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RUSSIA SALVA PER UN CAPELLO - AL BELGIO BASTANO 5 MINUTI DI HAZARD PER DEMOLIRE IL BUNKER DI DON FABIO E VOLARE AGLI OTTAVI: LA VITTORIA DELL’ALGERIA TIENE IN CORSA LA RUSSIA - LAMPO DI CRISTIANO RONALDO: VARELA SALVA IL PORTOGALLO AL 95’, PAREGGIO BEFFA PER GLI USA
Francesco Persili per ‘Dagospia’
Ma come ha fatto Kokorin a sbagliare quel gol? L’errore della stellina della Dinamo Mosca alla fine del primo tempo rovina i piani di Capello. La sua Russia, compassata e volenterosa, chiude, riparte e rumina gioco per 80 minuti senza trovare il colpo del ko. Al Belgio bastano dieci minuti, e un paio di magie di Hazard, per trovare il gol-qualificazione.
Lo realizza il 19enne Origi, entrato al posto dell’evanescente Lukaku, dopo un’invenzione del maghetto del Chelsea. Ma non tutto è perduto per la Sbornaya: la vittoria dell’Algeria contro la Corea del Sud tiene aperti i giochi e fa diventare decisiva l’ultima partita: se gli uomini di Capello battono i nord-africani sono agli ottavi. Pazzo Mondiale.
Più noiosa di un romanzo russo ma organizzata come una squadra italiana, la Sbornaya riesce ad imbrigliare il Belgio per tre quarti di partita. Difesa e contropiede, niente di rivoluzionario, ma tanto basta per mandare in tilt i Red Devils. Don Fabio tiene fede alle parole del post-Corea («Ci riscatteremo contro la squadra di Wilmots») e presenta al Maracanà una Sbornaya prevedibile ma solida.
Una squadra che non è neanche lontanamente paragonabile a quella dei Pavlyushenko, Arshavin e Pogrebnyak che raggiunse le semifinali ad Euro 2008. Unico superstite l’esterno della Dinamo Mosca, Zirkhov, che, nel frattempo, ha cambiato ruolo e non è più titolare.
belgio russia fellaini akinfeev
Nazionale autarchica quella di Don Fabio che ha già un occhio ai mondiali russi del 2018. Ci sono molti ragazzotti da svezzare mentre a tenere alta la bandiera dell’usato sicuro provvedono Berezutsky e Ignashevich, all’ultimo giro di giostra come Kerzhakov, che inizia dalla panchina nonostante il gol che ha salvato la Sbornaya contro la Corea.
Dodici anni fa, ultimo mondiale per entrambe, era finita 3-1 per il Belgio. Questa volta è tutta un’altra musica: la squadra di Capello tiene botta e crea le azioni migliori. Due su tutte: il clamoroso contropiede sprecato nei primi minuti di gioco e l’occasione di Kokorin che sul finire del tempo salta in mezzo ai dioscuri belgi Kompany e Van Buyten, ma non è un colpitore di testa, e si vede.
A parte questo del primo tempo di Belgio-Russia non resta che qualche sbiadito fotogramma: le accelerazioni di Dres Mertens, che stavolta Wilmots schiera dal primo minuto, la verve di Kanunnikov, una delle novità della Sbornaya insieme a Kozlov, un tiro dal limite di Fayzulin, l’infortunio di Vermaelen e un intervento da rigore di Alderwiereld con il replay che legittima le proteste russe.
Noia, sbadigli, crampi, e qualche fischio al Maracanà. Mentre le telecamere divagano e approfittano di un secondo tempo senza emozioni per regalarci l’immagine di un tifoso che non trova di meglio da fare che schiacciare un pisolo, la Russia sfiora il colpaccio con Yeshenko ma il diagonale è largo. Wilmots ci prova con Origi e Mirallas. Toglie Lukaku e Mertens, non Hazard, fino a quel momento latitante, e la scelta lo premia. Negli ultimi minuti il maghetto di Mou incanta. Mirallas colpisce il palo su punizione. La Russia cede fisicamente, il Belgio sblocca la partita e stacca il biglietto per gli ottavi.
Il ‘cinghiale’ Wilmots si bea per aver azzeccato ancora una volta le sostituzioni: «Origi è stato fantastico, la differenza l’abbiamo fatta con i cambi». Dall’altra parte, Capello mastica amaro: «Abbiamo avuto due buone occasioni per segnare, prima della loro rete, ma le abbiamo fallite. Il Belgio ha giocato peggio di noi ma ha segnato. Questo è il calcio, purtroppo». Ma il pallone continua a rotolare e prende traiettorie stranissime. Così la vittoria dell'Algeria rimette in corsa anche la Russia che dopo un pareggio e una sconfitta può addirittura sperare di superare il turno. Questo è il calcio, per fortuna (di Capello).
2. LAMPO DI CRISTIANO RONALDO: VARELA SALVA IL PORTOGALLO, PAREGGIO BEFFA PER GLI USA - LA PRIMA VOLTA DEL TIME OUT
Francesco Persili per ‘Dagospia’
La Coppa più pazza del mondo. Il Portogallo era già sulle scalette dell’aereo quando Cristiano Ronaldo azzecca l’unica giocata della sua gara. Assist per il colpo di testa di Varela e pareggio beffa a pochi secondi dalla fine per gli Usa che già pregustavano il passaggio agli ottavi. Non è finita finché non è finita, ora lo sanno anche gli americani.
L’avevano definito il girone della morte. Non sbagliavano.
Alla terza partita ci sono quattro squadre che possono ancora centrare la qualificazione. Anche se alla Germania e agli Stati Uniti (a quota 4) basterà un pareggio per andare a braccetto agli ottavi mentre al Portogallo (a quota 1), penalizzato dalla differenza reti, servirà un miracolo contro il Ghana (a quota 1).
Let’s spend the night together. Mentre a Roma il rock dei Rolling Stones incendia il Circo Massimo, a Manaus va in scena una sarabanda di gol, emozioni e spettacolo nonostante i 31 gradi e l’umidità fuori controllo. «Ogni gara è la partita della vita», Klinsmann aveva arringato così i suoi uomini prima del fischio d’inizio contro i portoghesi, già battuti nel 2002.
Ma c’è lo spauracchio Cristiano Ronaldo: «I giocatori veloci in questa coppa del mondo stanno facendo la differenza – aveva avvertito il ct americano - dobbiamo essere compatti a livello difensivo». Le ultime parole famose, verrebbe da dire. Dopo neanche 5 minuti Cameron svirgola un pallone banale e libera Nani davanti al portiere, Howard si sdraia e il Portogallo è avanti. La faccia di Klinsmann? La stessa di Dortmund, dopo la parata di Buffon su Podolski, anno di grazia 2006.
Gli Usa, che erano passati in vantaggio dopo 30 secondi contro il Ghana, stavolta sono costretti ad inseguire i ragazzi di Bento. Ma non si scompongono. Il 4-5-1 a stelle e strisce con Bradley trequartista permette agli Usa di prendere il sopravvento a centrocampo. Ci prova Dempsey su punizione e con un diagonale di destro ma Beto non si lascia sorprendere. Il sinistro potente di Bradley è alto di poco, le conclusioni di Johnson e Jones servono a ribadire che gli americani non mollano l’osso.
Sfiga Postiga. Il centravanti della Lazio si fa male, entra Eder. La temperatura sale, i ritmi si abbassano. Dopo il primo time out del mondiale, sale in cattedra CR7 che apre un contropiede concluso da Nani: Howard c’è. Tre minuti dopo l’ala del Manchester United colpisce il palo ma la ribattuta a colpo sicuro di Eder riesce solo ad esaltare i riflessi del portiere americano che devia sopra la traversa.
Il secondo tempo è un monologo yankee. Si è molto favoleggiato sui metodi di allenamento di Klinsmann. Le corse mattutine a digiuno, l’interesse per lo yoga, le diete, le frasi motivazionali (Michael Jordan dovrebbe chiedere i diritti d’autore) l’approccio scientifico a studi, esercizi, abitudini mutuate da altre discipline avevano suscitato non poche ironie oltreoceano. Ma l’energia con cui gli Usa difendono e ripartono nel ‘forno’ di Manaus conferma la qualità del lavoro svolto dall’ex Pantegana bionda, come veniva chiamato dalla Gialappa’s ai tempi dell’Inter, che ha suscitato, tra gli altri, anche l’interesse del New York Times.
La tecnica, certo, non è il punto di forza della compagine a stelle e strisce. Gli Stati Uniti non riescono a rifinire un contropiede con doppia superiorità numerica e, poi, Bradley a porta vuota non sa far altro che colpire Ricardo Costa. Ma Klinsi può sempre contare sui ‘tedeschi’. Contro il Ghana era stato decisivo Brooks, “l’americano più importante dopo Lincoln” (cit.), con i portoghesi sale alla ribalta un altro americano naturalizzato con passaporto tedesco, Jermaine Jones, che si beve Nani e fulmina Beto.
A dieci minuti dalla fine la rimonta è completata da Dempsey al suo secondo gol al mondiale che manda in delirio i tifosi americani. I risultati della nazionale (gli Usa sono arrivati tre volte agli ottavi nelle ultime 5 edizioni dei mondiali) hanno trascinato il movimento calcistico americano sempre più seguito in tv e dal vivo. Mentre sui siti di tutto il mondo rimbalaza la notizia dell’arresto di Hope Solo, portiere della nazionale femminile Usa due volte oro olimpico, accusata di aver aggredito sorella e nipote, la televisione manda in tutto ilmondo l’immagine dei tifosi americani in estasi per la squadra di Klinsmann
C’è un Paese che si sta innamorando sempre più del calcio come dimostrano i tweet di incoraggiamento di Obama (11 in campo, più di 300 milioni a tifare per loro) e lo slogan mutuato da Mandela che campeggia anche su maglie e sciarpette: ‘One team, one nation’. La ricerca della felicità pallonara a stelle e strisce prosegue con due colpi di testa senza pretese di Ronaldo che assomigliano alle istantanee della resa portoghese. Klinsmann perde tempo con qualche sostituzione ma l’obiettivo di europeizzare il calcio americano non può dirsi ancora raggiunto.
La gestione degli ultimi secondi, infatti, palesa una serie di ingenuità e assenza di malizie degli yankee che si dimenticano di Cristiano Ronaldo e subiscono il pareggio all’ultimo respiro. La faccia di Klinsmann? Sempre quella di Dortmund e della parata di Buffon su Podolski. Ma stavolta per lui e per gli Usa non è ancora finita. Anzi, the best is yet to come.