"SULLA VIOLENZA NEGLI STADI LINEA DURA SUL MODELLO INGLESE” - MALAGÒ A “CIRCO MASSIMO” INVOCA LE LEGGI SPECIALI DELLA THATCHER: "TESSERA DEL TIFOSO E DASPO NON BASTANO" -"CORI RAZZISTI? DAREI RAGIONE A NAPOLI E ANCELOTTI, MA..." - "A SALVINI HO SENTITO DIRE CHE OGNUNO DEVE FARE IL PROPRIO MESTIERE, E IO MI DEVO OCCUPARE DI SPORT. SE RITIENE CHE SIA LA COSA MIGLIORE..." – E SULLA CANDIDATURA DELL’ITALIA ALLE OLIMPIADI 2026
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da Circo Massimo - Radio Capital
Tutto quello che è successo dentro e fuori lo stadio in occasione di Inter-Napoli, dalla morte di Daniele Belardinelli ai cori razzisti a Koulibaly, ha riaperto il dibattito sulla gestione degli ultras e sulla sicurezza negli stadi. "Cinque anni fa, durante una riunione al Viminale con il capo della polizia Manganelli e la ministra Cancellieri, con una situazione più o meno analoga.
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Sostenni la tesi che serviva una cura diversa dai provvedimenti del passato, visto che DASPO e tessera del tifoso non sono bastati", dice il presidente del CONI Giovanni Malagò a Circo Massimo, su Radio Capital, "Cosa bisogna fare? Cito sempre quello che hanno fatto gli inglesi: hanno fatto delle leggi speciali, fanno processi per direttissima, sono stati duri sul profilo della pena, dopodiché la partita si è chiusa. Chiaro che per tutto questo c'è stata una congiuntura favorevole, perché si è andati in parallelo con la costruzione di nuovi impianti".
Intanto il ministro dell'interno Salvini dice no alle curve chiuse e alla sospensione delle partite, quasi stia strizzando l'occhio agli ultras: "Gli ho sentito dire che ognuno deve fare il proprio mestiere, e io mi devo occupare di sport", commenta Malagò, "Non c'è dubbio che chi fa il ministro degli interni ha oneri e onori di prendersi la responsabilità di come gestire queste cose. Se ritiene che questa sia la cosa migliore...".
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Il Napoli e l'allenatore Ancelotti hanno detto che si fermeranno se dovessero esserci nuovi cori razzisti: "Darei ragione al 100% al Napoli e ad Ancelotti, ma non si possono fare le regole loro", risponde il numero uno del Comitato Olimpico, "Se le regole se le fa una squadra o un allenatore, è finita. Non si può fare". Le società spesso conoscono gli ultras, a volte li tollerano: "La società non deve avere nessun tipo di connivenza, complicità o tolleranza nei confronti di queste persone", chiarisce Malagò,
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"E se si scoprisse che questo avviene, le sanzioni devono essere altrettanto, se non più pesanti, di quelle per i tesserati. Questo è il contrappeso della legge che andrebbe fatta nei confronti del cittadino pseudotifoso o quello che sia e la società. Tenete presente che tutto questo va inserito in un contesto che rappresenta, a torto o a ragione, un capisaldo della giustizia sportiva, cioè la responsabilità oggettiva. All'atto pratico: di chi è la colpa? Se la colpa è di una singola persona che fa una cosa da matto, si può dire che la società non c'entra; se lo fa tutta la curva, è più difficile sostenere che la società non abbia responsabilità oggettiva".
Ieri il governo ha integrato le garanzie degli enti locali per la candidatura di Milano e Cortina ad ospitare le Olimpiadi invernali del 2026: "Oggi consegneremo le chiavette con il dossier per la candidatura del 2026. Abbiamo fatto i compiti, secondo me li abbiamo fatti bene, nella migliore tradizione italiana siamo arrivati quasi all'ultimo secondo. La candidatura è sui generis ma oggettivamente molto forte, ma", avverte il presidente del CONI, "ci sono fattori da tener conto: la Svezia non ha mai ospitato un'Olimpiade invernale, ha due membri del CIO particolarmente influenti e importanti, e noi abbiamo ospitato l'ultima Olimpiade invernale nel 2006. Saremmo dei pazzi se pensassimo che questa partita non è apertissima. Bisogna arrivare a 44 voti su 87, c'è da pedalare".
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