rosetti episodi dubbi contro le italiane in champions

"UEFA, SIAMO CAPACI DI USCIRE DA SOLI" – ZAZZARONI ALL’ATTACCO DEGLI ARBITRI E DEL CAPO-DESIGNATORE UEFA ROSETTI - "IL RIGORE NON CONCESSO ALLA JUVE A OPORTO, QUELLO NON ASSEGNATO ALLA LAZIO E IERI L’ASSURDA ESPULSIONE DI FREULER DOPO MENO DI VENTI MINUTI: TRE INDIZI FANNO UNA PROVA" - FABIO CAPELLO METTE IL CARICO: "L'ARBITRO HA ROVINATO ATALANTA-REAL. MI VIENE UN DUBBIO DOPO IL RIGORE NON DATO IERI ALLA LAZIO...”

Ivan Zazzaroni per www.corrieredellosport.it

 

 

zazzaroni

Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova. Primo indizio, il rigore non concesso alla Juve a Oporto. Il secondo, quello non assegnato alla Lazio sullo 0-1 (fallo di Boateng su Milinkovic-Savic). Ieri la prova: l’assurda espulsione di Freuler dopo meno di venti minuti. Avversari il Porto, il Bayern e un Real dimezzato dagli infortuni e storicamente aiutato (alla catalana, Asì gana el Madrid!), esponenti della nobiltà europea.

 

Desidero ricordare all’Uefa e al suo designatore (in tribuna a Bergamo) Roberto Rosetti - italiano: dagli amici mi guardi Iddio - che dall’Europa siamo in grado di uscire da soli, non è necessario che ci venga continuamente indicata la porta. Abbiamo già i nostri guai, i nostri difetti, le nostre incoerenze, evidenziate dall’atteggiamento che teniamo in campo: le squadre italiane giocando lavorano, con le tensioni, il peso e gli effetti che ne derivano, le altre si divertono.

 

ROSETTI

Siamo un insieme di paradossi: la prima in serie A, l’Inter, è fuori tanto dalla Champions quanto dall’Euroleague. La seconda, il Milan, ha appena pareggiato 2 a 2 a Belgrado, in Europadue, con una Stella Rossa che non è neppure lontana parente di quella che trent’anni fa vinse la coppacampioni. La terza, la Juve dei nove scudetti consecutivi, ha perso in Portogallo costringendosi alla rimonta e non più tardi di sei mesi fa è uscita agli ottavi con il Lione di Garcia.

 

Quarta è la Roma, che ha brutti ricordi della prima settimana d’agosto con il Siviglia. Un punto sotto c’è l’Atalanta, il nostro orgoglio, che soltanto nei secondi conclusivi della partita di ritorno con il miliardiario Psg si vide strappare dal libro delle imprese la pagina più esaltante. Della Lazio abbiamo registrato con angoscia la caduta. E il Napoli, al momento settimo, non ha avuto un posto in Champions e stasera rischia di salutare l’Europa per colpa o merito della nona di Spagna.

CR7 PORTO JUVE

 

Tra i paradossi italici figura anche l’autocondanna che ogni anno si infligge la dirigenza juventina: vincere la Champions partendo dal decimo fatturato europeo (fonte Deloitte 2021). Nelle ultime dieci edizioni, ovvero dall’ultimo successo italiano (l’Inter di Mourinho e Moratti) in avanti, la coppa più prestigiosa è andata 4 volte al Real (2014, 2016, 2017, 2018), che ha il secondo fatturato, due a testa al Barcellona (2011, 2015), leader nei ricavi con 840 milioni, e al Bayern (2013, 2020), quarto, una al Liverpool (2019), settimo, e una al Chelsea dell’oligarca (2012), nono. Crac finanziari a parte delle due spagnole, pensare che la Juve abbia la capacità finanziaria di arrivare fino in fondo è irragionevole: rivincere la coppa sarebbe in effetti un’autentica impresa. Anche la semifinale, raggiunta più volte, lo è stata.

 

LAZIO BAYERN MILINKOVIC

C’è dell’altro. Ogni anno le nostre squadre-guida allestiscono organici di 25 giocatori, e anche di più, per affrontare ambiziosamente le tre competizioni e al tempo stesso centrare l’obiettivo qualificazione alla Champions successiva, ma quando non superano la fase a gironi, dopo l’iniziale scoramento e la valanga di guano che si abbatte su tutti i protagonisti, incoraggiano quella sorta di condivisione del dolore che porta a indicarle “finalmente libere” di puntare allo scudetto. Non si registrano atteggiamenti analoghi negli altri tre Paesi top dove anche la stampa evita di favorire discorsi consolatori. E poi, non dimentichiamolo, siamo il torneo dei grandi vecchi. Il capocannoniere ha appena compiuto 36 anni eppure dai suoi slanci dipendono i destini della Juve.

 

FREULER

Dove over 30 sono anche i difensori più importanti, Bonucci e Chiellini. Ibrahimovic, 40 a ottobre, è certamente il giocatore più condizionante del Milan, alle prese attualmente con la polemica sulla partecipazione al festival di Sanremo (perché, quando un mese fa si seppe della sua presenza all’Ariston, nessuno obiettò?), il miglior attaccante del Napoli, Mertens, di anni ne avrà 34 a maggio, e quello della Roma, Dzeko, 35 a marzo. Il severo giudizio di Fabio Capello - «la serie A non è un campionato allenante» - è purtroppo centrato: quando i nostri big si misurano con le squadre europee vengono spesso ridimensionati. Penso allo stesso Lukaku, a Milinkovic-Savic, a Immobile e a tanti altri. Da allenante a alienante in fondo è un attimo.

 

 

 

CAPELLO

Da www.corrieredellosport.it

capello

 

Fabio Capello ha espresso tutte le sue perplessità riguardo l'arbitraggio di Atalanta-Real Madrid con l'arbitro Stieler che dopo 17 minuti di gioco ha espulso Freuler. Non solo il match di questa sera nel mirino dell'ex tecnico, ma anche quanto visto in Lazio-Bayern Monaco: "L'arbitro ha rovinato la partita, non era ultimo uomo e andava verso l'esterno. Era da giallo. Mi viene un dubbio dopo il rigore non dato ieri alla Lazio sarebbe stato bello per l'Atalanta potersi giocare ad armi pari una sfida così importante come quella col Real" ha dichiarato l'ex allenatore durante l'intervallo.

 

Capello: "Visto Zidane come rideva?"

"Si può passare lo stesso, per vincere può bastare fare un gol e non subirne. L'Atalanta ha preso un gol che poteva essere evitato, ma è stata penalizzata e ha saputo difendere bene e controbattere. Condannata da un gol di un giocatore che tira poco di destro. Anche Zidane era incredulo, visto come rideva? Sfortunata l'Atalanta, ma se la può giocare a Madrid", ha poi aggiunto Capello nel post-partita.

collina rosetti

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…