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LE SLIDING DOORS DEL “CHAPITA” – RETEGUI HA ESORDITO IN ROSSOBLÙ CON UNA DOPPIETTA, IN COPPA ITALIA. A DIMOSTRAZIONE CHE MANCINI CI AVEVA VISTO LUNGO A LANCIARE IL 24ENNE ORIUNDO IN NAZIONALE – L'INTER, ALLA DISPERATA RICERCA DI UNA PUNTA PER IL DOPO-LUKAKU, L'AVEVA CORTEGGIATO A LUNGO. MA MAROTTA SE L'È LASCIATO SFUGGIRE ALL'ULTIMO – PENSARE CHE DA BAMBINO MATEO SEMBRAVA DESTINATO ALL'HOCKEY SUL PRATO, COME IL PADRE. POI UN GIORNO, IN SPIAGGIA, IL SUO CANE…

 

Estratto dell’articolo di Claudio De Carli per “il Giornale”

 

Mateo Retegui al Genoa

[…] Mateo Retegui entra in serie A e diventa subito quello che i genoani volevano, un centravanti forte, 86 chili, 24 anni, alto quasi un metro e novanta, gli mancano pochi centimetri, guizzante, felice nell’area avversaria, colpo di testa formidabile e senso del gol.

 

In Argentina lo chiamano El Chapita proprio per la sua forza fisica, come suo padre, El Chapo, il capo, terrore delle difese di hockey prato, sport popolarissimo da quelle parti. Insomma l’identikit preciso che sta cercando ansiosamente Beppe Marotta e pensare che lo aveva in pugno.

 

Zanetti ne parlava come se gli avessero già preparato il letto, Inzaghi era contento e anche Lautaro era contento di giocarsela al fianco del Chapita. Baccin, braccio destro di Piero Ausilio, lo avrà visionato in Argentina almeno una mezza dozzina di volte, stabilito prezzo e ingaggio, lui strafelice di venire a giocare da noi, poi deve essere successo qualcosa, anzi è successo qualcosa, e l’ennesimo centravanti dei vice campioni d’Europa è schizzato di mano come una tinca.

 

Mateo Retegui al Genoa

 E si è rituffato nel fiume, pescato nelle pampas sconfinate dallo staff del Mancio che si è fatto fare un database dalla Federazione con le caratteristiche di tutti i giovanotti con avi italiani di belle speranze in giro per il mondo dai 16 ai 25 anni, lo ha arruolato ed è finito subito in Nazionale grazie alle sue origini, nonna di Canicattì e bisnonno genovese. E ha segnato alla prima contro l’Inghilterra, subito titoloni proprio come venerdì in coppa Italia.

 

[…] Corteggiato a lungo e mollato quando il Boca, proprietario del cartellino, mentre lui giocava in Messico con il Tigre, ha chiesto 15 milioni per farselo portare via. Il Tigre doveva solo pagare 4,3 milioni per il diritto di riscatto sancito nel prestito, quasi da non credere. Intanto, visti i tentennamenti si è aperta l’asta, forse Eintracht di Francoforte, magari la Fiorentina, e l’Inter nelle aste non ci vuole entrare, i soldi sono quelli che sono e c’è sempre qualcuno che aggiunge un cent.

 

mateo retegui

In pieno tunnel l’Inter, strafelice il Genoa, certamente con tutti gli imprevisti che si porta dietro un debuttante alla fiera dell’Ovest. Il 26 luglio è stato ufficialmente acquistato a titolo definitivo, esordio nei trentaduesimi di Coppa Italia contro il Modena e gol dopo 32 secondi, bissato dopo 12 minuti della ripresa per il 4-3 definitivo.

 

 Insomma una doppietta alla prima in una neopromossa per un ragazzino che ha trascorso l’infanzia con la palla fra i piedi e il bastone da hockey in mano, come il resto della famiglia, papà, mamma e sorella. A sei anni era nella giovanili del River Plate, poi ha svoltato, basta col calcio, meglio l’hockey, infine protagonista involontario di una di quelle cose che ti cambiano l’esistenza […]

 

Mateo Retegui al Genoa

Mateo è in spiaggia con tutta la famiglia, cane compreso, giocano a pallone che come è arcinoto finisce sempre dove vuole andare e quasi sempre nel posto giusto, complice un tocco maldestro del cane. E il posto giusto è sotto l’ombrellone di uno scout del Boca Juniors.

 

Il papà va a recuperare il pallone, chiede scusa per l’intromissione e Mazzilli lo riconosce e gli chiede che fine ha fatto suo figlio, lo ha perso di vista: Gioca a hockey adesso, risponde il padre e lo scout: Mannò, non ci credo, quel ragazzo ha talento per il calcio, dai lasciamelo portare al Boca, ci penso io a seguirlo.

 

mateo retegui

Il tempo di stracciare il cartellino con il River e Mateo finisce nelle giovanili del Boca Juniors, all’inizio gioca da mezz’ala, poche partite e lo vogliono tutti, Independiente, Racing, San Lorenzo, Estudiantes e Telleres compresi, entrano quei soldi che l’hockey neanche ti fa vedere, si fa presto a cambiare idea. Gira diverse squadre, si fa un gran nome, perfino Francesco Totti cerca di convincerlo ad entrare nella sua CT10 Management, ma non ci riesce. Il resto è storia recente […]

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