scrittori agenti letterari

VIAGGIO NELL'INFERNO DELLE AGENZIE LETTERARIE, TRA TRAPPOLE, ILLUSIONI E BLUFF – PER VALUTARE UNO SCRITTORE ESORDIENTE C’È CHI CHIEDE FINO A MILLE EURO E CHI ACCETTA GRATUITAMENTE SOLO I PRIMI TRE TESTI ARRIVATI PER MAIL OGNI MESE – MA I CASI DEI DEBUTTANTI MELISSA P., PAOLO GIORDANO O PAOLO COGNETTI SONO RARI, OGGI VENDONO QUASI SOLO PIACIONERIE O AUTORI GIA' AFFERMATI – D'ALTRA PARTE SE NELL'OTTOCENTO BALZAC PENSAVA CHE PER DIVENTARE FAMOSI FOSSE NECESSARIO SCRIVERE UN ROMANZO, OGGI PER SCRIVERE UN LIBRO BISOGNA ESSERE GIÀ CELEBRI...

Giulio Mozzi agente letterario

Gianni Bonina per “Libero quotidiano”

 

Se nell'Ottocento Rubempré di Balzac poteva pensare che per diventare famoso gli fosse necessario scrivere un romanzo, oggi la regola è che per scrivere un libro bisogna essere già celebri. Di conseguenza un autore di talento si vede scavalcato, nelle scelte di editori e agenti letterari, anche da un concorrente di Masterchef che abbia avuto i suoi cinque minuti di notorietà.

 

In libreria e negli store book arriva perciò ogni piacioneria e faciloneria, per modo che chiunque si sente legittimato a scrivere un libro, non occorrendo più qualità ma corrività. Il risultato è l'inondazione di testi inediti che si riversa su case editrici e agenzie letterarie costrette ad alzare dighe nei modi più diversi e strenui.

 

La più curiosa è della Laura Ceccacci Agency che gratuitamente accetta solo i primi tre testi inoltrati per email a inizio di ogni mese, cosicché ha qualche labile chance chi è più abile su internet che chi sappia scrivere meglio. A volerne qualcuna in più occorre pagare, così da avere una scheda di lettura da conservare come effimero attestato.

 

Stefano Tettamanti agente letterario

Al pari della Ceccacci operano tutte le agenzie, non più solo letterarie ma soprattutto di servizi editoriali, compresi corsi di scrittura ed editing. Del resto, se incassano non più di 30 centesimi per ogni libro di 20 euro che si vende, quando ne pagano in media 100 al lettore cui affidano un inedito da valutare, farsi pagare equivale a sopravvivere.

 

Ma avverte Giulio Mozzi, pioniere delle scuole di scrittura: «Le agenzie che campano principalmente con una frazione dei diritti guadagnati dagli autori sono necessariamente serie, quelle che campano con i soldi che prendono direttamente dagli autori sono dubbie». Sono dunque in gran parte dubbie?

 

Piergiorgio-Nicolazzini agente letterario

I PAGAMENTI

Persino la storica Ali, oggi Tila, si fa pagare ed è anzi la più cara. Una sua scheda può costare mille euro se l'inedito supera appena i 350 mila caratteri. Anche se tra le prime in Italia, The Italian Literary Agency è aperta a tutti.

 

Chiusa invece a chiunque è la Roberto Santachiara, che non ha nemmeno un sito web né una pagina Facebook. Impossibile raggiungerla se non tramite la vecchia posta ordinaria. «Di norma non parlo della mia attività - si schermisce Santachiara. - Il fatto è che non amo molto la pubblicità e in generale preferisco non apparire». Il fatto veramente è che a Santachiara non piacciono gli esordienti e gli sconosciuti. Così fan tutti gli agenti, che forse più degli editori vanno oggi sul sicuro.

 

Pier Vittorio Tondelli

«L'autore sicuro non esiste - ribatte Stefano Tettamanti, agente di lungo corso della Grandi & Associati. - Se per sicuro s' intende bravo, allora verso di lui si orientano tutti». Il problema è però che a essere bravo è chi vende, perché a decretare il talento è il mercato. Per arrivare prima a conquistarlo, oggi più di ieri, l'autore si rivolge sempre più non alle agenzie ma agli editori.

 

Dice Ugo Marchetti, navigato agente della Emmeeerre: «Penso che alcuni esordienti preferiscano inviare le proprie opere direttamente agli editori anche per evitare di pagare i costi dei lavori propedeutici alla presentazione dei testi. Per moltissimi agenti è diventata ormai una consuetudine chiedere un contributo d'ingresso (talvolta sostanzioso e magari non vincolato alla proposta di un mandato di rappresentanza) per le schede di valutazione e le eventuali indicazioni di microediting.

 

Un agente deve saper ascoltare ma, per esperienza, sa che è difficile lavorare con esordienti che, a detta loro, hanno scritto "un capolavoro che venderà almeno centomila copie».

 

GLI ESORDIENTI

MELISSA P COVER

Ma poi succede proprio questo: che, come per Volevo i pantaloni di Lara Cardella, 100 colpi di spazzola di Melissa P., La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano e per ultimo Le otto montagne di Paolo Cognetti, esordienti abbiano successo per ragioni proprie del mistero dell'editoria e che siano innanzitutto gli agenti a correre loro dietro.

 

Di regola però succede quanto confessa Tettamanti: «Credo che gli unici a mostrare interesse per gli esordienti siano gli esordienti stessi. Gli agenti letterari se ne infischiano, non parliamo degli editori. I famigliari degli esordienti poi li strozzerebbero, prima e dopo l'esordio». Una boutade che sottende l'allergia degli agenti nei confronti dei principianti.

 

Chi valuta i testi gratuitamente e non fornisce schede di valutazione (ma lascia che a pagamento l'esordiente possa rivolgersi alla Scuola Palomar che le fa da prima istanza) è l'americana Vicky Satlow che promette: «Per chi sente il bisogno o il desiderio di rivolgersi ad un'agenzia, le mie porte sono sempre aperte».

 

melissa panarello

Una vera rarità nell'attuale scenario, com' è anche nel caso della Piergiorgio Nicolazzini, che valuta testi in generale senza imporre prezzi e condizioni, ma non lascia invero le sue porte sempre spalancate.

 

A fare pagare ogni servizio, secondo anche la cura dedicata al testo, è la Mala Testa che non ha alcuna remora a proclamare sul proprio sito come la passione di chi lavora nel mondo dei libri non sia di per sé una ricompensa. Lo pensava già negli anni Ottanta anche Pier Vittorio Tondelli, scrittore pronto a parlare dei suoi libri solo se pagato bene.

 

paolo giordano

Gli agenti letterari hanno da allora imparato come si fa e anziché i talent -scout si sono addetti a fare i talent-school. Tettamanti può così, in nome della categoria, lasciarsi sorprendere dalla svolta: «Dice davvero? Ma è sicuro? Non me ne ero accorto, ora però quasi quasi ci penso».

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paolo cognetti. sogni di grande nordpaolo cognettipaolo cognetti vinctore del premio strega (8)PAOLO GIORDANO lo scrittore paolo giordano

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