
IL 45ENNE MASSIMILIANO MULAS, ACCUSATO DI AVER STUPRATO UNA RAGAZZINA DI 11 ANNI A MESTRE, ERA GIÀ STATO CONDANNATO PER VIOLENZA SESSUALE, MA NON ERA STATO DICHIARATO "SOCIALMENTE PERICOLOSO": NEL 2002 LA PRIMA SENTENZA IN CUI FU RITENUTO COLPEVOLE DI ABUSO SESSUALE. ALL'EPOCA, MULAS TENTO' DI VIOLENTARE UNA TURISTA IN TRENTINO - SUCCESSE LA STESSA COSA NEL 2006, L'UOMO SI BECCO' OTTO ANNI E TRE MESI - IL 45ENNE VENNE ACCUSATO ANCHE DI STUPRO DA UNA 14ENNE - IL POST SU FACEBOOK DI MULAS: "A TUTTE LE RAGAZZE DI PADOVA, CHI VORREBBE METTERSI IN CONTATTO CON ME?"
Estratto dell'articolo di Alessandro D’Amato per www.open.online
Massimiliano Mulas, 45 anni, ora è in carcere. Con l’accusa di aver violentato una ragazzina di 11 anni. Dopo averla pedinata fino a casa. Il sardo di Tempio Pausania era stato fermato un paio di giorni fa con un coltello. E denunciato per porto abusivo di arma da taglio. Era stato condannato per violenza sessuale: aveva minacciato le vittime con una lama.
Un modus operandi che va avanti dal 2002. Ovvero il primo caso di violenza sessuale tentata nei confronti di una turista in Trentino. E che fino a ieri non aveva mai generato una forma di controllo nei suoi confronti. Lasciandolo libero di tornare a colpire una volta uscito.
«No, il mio cliente non è mai stato dichiarato socialmente pericoloso. Ha finito di scontare nel 2021 l’ultima condanna nel carcere di Lanusei, Nuoro, e ne è uscito pienamente libero. È tornato a Tempio Pausania, a casa della madre, e, dopo un po’, se n’è andato…». L’avvocato Ignazio Ballai, che segue da sei anni Mulas, spiega al Corriere della Sera cosa ha fatto Mulas negli ultimi tempi.
Ieri davanti al giudice si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Penso di chiedere un nuovo interrogatorio al giudice, da fare a maggio. In quella sede potrei portare anche la richiesta di perizia psichiatrica. Come legale intendo avere il massimo rispetto per la vittima», aggiunge l’avvocato.
La ragazzina [...] stava tornando a casa dalla palestra verso le 18 di giovedì 10 aprile. Nota che qualcuno la segue e chiama un’amica. Quando estrae le chiavi dal portone viene spinta e bloccata nell’androne. L’amica sente tutto al telefono. Poi arriva un condomino. E l’aggressore, che in testa ha un passamontagna, scappa.
Tre ore dopo Mulas viene arrestato dai carabinieri alla stazione di Mestre, dove è di ritorno da Padova dove è andato a cambiarsi. A terra a viale San Marco aveva lasciato marsupio e portafoglui con la sua carta d’identità. La sua prima condanna risale a fatti verificati a Pieve di Cavalese in provincia di Trento l’11 giugno 2002. Da cameriere aveva tentato di violentare una turista mantovana di 33 anni.
Lì arriva la condanna a 4 anni e 6 mesi. Da scontare a Padova. Dove, quando esce, si stabilisce. Il 14 settembre 2006 prova a violentare una studentessa di 21 anni. Ma lei resiste. Lui perde un orecchino sulla scena e la polizia lo trova subito. Non solo: scopre un’altra tentata violenza il 3 ottobre successivo.
La condanna, stavolta, è di 8 anni e 3 mesi per un imputato che, di anni, ne ha 27. A Perugia, sei anni fa, altro procedimento per violenza su una 14enne: qui, però, assicura l’avvocato Ballai, l’accusa cade.
I carabinieri intanto hanno ascoltato ieri l’amica della vittima. Il Gazzettino fa sapere che non è l’unica testimone in lista. Il giudice per le indagini preliminari di Venezia Alberto Scaramuzza ha convalidato il fermo disponendo la custodia in carcere dell’indagato. Secondo l’avvocato, Mulas era un senza fissa dimora e stava girovagando per Italia.
L’ultima tappa prima della terraferma veneziana a Torino, prima ancora era stato visto a Tempio Pausania, dove abita la madre, poi a Spoleto, Perugia e infine a Torino prima di approdare in Veneto. Non ha un telefono.
È un carabiniere napoletano di 23 anni ad aver individuato lo stupratore seriale. Carmine Tondi è in servizio da un anno e mezzo alla Stazione dell’Arma di Mestre. [...] Ma determinante è stata la reazione dei militari come Carmine, che non hanno esitato a mettersi alla ricerca. L’avere sulla strada un così grande numero di carabinieri è stato fondamentale per non perdere il responsabile», spiega il maggiore Davide Nardone, comandante della Compagnia di Mestre. [...]