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LE STRADE BIANCHE: "QUALCOSA DI FOLLE, CICLISMO PURO" - PIOGGIA, FREDDO, LO STERRATO CON LE BUCHE PIENE D’ACQUA E MASCHERE DI FANGO CHE PEDALANO: A SIENA EPICA EDIZIONE DELLA "CLASSICA DEL NORD PIU' A SUD D'EUROPA"  – VINCE IL BELGA BENOOT, VAN AERT, IRIDATO DI CROSS, MASSACRATO DALLA STANCHEZZA CADE SULLA SALITA FINALE (VIDEO) – VALVERDE: "CHE FIGATA" – E SAGAN…- VIDEO

 

Ciro Scognamiglio per la Gazzetta dello Sport

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Quando ti ritrovi a dover tirare le somme di una giornata epica e non sai da quale parte sia meglio cominciare: è in quel momento che ti tornano in mente le parole di Daniel Oss. Un duro. Uno abituato alle battaglie nella arene delle classiche del Nord. Dalla 12a edizione delle Strade Bianche ha ricavato un dodicesimo posto. Dice: «Il male fisico. Il dolore che ti assale. Il fango che neppure la doccia fa andare via. Il freddo. Ma, soprattutto, lo sterrato in gara. Non si vedevano le buche. Non si capiva niente. Le buche erano piene d' acqua e non si percepiva la profondità. E gli occhi, così sporchi di fango, che sembravano coperti da una bandana. Vedo sfocato ancora adesso».

 

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RICORDO Le parole. Le immagini. Le condivisioni sui social. Lo stupore e le mani spellate del pubblico. E' stato epico, sì epico, il 12° atto delle Strade Bianche, la classica-gioiello firmata Rcs Sport/Gazzetta che nasce e vive attorno a Siena e alle sue strade sterrate, le crete. In archivio c' è un podio sorprendente e allo stesso tempo più che nobile, se visto in prospettiva. Tjesi Benoot, 23enne belga della Lotto-Soudal nel 2015 capace di arrivare quinto al Fiandre, ha ottenuto per distacco, e alla grandissima, il primo successo in carriera. In foto con lui Romain Bardet, 27enne francese predestinato alla vittoria del Tour dopo che da due anni va a podio (2° e 3°);

 

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e poi Wout Van Aert, altro belga classe 1994 che è una sorta di Peter Sagan del cross (tre volte iridato): ha impressionato. E' stato lui ad infiammare la corsa a una cinquantina di km dalla fine, sul tratto più duro delle crete senesi (Monte Sante Marie). Con Van Aert si è mosso Bardet e sembrava che potessero arrivare, ma Benoot è stato bravissimo a riportarsi su di loro e nell' ultimo settore di sterrato si è involato. Quella di Piazza del Campo finalmente risparmiata dalla pioggia è stata un' apoteosi e anche Bardet era felice, mentre Van Aert agguantava il podio nonostante a poche centinaia di metri dalla fine fosse caduto per la stanchezza.

 

CONDIZIONI L' epica era già stata declinata nella prova femminile, disputata a temperature più rigide e firmata da un assolo dell' olandese Van der Breggen, olimpionica e regina del Giro donne in carica: «Alla fine mi sentivo strana, vuota. Il giorno più duro della mia vita in bici». A 20 km dalla fine si era sbarazzata della tricolore Longo Borghini, capace di onorare con il terzo posto la vittoria 2017. «Sembrava di pedalare con il vinavil», avrebbe detto la piemontese al traguardo. Traguardo che molte e molti non hanno visto: hanno concluso 76 donne su 137, tra gli uomini 53 su 146. E in 20 sono finiti fuori tempo massimo. Un campione come Van Avermaet affondato a oltre 13', un doppio vincitore come Kwiatkowski a 10' che alla fine dirà in italiano: «Mamma mia, che corsa». Un Vincenzo Nibali ritirato: ancora frenato, già prima del rifornimento, da forature e problemi meccanici. E le due principali speranze italiane, Moscon e Moser, respinte.

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Gianni, 14° a 4'08": «Lo sterrato era ammorbidito dalla pioggia e le ruote si sfondavano, faceva un sacco di resistenza. Io, negli ultimi 50 km, non ne avevo più». Moreno si è staccato presto, in giornata-no, e si è ritirato: rischia il posto per la Tirreno. Il migliore dei nostri è stato Visconti, 5°. Da applausi: «Mi sento un "eroico"».

 

SENTIMENTI Le parole, appunto. Quelle dei campioni sanno di amore, di piacere ritrovato, di godimento per l' immensa sfida uomo contro uomo. E contro la natura. Valverde, 4°, è più fango che pelle: ha 37 anni, domenica vinceva l' Abu Dhabi Tour, ha avuto problemi gastrici, venerdì è arrivato in hotel all' 1 del mattino per problemi di aerei. Eppure dice, a caldo: «Una pasada», l' equivalente di una «figata».

 

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«E' anche per gare così che continuo». Sagan, 8° con mantellina iridata anti-pioggia nera, è il solito dissacratore: «La priorità era rimanere in sella. Condizioni estreme? Mi aspettavo molto peggio. Non era così male!». Bardet, che ha ricordato il Nibali di Arenberg al Tour 2014, era al debutto ed è il più profondo: «Un qualcosa di folle. Una corsa vera, di quelle che amo. Ciclismo puro. Condizioni dantesche, un' intensità rara». E il vincitore Benoot?

 

Prima ha scherzato: «A Siena ci sono venuto anche in vacanza.

Mangiare un gelato con la mia ragazza in Piazza del Campo è stato più rilassante». Poi, più serio: «Avete idea? La prima vittoria qui. In un giorno così. Ho aspettato tanto, ma ne valeva la pena. Non dimenticherò mai questo giorno». Non solo lui: nessuno mai lo farà.

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