simone inzaghi caduta

'STO INZAGHI E' DE LEGNO - SCONCERTI BASTONA IL TECNICO DELL'INTER: "MOSTRA LA SUA INESPERIENZA NELLA POCA FLESSIBILITÀ. NON HA ALTRE IDEE, NON LE CERCA. IL GRANDE ALLENATORE SI VEDE QUANDO È IN DIFFICOLTÀ, PRENDE IN MANO LA SITUAZIONE" - "PIOLI HA CAMBIATO TUTTO IL MILAN CON UNA MOSSA: HA SOSTITUITO DIAZ CON UN TERZO CENTROCAMPISTA DI RUOLO. ANCHE DI PIÙ HA FATTO SPALLETTI, CON ZIELINSKI E INSIGNE…"

Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera

 

mario sconcerti foto di bacco

Milan e Napoli sono adesso gestite in modo molto diverso dall'Inter. L'Inter gioca sempre con la stessa formazione, quando cambia è perché ha infortuni o squalifiche, non nuove idee tattiche. Questo è più un lusso che un vantaggio, è difficile in dieci mesi di campionato contare sempre sugli stessi giocatori.

 

simone inzaghi 5

Si è spesso detto che l'Inter ha una rosa titolari più vasta delle altre ma era un'idea a metà. L'Inter ha una superiorità in attacco dove con Correa e Sanchez completa un attacco nell'insieme certamente superiore agli avversari, ma nel resto della squadra, in ruoli fondamentali come il cuore del centrocampo e della difesa, è ferma a Vecino, Vidal, Ranocchia e D'Ambrosio.

 

simone inzaghi 6

Ottimi, ma come le riserve degli altri. Forse meno. Non credo a una crisi tecnica dell'Inter, credo alla fatica mentale della squadra, alla noia verso se stessi, i risultati e l'allenatore. L'Inter non si diverte più giocando. Sono sempre gli stessi, costretti ad andare avanti per salvare la propria innocenza.

 

simone inzaghi 4

Qui comincia la responsabilità di Inzaghi. Ha un gioco solo e con un'unica variazione: la sua squadra è la stessa più un dubbio quasi filosofico tra Dumfries e Darmian. Sono convinto che Inzaghi farebbe sempre giocare Darmian, che è uno degli stabilizzatori del gioco interista. Dumfries gli colpisce la fantasia ma lo trova spinto, quasi poco morale, come fosse un peccato per la sua religione tattica.

 

simone inzaghi 3

A tre quarti della strada è difficile che una squadra da sola ritrovi l'antica fantasia, tocca al tecnico dargliela. Ma Inzaghi considera una conquista avere una squadra già trovata, sperimentata. E non ha giocatori capaci di cambiarla.

 

simone inzaghi 2

In tre assenze di Brozovic è stato costretto a inventarsi prima Barella, poi Vecino, infine Calhanoglu. Bocciature troppo prevedibili. Si poteva alterare il gioco, avvicinare Barella e Gagliardini in mediana e spostare Calhanoglu al centro, più avanzato nel triangolo. O un'altra qualunque soluzione.

 

simone inzaghi 1

Bisognava soprattutto avere una riserva di Brozovic, Sensi per esempio, che adesso gioca e torna in Nazionale. Non essersi potuto permettere un ricambio è imperdonabile. Ma è proprio qui che Inzaghi mostra la sua inesperienza, nella poca flessibilità. Non ha altre idee, non le cerca. Il grande allenatore si vede quando è in difficoltà, prende in mano la situazione. Inzaghi dà l'idea di tirare in aria una moneta. Trovata la squadra, tocca alla squadra dare. Non è così.

 

stefano pioli e simone inzaghi

Questa Inter è figlia di una crisi economica. Un anno fa cominciò il campionato avendo in panchina Nainggolan, Sensi, Young, Eriksen per non dire Kolarov, Dalbert e Pinamonti, 9 reti adesso. Ma oggi è al minimo, ha tenuto Vecino e Vidal perché invendibili, è normale faccia fatica. Diversa la gestione di Pioli e Spalletti.

 

Hanno avuto molti più infortuni, sono stati continuamente costretti a inventarsi formazioni. Mentre l'Inter cercava di andare oltre il suo momento di eccessiva stabilità, Pioli ha cambiato tutto il Milan con una mossa: ha sostituito Diaz con un terzo centrocampista di ruolo, aggiungendo Kessie a Tonali e Bennacer. È una mossa profonda, mai immaginata da Pioli.

stefano pioli con messias

 

La prova è che i centrocampisti in rosa sono solo quattro. Con tre in campo, la riserva di tutti resta solo Krunic, utile ma con qualche limite. Sostituire un trequartista in un lungo momento difficile, con un centrocampista dell'importanza di Kessie, ha dato al Milan una possibilità di gestione del gioco forse decisiva.

 

Ora ha meno paura anche delle partite distraenti perché ha sempre in mano il gioco. Accelera quando ha bisogno e gestisce il resto, da squadra completa. Anche di più ha fatto Spalletti. Il suo Napoli è forse la squadra più corretta fra le tre di testa, nel senso che ha in tutti i ruoli giocatori giusti, non ha falsi equilibri né li deve cercare.

 

spalletti napoli udinese

Ma Spalletti ha fatto l'allenatore vero togliendo improvvisamente dal campo due colonne portanti della manovra, Zielinski, riferimento offensivo, e Insigne, riferimento di qualunque altra cosa.

 

Una specie di vero contro vangelo, nessuno l'aveva mai provato a Napoli. Ma è il pugno dell'allenatore che ha idee e tiene in mano la squadra. Domani poi è un altro giorno, ma oggi serviva quello, un eccesso per riavere l'ordine. È questa cattiveria di idee che manca a Inzaghi, ottimo tecnico un po' troppo stabile. Mentre uno scudetto è lungo, molto lungo. Soprattutto variabile.

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