VAR CHE ROBA! L’ARBITRO SI FERMA E GUARDA LA TV: LO STORICO RIGORE CON LA MOVIOLA IN CAMPO - IN GIAPPONE, NELLA SEMIFINALE DEL MONDIALE PER CLUB, È STATO ASSEGNATO IL PRIMO PENALTY DELLA STORIA UTILIZZANDO LA TECNOLOGIA VAR. LA FIFA PENSA AD UTILIZZARLA NEL MONDIALE 2018 - VIDEO
Cosimo Cito per la Repubblica
La storia del calcio si ricorderà di voi, Daigo Nishi e Orlando Berrio e di Kashima Antlers-Atletico Nacional, semifinale del Mondiale per club.
È un piccolo fallo di un giocatore qualunque, quello di Berrio su Daigo, a portare ufficialmente il pallone nel futuro. A palla uscita, l’arbitro ungherese Kassai alza la mano e va a bordo campo a guardare il monitor, poi indica il dischetto. È la prima apparizione della Var in una competizione ufficiale Fifa, con i tre punti in palio. È stato il Video assistant referee Danny Makkelie a sparare in cuffia all’arbitro la parola “penalty”. Kassai s’è fidato ma fino a un certo punto (le regole prevedono il dubbio): ha chiesto di visionare lui stesso le immagini, come accade nel volley e nel basket, ma non nel rugby. Infine ha indicato il dischetto.
Una decisione arrivata con un tempo lunghissimo, 2’14”, oltre quanto auspicato dalla Fifa, pochi secondi al massimo, come accaduto, per esempio, durante Italia-Francia, amichevole di inizio settembre: allora, un fallo di De Rossi fu punito solo col giallo e più tardi a Kurzawa non fu fischiato rigore, aveva colpito il pallone di coscia. Pochi secondi ci vollero per capire che il tedesco Volland, in amichevole contro gli azzurri a Milano, un mese fa, aveva il ginocchio in fuorigioco: gol annullato, giusto.
A Osaka invece si è andati oltre, dentro il futuro. Perché la Var ha deciso una partita vera, perché Kassai, a differenza dei predecessori Kuipers e Soares, ha chiesto di visionare le immagini. Perché la Fifa, per bocca di Busacca, ha detto «tutto bene, la Var ha funzionato, l’ultima decisione l’ha presa l’arbitro, la tecnologia è soltanto un supporto». Il fuorigioco di partenza del giapponese Daigo non è stato sanzionato, il pallone non era diretto a lui, Makkelie ha visto ma ha applicato la regola dell’aspetta- e-vedi, spiega la Fifa.
Così il Kashima, sotto nel gioco, invitato al Mondiale solo perché campione di Giappone, dunque da squadra di casa (nel 2002 allenata da Cerezo affrontò in amichevole l’Italia del Trap), va in vantaggio su rigore e poi vincerà 3-0, e ora si giocherà la coppa (l’ex Intercontinentale) contro la vincente di Real Madrid-America, in campo stamane (11.30). E anche oggi occhi puntati sulla tv, sui replay, la storia della Var potrebbe ripetersi, se si realizzasse una delle quattro eventualità previste dal regolamento redatto dall’International Board e accettato con fragoroso entusiasmo dalla Fifa.
La Var online già funziona in Coppa d’Olanda. Quella offline va avanti in via sperimentale in A (due o tre partite per turno), e in alcuni casi, Milan-Sassuolo e Torino-Fiorentina, i videoassistenti hanno visto tutto, senza poter dire nulla all’arbitro. Non sarà più così, almeno da noi, da gennaio 2018, quando in Coppa Italia la Var sarà online e, previa autorizzazione della Fifa, ci sarà anche il monitor a bordo campo al servizio dell’arbitro. La differenza, rispetto a Osaka, la faranno l’ambiente intorno (uno stadio italiano, magari infuocato) e il momento della gara (un rigore al 90’, per esempio, cosa può scatenare?).
Nei piani della Fifa c’è l’uso della Var durante il Mondiale 2018. Un passaggio obbligato potrebbe essere, come già accaduto nel 2013 con la goal- line technology, la Confederations Cup, in programma in Russia già la prossima estate.