jannik sinner

QUANDO ARRIVERA’ IL SALTO DI QUALITA’ DI SINNER? IL TENNISTA ALTOATESINO E' POMPATISSIMO DAI GIORNALONI MA LE VITTORIE "PESANTI" NON SI VEDONO - A PARTE IL SUCCESSO NELL’ATP 250 DI MONTPELLIER, HA PERSO LE FINALI DI ROTTERDAM E MIAMI, È USCITO IN SEMIFINALE A INDIAN WELLS E MONTECARLO. RUNE E ALCARAZ HANNO PIU’ VARIETA’ DI COLPI E DI GIOCO. C’È DA PEDALARE, TECNICAMENTE E SULLA TESTA (PRENDA ESEMPIO DA DJOKOVIC!) - FOTO BY MEZZELANI

Estratto dell'articolo di Gianni Valenti per “la Gazzetta dello Sport”

 

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Sinner, abbiamo un problema. La delusione per l’eliminazione dagli Internazionali d’Italia è davvero cocente. Uscire agli ottavi di finale in quel modo contro un avversario non certo irresistibile come l’argentino Francisco Cerundolo fa male e lascia perplessi addetti ai lavori e appassionati. Roma doveva essere l’ennesimo trampolino di lancio per il nostro campioncino e lui stesso alla vigilia riponeva molte speranze nel piccolo grande Slam italiano.

 

Voleva far bene Jannik e arrivare fino in fondo. Invece anche stavolta qualcosa non ha funzionato a dovere. È vero, il ragazzo della Val Pusteria resterà comunque tra i primi dieci giocatori del mondo(ed è un bel risultato),

 

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ma adesso è lecito chiedersi quando arriverà questo benedetto salto di qualità verso l’alto che gli possa permettere di vincere, per esempio, un torneo importante come un Master 1000. Perché, è bene sottolinearlo, da tempo Sinner ha svestito i panni della giovane promessa per indossare quelli di un giocatore a tutto tondo dal quale è lecito aspettarsi di più. Lo score della stagione, a parte il successo nell’Atp 250 di Montpellier, gli ha solo fatto annusare dei successi importanti. Ha perso le finali di Rotterdam e Miami, è uscito in semifinale a Indian Wells e Montecarlo, si è ritirato ai quarti di Barcellona. Insomma, si avvicina all’obiettivo, ma poi non riesce a centrarlo. A Roma, poi, è andata ancora peggio.

 

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Cosa succede? È un problema fisico? Può anche darsi, nel senso che la struttura corporea di Sinner ha senz’altro bisogno ancora di molto lavoro. 

 

(...) I giovani colleghi che con lui compongono la top ten del ranking mondiale posseggono un carnet di colpi più vario e sono capaci di cambiare in corsa lo schema tattico di un match. Guardate per esempio Holger Rune: a 20 anni sa fare tutto, si è già imposto in un 1000 ed esibisce una personalità straripante.

 

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Prendete Carlos Alcaraz: certo, anche lui è uscito in modo inopinato dagli Internazionali, ma nel suo pedigree figurano uno Slam e quattro Major. E non dimentichiamoci che ha già occupato la poltrona di numero uno al mondo.Insomma, la sensazione è che il nostro bravo Jannik sia ancora indietro. C’è da pedalare, tecnicamente e sulla testa. Ieri sul centrale del Foro Italico l’abbiamo visto incapace di reagire. Spento di fronte a un destino che lo stava trascinando nel baratro. Sì, c’è stato qualche pugnetto alzato per cercare di darsi coraggio. Ma serve di più, soprattutto quando il fisico non ti dà una mano.

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