SCAMACCA, IL BELL’ADDORMENTATO – PER SVEGLIARE L’ATTACCANTE DELL’ATALANTA DAL TORPORE NON È SERVITA LA PROVOCAZIONE DI SPALLETTI, CHE LO HA DEFINITO “PIGRO” – NELLE PRIMA DUE PARTITE DELL’EUROPEO IL NUMERO 9 HA TIRATO IN PORTA SOLO UNA VOLTA. E CONTRO LA SPAGNA NON È STATO UTILE NEANCHE NELLE SPONDE E NEL TENERE PALLA – IL SUO TEMPO SEMBRA SCADUTO. MA LE ALTERNATIVE OFFENSIVE…
Estratto dell’articolo di Matteo Pinci per www.repubblica.it
Quando ha lasciato l’Arena di Gelsenkirchen aveva la giacca aperta e buttata sulle spalle come fosse uno straccio, la testa bassa, a distendere il collo rendendo ancora più visibili i tatuaggi che spuntano dalla maglia. E forse è quello il primo momento in cui ci si è accorti che sul campo dello Schalke 04, dove l’Italia s’era appena fatta prendere a pallonate dalla Spagna, c’era anche lui, Gianluca Scamacca.
“Pigro”. Quando Spalletti glielo dice dà l’impressione che lo faccia per provocare una reazione rabbiosa. E invece contro la Spagna quell’aggettivo è stato la fotografia della partita di Scamacca.
Pigro, scostante, capace di far fallo col pallone tra i piedi, incapace di controllarne uno, di aiutare i compagni in difficoltà. Pigro non vuol dire che non corra – 16.3 chilometri in due gare, 2 in meno di Kane giocando appena 12 minuti in meno, mentre Morata ha numeri sovrapponibili ai suoi – ma che non sembra metterci il veleno.
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Pensare che, in un lampo, la sorte aveva fatto sì che fosse sua la prima, vera chance della partita. Palla dentro di Pellegrini, lui doveva solo calciare, o almeno provarci. E invece esibiva un colpo di tacco a cercare il gemello Frattesi. […]
Quanti centravanti conoscete che abbiano trascorso una partita senza mai calciare in porta? Ecco, in due partite Scamacca ha trovato la porta una volta soltanto, una volta ha calciato fuori e una sua conclusione è stata bloccata prima che potesse essere pericolosa. Un bilancio da mediano, non certo da punta.
Poi, magari dovremmo ragionare sul fatto che, tre anni fa, per tutto l’Europeo poi vinto, discorsi analoghi si facevano su Immobile, e ci si chiedeva se non fosse meglio sacrificare il centravanti, in funzione del falso nove, della punta manovratrice.
Oggi Spalletti, che il falso nove l’ha portato in Italia quasi 20 anni fa imponendo in quel ruolo un certo Francesco Totti, su una cosa non deroga: la punta centrale. Ma l’investitura, la maglia numero 9, la fiducia e le punzecchiature hanno prodotto su Scamacca tutte lo stesso effetto: cioè nessun effetto. Come la sua presenza in area. Quando Spalletti ha cercato in panchina Retegui ha mandato un segnale. La Croazia incombe e sarà decisiva. Per Scamacca il tempo è scaduto.
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