“‘CCEZIONALE!” - IL MAGICO MONDO DI PICCININI TRA “SCIABOLATE” E “AMMUCCHIATE” - IL TELECRONISTA PIU' PAGATO D'ITALIA CREA OGNI VOLTA PARTITE CHE NON ESISTONO. MA RISPETTO A CARESSA LO SALVA L'AUTOIRONIA

Andrea Scanzi per il “Fatto quotidiano”

Sandro 
Piccinini
Sandro Piccinini

 

È assai strano il percorso di Sandro Piccinini. All'apice del successo, quando officiava con  sacralità laica la domenica pallonara a Controcampo, di colpo ha preferito (o gli hanno fatto preferire) la semi-evaporazione. Mai più apparizioni video. Molto meglio tornare agli inizi, alle telecronache. Per anni, su Italia 1, dalle 22.30 si attendevano le pagelle di Paolo Ziliani e gli scazzi tra Mughini e Abatantuono molto più degli highlights. Piccinini era così apparentemente non telegenico da risultare perfetto.

 

I movimenti sincopati, l'avambraccio snodabile, la timbrica unica: Andrea Perroni lo imitò splendidamente. E poi i capelli, quei capelli da Playmobil che ce l'ha fatta. Era il più bravo, l'unico a saper gestire (quasi sempre) quel conclamato Bar Sport poco prima che svaccasse definitivamente. Uomo più poliedrico di quanto si creda, autore anche di un godibilissimo libro sulle tivù private (anzitutto le più scalcagnate) col sodale Giancarlo Dotto, d'un tratto Piccinini è tornato dietro le quinte.

 

alba maiolini sandro piccinini giancarlo dotto e giuseppe di piazzaalba maiolini sandro piccinini giancarlo dotto e giuseppe di piazza

Dai grandi ascolti alla nicchia: le telecronache (spesso criptate) a Mediaset, quando già Sky era molto più forte quanto a diritti televisivi calcistici. Piccinini è tornato alle telecronache, il suo amore più grande. Si deve a lui lo sdoganamento dell'iperbole, dell'enfasi, del linguaggio videogame. Un merito e una colpa: a piccole dosi è divertente, ma quando l'enfasi prevale si sfocia nella caricatura tronfia.

 

Due sere fa Piccinini si è ripreso il proscenio. La voce del ritorno della Juventus in finale di Champions League, dodici anni dopo Manchester, è stata sua. Il vocabolario non è mutato: il tiro che "non va", il cross (normalissimo) che assurge a esoterica "sciabolata morbida", l'azione che è a priori "incredibile" anche se in realtà era solo un alleggerimento al portiere. Ascoltarlo, oggi, suona piacevolmente anacronistico. Come giocare a FIFA 98 quando si è già a FIFA 2016.

 

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Piccinini crea ogni volta partite che non esistono, e va bene così. Lo sa anche lui, che infatti pare quasi ridere ogni volta delle sue trovate linguistiche. Rispetto a Fabio Caressa, suo allievo poco dotato, lo salva l'autoironia: il sapere intimamente di dire (anche) bischerate. Non è un caso che, durante le pubblicità, si diverta a continuare le telecronache fuori onda immaginando dribbling improbabili di colleghi, rovesciate di cameraman, autogol di peones inesistenti.

 

L'effetto straniante, mercoledì, era acuito dai commenti di Aldo Serena, secondo cui Pirlo non era performante "a livello organico". Pareva tutto bizzarro, estremizzato, capovolto. Nel magico mondo di Piccinini, c'è un paese intero ad attendere bramoso "l'imperdibile speciale di Marco Foroni" e l'attesa è oltremodo spasmodica per i commenti da bordo campo: "Nando Sanvito per noi!", sibila con aria definitiva.

 

FABIO CARESSAFABIO CARESSA

E Sanvito, con quel nome a metà tra un romanzo minore di John Fante e un ballo popolare stanco, a quel punto - dopo una tale introduzione - vorrebbe dire una cosa definitiva. Un'annunciazione, una rivelazione. Ma non ce la fa, perché non ha nulla da dichiarare, se non che "Allegri sta pensando di inserire Pereyra". Pazienza: a riempire il vuoto, da sempre, ci pensa Piccinini. E lo sa riemp

selfie pardo vicedomini scanzi ferrero barra zengaselfie pardo vicedomini scanzi ferrero barra zengaper abatantuono bergomi guarda caressa come i vecchi guardano i cantieriper abatantuono bergomi guarda caressa come i vecchi guardano i cantieriCARESSA E BERGOMICARESSA E BERGOMIsandro piccininisandro piccininipiccinini dottopiccinini dottopiccinini dotto cover libropiccinini dotto cover libro

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