco Birri, un dirigente della Len. Il quale mi ha pregato di rivolgermi a Paulo Frishnek e David Rouger”.

 

Frishnek diventa il personaggio chiave della vicenda.

“Sì. Mi dice che non ha mai firmato le fatture, e che una l’ha firmata personalmente Barelli”.

 

Ma Frishnek non lavora più alla Len.

“No, ha lasciato e firmato un patto di riservatezza”.

 

E l’altro dirigente, Rouger?

PAOLO BARELLI

“Sostiene di aver condotto solo lui le trattative dei diritti tv, e nessun altro”.

 

Però, insieme all’accordo con l’Ebu, è arrivata la parcella.

“Esatto. Ai manager è stato spiegato che Elevan aveva fatto lobby in modo riservato”.

 

E quindi lei ha protestato.

“Un atto d’obbligo, ho posto delle domande. E le risposte non sono state esaustive”.

 

Sarebbe a dire?

“Che tutti gli Auditor, interni ed esterni alla Len che avrebbero dovuto verificare le spese hanno accettato le spiegazioni fornite e nessuno del Bureau ha voluto approfondire con l’ex direttore Frishnek”.

 

Eppure ci sono almeno un paio di inchieste in corso.

“Certo, ma tutto è rimasto fermo. Immagino per colpa del Covid 19”.

BARTOLO CONSOLO

 

Una è anche della magistratura italiana.

“Sì, mi risulta anche questo e attendo gli sviluppi in nome della trasparenza e dell’onestà. Con il passare dei giorni è accaduto che io sia diventato il malfattore, dopo un documento firmato da sei membri del Bureau della Len. E questa cosa è davvero ingiustificabile perché, comunque sia, non è questo il modo di operare e di gestire una federazione”.

 

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…