la cacio e pepe di felice a testaccio versione milanese

L'ACCORDO COI PASTORI SULLA PELLE, ANZI SULLA PANZA, DEGLI AMANTI DELLA CACIO E PEPE - PER PORTARE IL LATTE DI PECORA A 1 EURO, IL PECORINO DOVRà COSTARE IL 50% IN Più. E A ROMA Già SI PARLA DI RINCARI PER I PIATTI CHIAVE DELLA CUCINA TRADIZIONALE: CARBONARA, GRICIA E CACIO E PEPE, MA ANCHE TRIPPA E AMATRICIANA, DA SEMPRE SPOLVERATE DI PREZIOSO E SALATO FORMAGGIO SARDO…

 

Lorena Loiacono per www.leggo.it

 

cacio e pepe

Protagonista indiscusso della cucina romana, caratterizza da sempre i piatti tipici della tradizione capitolina e, con il suo gusto inconfondibile, non lascia spazio a contraffazioni e a tutti quei formaggi di scarsa qualità che nel tempo hanno provato a togliergli la scena. Ma ora il pecorino romano dop, delizia del palato dai piatti più popolari alla grande cucina gourmet, si trova nel bel mezzo della protesta dei pastori sardi, che per settimane hanno versato in strada il loro latte.

 

Una durissima protesta contro il prezzo al litro, troppo basso anche solo per coprirne le spese di produzione, terminato con il raggiungimento di un accordo con gli industriali. In base all'accordo raggiunto la scorsa settimana, i pastori ora guadagneranno di più per ogni litro di latte in maniera proporzionale rispetto al costo delle forme di pecorino.

 

pecorino romano cacio e pepe

Ma allora, se il prezzo del pecorino dovesse salire, a risentirne potrebbero essere i cuochi, dai ristoratori a quelli fai da te, che per risparmiare in cucina saranno costretti a diminuire le dosi del tipico formaggio romano. Dove? Sui piatti di carbonara, cacio e pepe e amatriciana, ad esempio, ma anche trippa e gricia. Piatti tipici che, senza pecorino, perdono tutto il loro significato. A Roma infatti basta dire che sulla amatriciana preferisco il parmigiano per perdere completamente di credibilità tra i fornelli così come a tavola. Il pecorino, quindi, non si tocca.

 

CHIARA FERRAGNI MAGNA LA CACIO E PEPE

 

Probabilmente allora verranno ritoccati i prezzi nei ristoranti che decideranno di non ridurre le quantità di formaggio. La protesta dei pastori sardi, infatti, si è fermata solo dopo l'accordo sul prezzo al litro, raggiunto la scorsa settimana nella Prefettura di Sassari tra pastori, industriali caseari, associazioni di categoria, Governo e Regione. Il prezzo del latte è stato fissato a 74 centesimi al litro, a partire dal mese di marzo, poi a novembre verrà calcolato il conguaglio in base ai prezzi medi ponderati del pecorino romano della Borsa di Milano per il periodo tra novembre 2018 e ottobre 2019.

 

In questa fase, quindi, il prezzo del pecorino diventa fondamentale e assume un ruolo delicatissimo anche per la sopravvivenza del lavoro dei pastori: in base ai primi calcoli, infatti, se il pecorino viene venduto a 6 euro al kg, il latte sarà pagato a 72 centesimi al litro, con il pecorino a 6.20 euro al kg il prezzo del latte sale a 76 cent, se il formaggio sale a 7 euro al kg il latte a 83 cent, 7.50 kg al chilo porteranno il latte a 90 cent e così via fino a raggiungere 1,02 euro al litro con il pecorino venduto a 8,50 kg. Per portare il latte a un euro al litro, come richiesto dai pastori, il pecorino dovrà costare circa il 50% in più.

spaghetti alla carbonara

 

L'accordo non ha comunque riscosso il pieno successo tra i manifestanti, lasciando ancora malumori, ma è servito ad ottenere comunque una tregua. Anche per Coldiretti l'accordo non è soddisfacente: «perché copre solo i costi di produzione che ha sottolineato David Granieri, presidente Coldiretti Lazio - in una realtà come quella del Lazio sono maggiori: 85 centesimi. È solo un punto di partenza».

 

ASSALTO A UN'AUTOCISTERNA DI LATTE A SASSARI

Anche se negli ultimi giorni si sono verificati bruttissimi episodi di assalto alle cisterne che trasportano latte, date letteralmente alle fiamme: l'ultimo caso a Torralba, vicino sassari, poche ore dopo la firma. Ma era già accaduto nei giorni precedenti a Orune, Nule e Irgoli. I toni, quindi, non sono ancora distesi.

PASTORI SARDIpecorino romanoASSALTO A UN'AUTOCISTERNA DI LATTE A SASSARI 1

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…