GIALLO-ROTTI, ADDIO ALLO SCUDETTO - FUORI LA CRICCA TOTTI-DE ROSSI, LA PARTITA INIZIA - DE SANCTIS E MANOLAS ARRIVANO QUASI ALLE MANI - VIDEO
1. LITE MANOLAS DE SANCTIS
2. LA ROMA IN 10 PAREGGIA CON LA JUVE
Matteo Pinci per “la Repubblica”
UNO arrabbiato, l’altro tutto sommato soddisfatto. Ma non chi vi aspettereste a leggere classifica e risultato. Perché l’1-1 di Roma fa arrabbiare Massimiliano Allegri e lascia persino fiducioso Rudi Garcia: pazienza se i 9 punti che separano la Roma dalla Juve sono virtualmente dieci grazie agli scontri diretti e una rimonta romanista appaia meno probabile.
All’Olimpico, pareggiando con la Roma, vinse nel 2011 il suo primo e unico scudetto, un altro pareggio carica di delusione l’umore di Allegri: «Sono dispiaciuto», ammette, scuro in volto, dopo aver strillato contro le disattenzioni di Bonucci e Vidal. Quella frenata dopo il vantaggio non l’ha accettata, e non lo manda a dire: «Una volta in vantaggio abbiamo giocato bene per sei o sette minuti e poi smesso di spingere. Abbiamo rischiato anche di perderla, sono cose che bisogna migliorare, è mancata la lucidità.
Usciamo molto arrabbiati e non pensiamo che sia finita: il campionato è ancora lungo, dobbiamo incominciare a vincere in trasferta visto che nelle ultime tre non lo abbiamo fatto». Eppure non nasconde che ora il titolo sia più vicino: «È vero, un passo avanti lo abbiamo fatto, ma gli ultimi venti minuti andavano fatti meglio. E invece li abbiamo fatti male», dice nervosamente.
Nervosa la Roma era invece all’intervallo, quando Manolas e De Sanctis sono quasi venuti alle mani dopo una discussione nata per un rimprovero del portiere a Cholevas. Grida e agitazione anche negli spogliatoi, che hanno ricordato i precedenti di Panucci e Doni a Udine nel 2008 o di Vucinic e Perrotta nel 2010, stagioni non troppo dissimili da questa.
Poi, alla fine, un’inattesa quiete che traspare nelle parole e nell’atteggiamento di un flemmatico Rudi Garcia: «Partite così si possono decidere sui calci piazzati e i due gol sono arrivati così, tante altre occasioni non ce ne sono state. La reazione della Roma è stata eccezionale, restare in dieci e fare il finale che abbiamo fatto ci dice che la squadra è viva. Sullo 0-1 in dieci dovevamo prendere dei rischi anche nel modulo, volevamo fare pressing alto e i ragazzi ci hanno creduto fino alla fine. Peccato non essere riusciti a fare il secondo gol, lo meritavamo anche».
Una battuta circolava nel pomeriggio di ieri tra i giocatori della Juventus nell’hotel dei Parioli: «La vinciamo noi nel secondo tempo». Quando in un minuto la Roma incassava espulsione e gol di Tevez sembrava diventata una profezia. Sembrava, e invece almeno l’illusione che il campionato non sia definitivamente da mettere in archivio resta. Appesa alla testata del romanista Seydou Keita. Che però una differenza con i bianconeri non fatica a vederla: «La differenza tra noi e loro è solo la fiducia. La Juve è una squadra che vince da anni e gioca con un’altra tranquillità, noi abbiamo sofferto il restare sempre abbottonati dietro».