felicita micaela ramazzotti

LA VENEZIA DEI GIUSTI – “FELICITÀ”, OPERA PRIMA DI MICAELA RAMAZZOTTI, È UN RITRATTO AMARO E SINCERO DELLA VITA PROFESSIONALE E PERSONALE DI UNA TRUCCATRICE DEL CINEMA – CON MAGGIORE ATTENZIONE ALLA SCENEGGIATURA E ALLA COSTRUZIONE DEI PERSONAGGI, AVREBBE POTUTO ESSERE PIÙ INCISIVO E IMPORTANTE, PERCHÉ METTE IN SCENA SITUAZIONI DI COATTUME ROMANO E CINEMATOGRAFICO CHE SEMBRA CONOSCERE BENE – FA ONORE A MAX TORTORA AVER DIPINTO IL FASCISMO PICCOLO BORGHESE DELLA NUOVA DESTRA MELONIANA... – VIDEO

 

Marco Giusti per Dagospia

 

micaela ramazzotti e sergio rubini felicita

“Mi chiamo Desiré con l’accento sulla e”. Sto cercando di capire quali sono i film italiani tra concorso e Orizzonti diretti da donne registe e, a parte il corto animato di mia figlia Margherita, “Meatseller”, a Orizzonti, devo constatare che l’unico lungometraggio, presentato però fuori concorso a Orizzonti Extra, diretto da una donna è “Felicità”, opera prima di Micaela Ramazzotti, attrice di talento della commedia italiana degli ultimi vent’anni, che lo ha scritto assieme a due esordienti, Isabella Cecchi, già attrice in “Ovosodo” di Paolo Virzì e Alessandra Guidi.

 

Possibile che non ci fossero buone opere prime italiane dirette da donne? "Felicità" è un ritratto, visto molto dal di dentro, amaro e sincero della faticosa vita professionale e personale di una truccatrice, anzi assistente truccatrice, del cinema italiano più commerciale, diciamo alla Giovanni Veronesi, che infatti fa un cameo come se stesso.

 

micaela ramazzotti e matteo olivetti felicita

La sua Desiré, che è uno dei più tipici personaggi della Ramazzotti come la abbiamo vista in tanti film di Paolo Virzì, è una povera crista che si arrabatta tra una famiglia orrenda a Fiumicino, un padre fascista e manigoldo che domina tutti, interpreto da Max Tortora con grande generosità, una madre che non riesce a capire la realtà della vita, Anna Galiena, un fratello depresso e aspirante suicida, interpretato da un monocorde ma palestrato Matteo Olivetti, nuovo fidanzato della regista, con capelli alla bebè per farlo apparire più sonato, un fidanzato più vecchio e molto più intellettuale, Sergio Rubini, bravo anche quando sta zitto, che lei riesce a riconquistare sempre col sesso (“Ti faccio un pompino?”), e un lavoro che non sembra darle grandi soddisfazioni, visto che tutti cercano di approfittarsi di lei (“Me lo ha messo in mano…”).

 

max tortora felicita

Incapace di prendere le distanze dalla famiglia coatta, incapace di dialogare col fidanzato, che, come il François Perier di “Le notti di Cabiria”, è solo apparentemente un’anima candida, Desiré cade nelle trappole del padre. Un assegno per un’operazione al cuore che non esiste, una firma su un contratto mediato da cravattari per l’auto e la licenza di NCC per il fratello che non sarà in grado di ripagare.

 

Con maggiore attenzione alla struttura del film, alla sceneggiatura, alla costruzione dei personaggi avrebbe potuto essere un film più incisivo e anche importante, perché mette in scena situazioni di coattume romano e cinematografico che sembra conoscere bene. Purtroppo gli attori, salvo la stessa Ramazzotti, sempre credibile, che si muove perfettamente sia a Piazza Vittorio che tra i camerini, non sembrano diretti e tendono naturalmente a andare ognuno per la propria strada, spesso esagerando e non amalgamandosi col racconto.

 

matteo olivetti anna galiena micaela ramazzotti max tortora felicita

Perfino Max Tortora, così bravo nel cinema romano drammatico, tende a allargare un ruolo di mostro da vecchia commedia classica che un Risi un Monicelli o lo stesso Virzì avrebbero limitato con più profitto. Il giovane Olivetti, invece, non recita proprio.

 

Ma, a favore della neo-regista devo riconoscere un livello di sincerità, di ricerca di realismo quotidiano che le fa onore, come fa onore a Max Tortora aver dipinto, cosa rarissima nella commedia di oggi, il fascismo piccolo borghese del romano cialtrone e della nuova destra meloniana (“Non ci sono mai stati matti e froci nella mia famiglia!”), che ragiona rincoglionito dai talk berlusconiani, che la butta sempre sugli immigrati, colpevoli di tutto, pronto a vendersi per nulla, anche a spompinare il padrone della tv privata cialtrona dove lavora e a derubare la figlia. Tra le partecipazioni segnalo Adriano Giannini e Lallo Circosta, mentre su Internet leggo della presenza della bellissima Florence Guerin. Ma c’è davvero?

matteo olivetti e micaela ramazzotti felicita felicita film di micaela ramazzottimicaela ramazzotti sul set di felicitamatteo olivetti e micaela ramazzotti felicita 1

Ultimi Dagoreport

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA…PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE, AD ATTIVARE L'INDAGINE, È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…