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CON GASPERINI LA “DEA” GIOCA DA DIO – SCONCERTI IN LODE DEL TECNICO DELL’ATALANTA: "E’ IL BRIAN CLOUGH DEL NOSTRO CALCIO. NON SBAGLIA UN CAMPIONATO. COME SARRI, HA DA 15 ANNI UN SUO GIOCO ESATTO, MA NESSUNO LO HA MAI CHIAMATO MAESTRO" - LA SFORTUNATA ESPERIENZA ALL’INTER: "SI SPAVENTARONO COSÌ TANTO DELLA SUA DIFFERENZA CHE…"- VIDEO

 

Mario Sconcerti per il Corriere della Sera

gasperini

 

Vedendo giocare l' Atalanta mi è lentamente maturata una visione, quella che Gasperini somigli molto a Brian Clough, forse il migliore tecnico nella storia del calcio inglese (con Chapman). A differenza di Gasperini, Clough era un isterico verboso quasi incontrollabile. In Italia non è mai stato benvisto perché dopo una semifinale di Coppa dei Campioni con la Juve ci dette dei bastardi italiani e allargando il concetto arrivò a dire che eravamo stati in guerra soldati vigliacchi.

 

Più che con noi ce l' aveva con gli arbitri. Era convinto fossero stati direttamente condizionati dalla Juve di Italo Allodi. Ma è stato soprattutto Clough a inventare il calcio inglese di oggi. E lo ha fatto dalla periferia. Chiuse con il palla lunga e pedalare, con i cross per il centravanti grande e grosso. Tenne la palla a terra, quasi inaudito per i tempi.

gasperini

 

Diceva che se Dio avesse voluto il gioco aereo ci avrebbe fatto giocare sulle nuvole, non sull' erba. Era spiritoso e grottesco, irascibile, eccessivo, ma grande allenatore. Ha passato tutta la vita in provincia, Derby County e Nottingham Forest, 24 anni in due sole squadre. È l' unico tecnico inglese ad aver preso le sue squadre in B, averle portate in Premier e aver vinto poi il campionato. Continuando: il Derby arrivò in semifinale di Coppa Campioni, il Nottingham Forest la vinse, nel 1979 e nel 1980. Giocava molto sulle fasce, mescolava giocatori di forza e di tecnica. Teneva bassa la palla e alternava passaggi corti in mezzo al campo a lanci lunghi. Era istinto organizzato a cento all' ora. Tutto quello che il buon vecchio calcio inglese non aveva saputo ancora immaginare. Se penso all' uomo, Clough è lontano due vite da Gasperini.

 

Se penso al tecnico li vedo molto vicini. Due tipi di gioco semplice e aggressivo, inedito per come entrambe mescolano l' antico (marcature a uomo a centrocampo, centravanti fisici ma tattici, centrali difensivi che impostano il gioco dalla loro area, fantasisti sulle fasce dove tutto continua a nascere, mezzali semplici ma mai banali). Nel 2015 l' Uefa mise Clough tra i dieci tecnici migliori del dopoguerra. C' erano José Mourinho, Arrigo Sacchi, Udo Lattek, non c' erano Capello, Guardiola e Ancelotti.

 

gasperini

A essere sinceri Clough era il primo dell' elenco, Sacchi il decimo. Molti caddero nell' errore che fosse una vera classifica. Ci furono polemiche rumorose. Noi giornalisti abbiamo sempre fretta. Si capì col tempo che era un ordine alfabetico. Definito il termine di un paragone, passiamo all' altro. Abbiamo battezzato maestri solo i diversi: Sacchi, Sarri, Liedholm, abbiamo preferito la diversità al lavoro di tutti i giorni (Lippi, Capello, Trapattoni, Allegri). E come sempre abbiamo lasciato fossero i risultati migliori a dirci chi fossero i migliori. Serve ai popoli che fanno cassa e che vanno sempre blanditi. Ma con Gasperini abbiamo sbagliato due volte. Primo perché non abbiamo capito la sua diversità, lo abbiamo scambiato per un contropiedista della porta accanto. Invece gioca come nessuno in Italia, ha un suo modello unico, non studiato o applicato meno di quelli di Guardiola. Infatti vince anche all' estero dove non lo conoscono e cadono nella sorpresa.

brian clough

 

Secondo perché non sbaglia un campionato, organizza mercati convenienti per la casa, ogni volta riequilibrando la squadra. È stato otto anni a Genova con Preziosi presidente, circa cento giocatori nuovi da organizzare. Ha fatto vendere all' Atalanta appena fondata Gagliardini, Conti, Carmona, Sportiello, Grassi, Kessie, Zukanovic, ha riempito le casse e ricominciato come se niente fosse con il suo calcio. Non sbaglia mai. Come Sarri, ha da quindici anni un suo gioco esatto, ma nessuno lo ha mai chiamato maestro. All' Inter si spaventarono così tanto della sua differenza che lo mandarono via dopo appena tre giornate. Più o meno come i pessimi 44 giorni di Clough al Leeds su cui è stato fatto anche un film. Gasperini compirà sessant' anni il 21 gennaio. Credo che un regalo normale sarebbe riconoscergli il diritto di usare il suo titolo: è ormai un maestro. Ufficialmente.

GASPERINI

 

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